Firenze - "La vendita all'asta di un bene prestigioso e con ottime probabilità di valorizzazione come la tenuta di Suvignano non può che destare una giusta preoccupazione, anche se il movimento antimafia si deve porre il problema del perchè e del come siamo arrivati a questo punto" così Salvatore Calleri, presidente Fondazione Caponnetto. "Non dobbiamo dimenticare che l'agenzia nazionale che si occupa dei beni confiscati è diretta da un funzionario molto capace quale il Prefetto Caruso che nella lotta alla mafia ha fatto moltissimo.
Non dobbiamo dimenticare che la Fondazione Caponnetto, in sinergia con Libera, Arci e Cgil, già dal 2008 aveva presentato un progetto chiamato "Suvignano Cittadella della legalità" integrato con organizzazioni sportive, scuole e polizie locali aperto anche all'università che avrebbe offerto le sue competenza nell'ambito della ricerca agraria ed ambientale. Progetto caduto nel dimenticatoio. Un altro fattore che probabilmente ha contribuito in modo involontario alla situazione odierna è stato il turn over delle strutture che all'interno della Regione Toscana si occupavano di sicurezza avvenuto con il cambio di Presidente, a partire dalla nomina di un consulente gratuito di cui si sono perse le tracce, per finire all'azzeramento di alcuni uffici.
Ovviamente tutto lecito e perfettamente in regola, ma le riorganizzazioni fanno perdere spesso il filo delle questioni complesse quali l'assegnazione di un bene come quello di Suvignano. Oggi i nodi son venuti al pettine e quindi noi non siamo stupiti della vendita all'asta di tale bene. Probabilmente la situazione può essere ancora recuperata ma la Fondazione Caponnetto non parteciperà alla manifestazione di Suvignano perchè in casi come questi bisogna prima riflettere sul perchè si è arrivati ad una determinata situazione e poi agire di conseguenza.
Le testimonianze e gli slogan, seppure importanti, da soli possono non bastare. Occorre riaprire la discussione tenendo presente il valore della buona politica e riaprendo il confronto con tutti al fine di risolvere la questione nata intorno a Suvignano". Di altro avviso la parlamentare PD Susanna Cenni: “La mobilitazione promossa dal Comune di Monteroni e che vede già l’adesione di tante sigle, sarà un momento importante e invito davvero ad intervenire tutti coloro che hanno a cuore il rispetto della legalità.
Ho seguito assiduamente la vicenda di Suvignano negli anni. L’ho fatto nella mia veste di assessore regionale all'agricoltura, ho continuato da parlamentare, e il mio impegno non si fermerà certo di fronte alle novità di agosto. Ho potuto apprezzare la determinazione del sindaco Armini, e la convinzione con la quale Provincia e Regione hanno sostenuto un progetto di riutilizzo e di valorizzazione dell'azienda con finalità agricole, economiche e sociali. Tali passaggi sono sempre stati accompagnati da un confronto con le istituzioni nazionali con gli uffici deputati a decidere e con la politica (vorrei ricordare che lo stesso Enrico Letta figura tra i firmatari di una petizione del Pd che chiede di restituire Suvignano al territorio).
Oggi, la decisione di porre all’asta la tenuta di Suvignano e' uno schiaffo a tutto questo lavoro, a un percorso approfondito e concordato, e determinerebbe la perdita di un’occasione concreta di sviluppo sociale, economico e occupazionale del territorio”. Con queste parole Susanna Cenni, deputata senese del Partito democratico interviene sulla decisione dell’Agenzia nazionale per la gestione dei beni confiscati alla criminalità organizzata di mettere all’asta la tenuta di Suvignano, bene confiscato alla mafia nel 2007. “Pochi anni fa, nel 2009 – continua Cenni – abbiamo già assistito al tentativo da parte dell’Agenzia del Demanio di vendere all’asta la tenuta di Suvignano, senza tenere conto del progetto avanzato in questi anni dagli enti locali insieme all'Arci.
Il copione si sta ripetendo adesso, ma in ballo c’è, ancora una volta, non la semplice compravendita di un bene, ma la salvaguardia del principio di legalità che non riguarda solo i cittadini del nostro territorio. I beni confiscati alla mafia dovrebbero essere riutilizzati per scopi sociali ed educativi, non possiamo rischiare di farli cadere nuovamente nelle mani della criminalità organizzata. Il lavoro realizzato in questi anni dagli enti locali insieme all’Arci e a Libera ha un valore troppo significativo per essere lasciato in un angolo.
Non possiamo mollare tutto adesso. Non possiamo farlo per rispetto dei tanti cittadini del territorio che hanno creduto in questo progetto e perché il principio della legalità è alla base di una democrazia che possa definirsi tale e deve essere salvaguardato in ogni modo possibile”. “Domenica – conclude Cenni – sarò presente alla manifestazione organizzata dal Comune di Monteroni d’Arbia, dalla Provincia di Siena, dalla Regione Toscana, da Libera e dall’Arci. Mi unirò al corteo di cittadini che credono nel valore della legalità per dire no alla vendita all’asta della tenuta di Suvignano, un patrimonio troppo prezioso per essere svenduto con il rischio concreto, che tutti conosciamo, che tale bene possa tornare nelle mani sbagliate.
Non ci fermeremo. Coinvolgeremo a livello parlamentare organi e persone che anche in passato si sono interessati della vicenda e chiederemo all’Agenzia nazionale per la gestione dei beni confiscati alla mafia e ai Ministri competenti di tornare sulla decisione, valutando il progetto avanzato dagli enti locali”. “Domenica 8 settembre la Cooperativa La Popolare marcerà al fianco delle istituzioni locali per dire no alla vendita all’asta della Tenuta di Suvignano e sì al progetto di sviluppo sostenibile presentato nei mesi scorsi da Comune di Monteroni d’Arbia, Provincia di Siena e Regione Toscana con Arci e Libera” interviene così il presidente della Cooperativa monteronese, Maurizio Bernazzi, in merito alla vicenda dell’Azienda Agricola confiscata alla mafia circa 19 anni fa ed oggi messa in vendita dall’Agenzia nazionale per l’amministrazione dei beni confiscati alla criminalità organizzata. “Suvignano rappresenta una parte importante del nostro territorio ed ha un valore simbolico altissimo nella lotta alla mafia – proseguono il presidente Bernazzi ed il vice presidente Simone Fantoni – La Tenuta potrebbe essere per molti giovani monteronesi una grande opportunità di lavoro e potrebbe aiutare il territorio ad uscire dalla crisi.
Per questo sosteniamo fortemente il progetto presentato dalle istituzioni locali, che coniuga bene la necessità per Suvignano di essere un’azienda che genera profitti ed il suo indubbio ruolo di simbolo della lotta alla criminalità organizzata attraverso tante iniziative di valore sociale. Per tutti questi motivi invitiamo tutti i soci de La Popolare ad essere presenti domenica 8 settembre ed a marciare insieme a noi per riprenderci Suvignano!”.