Nel corso dell’estate il Presidente della Regione Enrico Rossi, di concerto con l’Assessore ai trasporti Vincenzo Ceccarelli, ha sollecitato la ripresa dei lavori per il sottoattraversamento TAV di Firenze. RFI ha annunciato nel frattempo la ripresa dei lavori della stazione Foster a settembre. Secondo i Comitati Cittadini dell'Area Fiorentina: "Per la verità occorrerebbe che si concludesse prima l’inchiesta promossa dalla Procura di Firenze per truffa ai danni dello Stato, frode, corruzione e associazione a delinquere, sospette infiltrazioni camorristiche e rischi di collasso per la struttura a causa della presunta utilizzazione di materiali pericolosi e scadenti.
L’appello lanciato a luglio da Rossi: “Il Governo deve riprendere in mano la partita del nodo Alta velocità di Firenze … convocare RFI e verificare le questioni con la magistratura … La Toscana e il suo capoluogo ne hanno bisogno e non possono restare indietro” segnala all’Esecutivo la disponibilità della Regione a chiudere più di un occhio sulla legalità ambientale ed amministrativa di quest’opera, come già dimostrato a suo tempo con lo smaltimento delle terre. Rossi, pur biasimando lo stridente divario tra servizi dell’Alta velocità e i problemi dei treni locali, si è nondimeno speso per la ripresa dei lavori rilevando come stazioni per l’Alta velocità esistano già in varie città, a Bologna, come a Milano, a Torino e a Roma: “Non capisco perché a Firenze non si riesca a centrare questo obbiettivo”. A Bologna lo scorso 8 giugno si è inaugurata soltanto la fermata sotterranea dell’AV: la stazione di Isozaki e le opere connesse sono ancora da fare.
Ma ciò basta ai toscani come pungolo per proseguire con un’opera altrettanto faraonica e irragionevole. Secondo Marco Ponti, Professore di economia dei trasporti del Politecnico di Milano, le stazioni Alta Velocità di Bologna (appena inaugurata per la parte sotterranea) e di Firenze (appena iniziata) costeranno alla fine il quadruplo del necessario. E ciò mentre un “grido di dolore” proviene da tutte le regioni d’Italia per l’aggravarsi dei disservizi, per la mancanza di sicurezza e per le condizioni inaccettabili in cui si viaggia sui treni locali.
A Bologna, dove i lavori per la stazione hanno prodotto gravissimi danni fisici ed economici, la pendenza del tracciato sotterraneo impone alle “Frecce” una velocità inferiore a quella che toccherebbero in superficie. A Firenze la stazione Foster sarà ancor più illogica: non scambierà con la stazione centrale, imporrà velocità più basse e produrrà rischi ambientali incalcolabili. Mentre gli scali AV di Porta Susa (Torino), di Rogoredo (Milano), di Tiburtina (Roma) e di Afragola (Napoli) mirano a riorganizzare complessi sistemi di scambio tra AV, traffico regionale e traffico metropolitano, la futura stazione fiorentina – anch’essa sdoppiata rispetto alla stazione centrale – resterà una semplice fermata inaccessibile e confinata rispetto al traffico regionale e metropolitano. La Regione Toscana, che insieme al Governo deve dire dove e come passano i treni, dovrebbe insomma chiedere il contrario di ciò che sta reclamando e cioè:
· di definire prioritariamente insieme a RFI il modello di funzionamento del Nodo fiorentino (con e senza l’opera) e la messa a sistema dei diversi servizi, AV compresa.La Provincia di Firenze alla fine del mese di maggio ha concluso i lavori di impermeabilizzazione del Fosso d'Erci in comune di Borgo San Lorenzo. Con il completamento rappresentato dalla realizzazione nei giorni scorsi da parte della Regione Toscana della alimentazione artificiale del fosso tramite il pompaggio delle acque di drenaggio delle gallerie ferroviarie, l'acqua è tornata anche nella stagione estiva nel Fosso d'Erci e le portate potranno aumentare anche nelle altre stagioni.La Regione darebbe così corpo all’Accordo del 2011 sottoscritto con l’azienda insieme a Comune e Provincia, pronta a chiedere il riesame dell’intero progetto se quel modello non funzionasse · di non riprendere i lavori ai Macelli indipendentemente da quelli per il tunnel"
Il corso d'acqua è stato interessato dal complesso sistema di impatti di natura idrogeologica legati al drenaggio artificiale operato dalle gallerie TAV sulle risorse idriche sia sotterranee che di superficie di alcuni corsi d'acqua dell'Appennino Tosco Emiliano. "E' un intervento con spiccato taglio sperimentale - afferma l' Assessore provinciale all'Ambiente e Difesa del Suolo Renzo Crescioli - probabilmente uno dei primi del genere attuati su scala internazionale, che intende contribuire al ripristino di un corso d'acqua fortemente impattato dalle opere TAV.
Ricordo che il Fosso d'Erci e il Museo della civiltà contadina di Case d'Erci rappresentano un luogo importante per le tradizioni culturali del Mugello e l'azzeramento delle portate idriche nel periodo estivo a seguito dei lavori TAV rappresentò il simbolo delle problematiche ambientali legate a tali opere. L'intervento della Provincia, in tandem con quello della Regione, ha cercato di porre rimedio a tale problematica con metodologie a basso impatto sotto il profilo paesaggistico e naturalistico.
Il risultato è al momento giudicato in modo positivo dai tecnici anche se l'efficacia dei lavori potrà essere realmente valutata solo con un monitoraggio di lungo periodo, che fornirà indicazioni anche sulla possibilità di replicare questo tipo di intervento in altri contesti fluviali con caratteristiche e problematiche analoghe". I lavori sono stati finanziati nell'ambito del Master Plan degli interventi di valorizzazione ambientale di cui alla DGR 819/2007.