«Da ieri, uno dei ragazzi che hanno denunciato gli abusi del Forteto ha un nuovo lavoro. Presto avrà anche una nuova casa. Insomma: un nuovo inizio. I toscani sono generosi, sapevamo che il nostro appello non sarebbe caduto nel vuoto». E’ con soddisfazione che i Consiglieri regionali che hanno composto la Commissione d’inchiesta sull’affidamento dei minori alla luce della vicenda Il Forteto – l’ex presidente della Commissione d’inchiesta Stefano Mugnai (Pdl) e i Consiglieri Paolo Bambagioni (Pd, ex Vicepresidente della Commissione d’inchiesta), Maria Luisa Chincarini (Cd, ex Consigliere segretario) e Monica Sgherri (capogruppo Fds-Verdi, ex Commissario) – salutano gli ultimi sviluppi dell’appello lanciato proprio da loro all’inizio di maggio.
Gli ex componenti della Commissione d’inchiesta, che ha concluso i suoi lavori nel gennaio scorso, preoccupati dai numerosi atti vandalici e di violenza subiti da alcuni denuncianti, si erano rivolti alle istituzioni toscane e alla società civile affinché si occupassero di aiutare questa decina di ragazzi coraggiosi, magari con un lavoro, ad uscire dal circuito del Forteto, tra cooperativa e comunità. Si trattava, insomma, di fornire loro un’alternativa, forse la prima della loro travagliata vita. E il primo colpo è andato a segno.
Uno dei ragazzi da ieri è assunto come apprendista in una pelletteria della provincia di Firenze. Sta imparando il mestiere, ma ha subito fatto un’ottima impressione. Contemporaneamente, un’altra persona sensibile ha affittato per lui un bilocale fuori dal Mugello, lontano dal luogo oggetto dell’inchiesta giudiziaria e dagli imputati che vi vivono e vi lavorano. «Siamo assolutamente lieti di questa notizia – commentano i Consiglieri regionali – e ora però dobbiamo puntare ad aiutare tutti i ragazzi che hanno affrontato il percorso della denuncia e che ancora si trovano, in mancanza di altre possibilità, a dover lavorare nella cooperativa del Forteto, magari proprio in posizione subordinata rispetto a coloro che hanno denunciato.
Nel frattempo abbiamo registrato altri casi di interessamento da parte di rappresentanti delle confederazioni e stiamo dunque lavorando perché anche per altri si aprano nuove strade». «Siamo consapevoli – chiude Mugnai – che molti, in Toscana ma non solo, avrebbero oggi titolo e necessità di trovare una collocazione lavorativa. Questo però è un caso particolare: le istituzioni, e dunque la società, hanno tolto questi ragazzi alle loro famiglie per gravi motivi, ma li hanno affidati a coloro che oggi sono sotto giudizio.
Ne siamo tutti responsabili. Aiutiamoli».