FIRENZE – La Regione Toscana sostiene la legge di iniziativa popolare per favorire l’emersione alla legalità e la tutela dei lavoratori delle aziende sequestrate e confiscate alla criminalità organizzata. Lo ha detto la vicepresidente intervenuta oggi, al Caffè Giubbe Rosse a Firenze, alla presentazione della campagna “Io riattivo il lavoro” presentata da Cgil, Arci, Acli, Avviso pubblico, Centro Studi Pio la Torre, Legacoop, Libera, Sos impresa. La vicepresidente, che ha sottoscritto la proposta, ha ricordato che il sostegno della Regione rientra nel più generale impegno per l’affermazione di una cultura della legalità, per creare gli antidoti che possono scongiurare la diffusione della criminalità organizzata sul territorio e la penetrazione nella società, a partire dall’educazione dei cittadini e, soprattutto, dalla scuola. La legge d’iniziativa popolare si propone di contrastare l’illegalità e di tutelare i lavoratori impiegati nelle attività produttive sottratte alla criminalità organizzata.
Si tratta, ha osservato la vicepresidente, di un passaggio particolarmente importante per i lavoratori di queste realtà che, spesso, sono più fragili e meno tutelati. Per questo una legge che rilanci queste aziende, le renda competitive e in grado di mantenere o incrementare l’occupazione, ha una valore economico ma anche simbolico forte, rappresenta una sorta di rivincita della legalità sulla criminalità. Un valore che è indispensabile coltivare, ha spiegato ancora la vicepresidente, perché, se la Toscana non è terra di mafia, conosce però infiltrazioni mafiose.
E’ per questo che occorre tenere alto il livello di attenzione a tutti i livelli e in tutti i settori. E lo dimostrano i numeri forniti dalle associazioni. In Toscana i beni confiscati sono 50: di questi una decina sono aziende, il resto beni immobili. Il più significativo è rappresentato dall’azienda agricola di Suvignano, nel comune di Monteroni d’Arbia, oltre 700 ettari con costruzioni agricole, un agriturismo e terreni coltivati. Per questa azienda, confiscata nel 2007, la Regione ha fatto richiesta al Demanio di poter trasferire il bene nel proprio patrimonio agricolo e forestale, impegnandosi a mantenere i livelli occupazionali, a sviluppare le attuali attività e a destinarla come sede di iniziative sociali legate alla lotta alla criminalità organizzata.