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Forteto, esito della relazione degli ispettori

Mugnai (Pdl): «Lesione arbitraria dei diritti di alcuni soci-lavoratori, incongruenze statutarie e firme inconsapevoli su operazioni finanziarie. E i vertici del Pd, ma non solo, si ostinano ancora in difese ideologiche?»

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
23 agosto 2013 15:11

«Sulla cooperativa del Forteto, dagli ispettori ministeriali si rileva una valutazione affine a quella cui siamo giunti con la relazione della Commissione d’inchiesta del Consiglio regionale tra lesione arbitraria dei diritti di alcuni soci-lavoratori, disparità di trattamento, firme inconsapevoli su operazioni finanziarie, negazione dell’accesso a buste paga e Cud. E i vertici del Pd, così come un pezzo del sistema-Toscana, si ostinano nelle difese ideologiche e d’ufficio tacciando chi cerca di basarsi sui fatti, di fare chiarezza sulla tragica vicenda e quindi di chiedere giustizia di strumentalizzare la vicenda? Ma con che faccia?» A esplodere così è il Consigliere regionale del Pdl Stefano Mugnai che ha presieduto la Commissione regionale d’inchiesta sugli affidamenti che aveva proprio le vicende del Forteto come cartina di tornasole. Mugnai ha appena letto le conclusioni, ormai rese pubbliche, cui sono giunti gli ispettori e beh, di rilievi sostanziali e importanti a far da presupposto alla richiesta di commissariamento ce ne sono eccome.

Invece, solo pochi giorni fa, dal Pd il segretario regionale Ivan Ferruci e quello metropolitano Patrizio Mecacci – che a differenza di parte dei soci aveva potuto leggere nei giorni scorsi la relazione – avevano enfatizzato il passaggio in cui il Forteto viene definito dagli 007 del ministero «solida e fiorente realtà imprenditoriale». Non era che il rigo numero 13 di conclusioni lunghe sei pagine. A pagina 2 iniziano i guai, con gli ispettori che premettono alle loro analisi il «legame imprescindibile» tra cooperativa, associazione e una «comunità ispirata a proprie regole e principi».

Il rapporto interno alla cooperativa, rilevano gli ispettori che, nei loro quattro mesi di investigazione, hanno interrogato 18 soci persone fisiche più 1 ex socio, «è sempre stato sostanzialmente basato su incondizionata “fiducia” per arrivare addirittura a una sorta di “affidamento acritico” dei soci nei confronti degli amministratori». «Tradotto – incalza Mugnai – affidamento acritico nei confronti dei capi della comunità-setta. Quelli che ora sono a processo. Sì perché su un punto va fatta chiarezza: per i vertici della comunità il vero fine è la comunità-setta stessa, la cooperativa è un bene strumentale dal cui controllo discende la possibilità per il sistema Forteto di superare anche questo ulteriore triste capitolo.

Motivo in più per considerare il commissariamento e quindi la necessità di scindere il futuro della cooperativa da quello della comunità, il modo più efficace, oltre che giusto, per tutelare azienda e posti di lavoro». «L’organo amministrativo – si legge poi ancora nella relazione ministeriale – non sembra abbia messo a conoscenza i soci lavoratori (o lo abbia fatto in maniera marginale e superficiale) del contratto di lavoro […] e, cosa assai grave, sembra che alcuni soci abbiano inconsapevolmente sottoscritto strumenti finanziari».

Ancora: «I soci lavoratori, indipendentemente dalle mansioni effettivamente svolte, sono tutti inquadrati con lo stesso contratto e in unico livello contributivo», con violazioni giuslavoristi che per le quali gli ispettori si riservano di inviare gli atti agli organi competenti. C’è dell’altro: «L’ente – si legge già a pagina 3 – nega il diritto del socio alla consegna delle buste paga, del Cud e alla corresponsione delle prestazioni straordinarie e festive effettuate». Per non parlare dello scossone seguito alle denunce di natura penale fatte da alcuni soci, i cui contenuti sono oggetto del processo a carico di 23 persone ai vertici del Forteto – compreso il fondatore e ‘profeta’ Rodolfo Fiesoli – che inizierà il prossimo 4 ottobre.

