A settembre marcia di protesta. Il direttore dell’Agenzia nazionale per l’amministrazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata ha emesso il decreto di vendita all’asta per la tenuta di Suvignano. Si tratta della tenuta confiscata alla mafia che rappresenta la più grande operazione di recupero di beni del centro Italia: tante le voci contrarie che si sono sollevate nelle ultime ore davanti alla decisione effettuata dal Ministero che non ha accolto il progetto presentato dalle associazioni, tra queste anche Libera di Don Ciotti, che si erano fatte promotrici della richiesta di gestione socialmente utile.
Una prassi cara alle istituzioni del territorio che negli ultimi tempi hanno più volte rilanciato la produzione e la vendita dei prodotti enogastronomici derivanti dalle tenute agricole confiscate a Cosa Nostra. “Il governo discuta la nostra proposta di gestione produttiva e sociale dell’Azienda di Suvignano”. Lo chiede nuovamente il presidente Enrico Rossi, dopo aver appreso che il direttore dell’Agenzia nazionale per l’amministrazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata ha emesso il decreto di vendita all’asta. “Comprendo le difficoltà del funzionario pubblico – prosegue il presidente – ma queste non giustificano la decisione a procedere presa autonomamente.
La Regione non ha ricevuto alcuna risposta alla proposta di affidarci la tenuta per realizzarvi, con gli enti locali e le associazioni antimafia, un progetto di grande valore sociale e congruo sotto il profilo produttivo. Lo stesso ministro dell’interno Anna Maria Cancellieri ci aveva a suo tempo invitati a presentare una proposta di questo tipo e noi lo abbiamo fatto. Anche per un doveroso rispetto delle istituzioni sarebbe stato quanto meno utile che l’Agenzia ci rispondesse formalmente e non in televisione.
Cosa è cambiato? E’ cambiato l’orientamento del governo? Ma se non è così chiedo che il governo blocchi del decreto dell’Agenzia – conclude il presidente Rossi – e riapra immediatamente con la Regione e con gli enti interessati una discussione sulla nostra proposta”. Dal sito ufficiale dell'ANBSC: "Scopo principale dell'Agenzia è quello di provvedere all'amministrazione e alla destinazione dei beni sequestrati e confiscati alle mafie, a seguito di confisca definitiva, nonché coadiuvare l'amministratore giudiziario sotto la direzione dell'Autorità Giudiziaria in fase di sequestro fino alla confisca di primo grado, dopo la quale assume la gestione diretta degli stessi beni.
La creazione dell'Agenzia ha come elemento innovativo il tentativo di introdurre un'amministrazione dinamica dei patrimoni confiscati che snellisca e velocizzi la fase di destinazione degli stessi, superando le carenze e le inefficienze della precedente metodologia di gestione. Attraverso una stretta collaborazione con l'Autorità giudiziaria, l'Agenzia fornisce un valido supporto alla programmazione della destinazione del bene, già durante la fase giudiziaria, acquisendo tutte quelle informazione e ne contempo indicando quelle attività necessarie al superamento delle criticità che spesso ostacolano o rallentano la restituzione alla collettività dei patrimoni mafiosi e quindi il riutilizzo sociale degli stessi. Naturalmente all'attività di amministrazione e destinazione dei beni svolta dall'Agenzia, animata dalla volontà di non rendere vano l'impegno di Forze dell'Ordine e dell' Autorità giudiziaria, si affianca il costante monitoraggio posto a garanzia dell'effettivo riutilizzo sociale dei patrimoni mafiosi, affinché il compito istituzionale svolto non si riduca a semplice dato statistico, ma si concretizzi in una reale percezione della presenza dello Stato nel territorio"