«Emerge con chiarezza – si legge a pagina 4 – un atteggiamento discriminatorio nei confronti dei soci usciti dalla comunità [… che …] appare gratuito e comunque non riconducibile o giustificabile da irregolarità o comportamenti scorretti del socio nell’ambito del normale rapporto associativo o professionale». Riassumendo, si rileva la «tendenza a confondere le regole ed i principi della “comunità” con il rapporto lavorativo e societario», il che pare aver «condotto gli stessi soci a ritenere “normali” atteggiamenti particolarmente “interferenti” dell’organo amministrativo». Mugnai è tranchant: «Si tratta delle medesime dinamiche rilevate dalla Commissione regionale d’inchiesta, solo proiettate nell’universo lavorativo.

I vertici del Pd comunque su una cosa hanno fatto definitiva chiarezza: il legame a filo che lega il loro partito e la storia del Forteto. Un legame che, evidentemente, è più forte delle sentenze passate in giudicato e di quanto già emerso in questi ultimi mesi; più forte anche della difesa dei diritti fondamentali delle persone e dei lavoratori, della ricerca della verità e dell’esigenza di giustizia delle vittime. Ma è l’ora di finirla, di levarsi i paraocchi. In questa vicenda occorre che tutte le persone di buona volontà, a prescindere dall’appartenenza politica, si mettano dalla parte delle vittime e dei loro diritti calpestati dopo che per trent’anni il Forteto, malgrado fior di sentenze passate in giudicato a carico dei suoi leader, ha rappresentato un punto di riferimento culturale e politico per un pezzo di Toscana.

Non dico che sia facile rinunciare a un’utopia, ma le persone ed i loro diritti sono più importanti delle ideologie. Oggi è assolutamente necessario aprire gli occhi». MoVimento 5 stelle Mugello: "Ci riteniamo particolarmente soddisfatti di quanto anticipato dalla stampa in merito alle ispezioni ministeriali al Forteto e della conseguente richiesta di commissariamento della cooperativa, obbiettivo per il quale, il movimento stesso, si era impegnato da tempo sul territorio con raccolte firme, banchini e distribuendo materiale informativo sul “Caso Forteto”.

Rimaniamo però esterrefatti di fronte alle ultime esternazioni degli esponenti del PD metropolitano e locale, e ci domandiamo come sia anche solo lontanamente possibile ipotizzare un nuovo affido della gestione della cooperativa, a quegli stessi organismi (sindacati, pubbliche amministrazioni, e associazioni varie) che nell'arco degli ultimi vent'anni dovevano controllare e vigilare sulla situazione lavorativa (essendo loro preposti al controllo), ma che evidentemente non hanno assolto bene alla loro funzione, considerato infatti, che a tutt'oggi ci troviamo di fronte ad una richiesta di commissariamento. Inoltre congiuntamente al questore del Senato Laura Bottici, stiamo chiedendo chiarimenti al Pd nazionale ed al ministero, su come sia stato possibile che la relazione degli ispettori, a tutt'oggi riservata, sia stata visionata dal segretario metropolitano del PD Mecacci Patrizio, prima ancora d'essere letta dai soci delle cooperativa stessa..

Tuttavia ci troviamo obbligati a dover ringraziare Mecacci, che dichiarando di aver parlato con Pezzati (ex presidente del C.d.a.), dimostra e conferma, quanto sia ancora forte e determinante la vecchia gestione già compromessa nelle indagini per gli abusi sessuali, e di quanto sia fasullo l'attuale C.d.a. Pertanto ci domandiamo quindi, se oltre al “Sistema Forteto”, esista anche un “Sistema PD” e soprattutto ci chiediamo, se tali comportamenti rientrino nella legalità e legittimità d'operare di un partito e del suo segretario..

In conclusione, riteniamo quindi, che tale situazione dimostri quanto ancora sia forte e stretto il legame collaborativo tra PD e il “Sistema Forteto”, per quanto gli esponenti locali cerchino di dimostrare il contrario. Sicuri che il Pd non perderà occasione per ricoprirsi nuovamente di ridicolo come ha fatto in questi giorni, attendiamo con ansia la prossima intervista di Mecacci che magari chissà , potrebbe fornirci ulteriori dettagli e conferme su quell'intreccio di poteri ed interessi che lega ormai da decenni il PD al “Sistema Forteto”

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