FIRENZE - Il Centro Nazionale Sangue ha comunicato che due lotti di plasma inviati alla lavorazione industriale per la produzione di farmaci plasmaderivati sono stati trovati reattivi al test HCV-RNA (epatite C), uno dei test eseguiti su tutte le donazioni a garanzia della sicurezza del sangue e dei medicinali emoderivati. I due lotti, tutti i prodotti e gli intermedi di lavorazione derivati sono stati identificati, bloccati e non sono stati utilizzati, quindi non sussiste nessun pericolo di trasmissione del virus. I campioni sono stati oggetto di test di approfondimento risultati positivi a cura del Centro Nazionale per la ricerca e la valutazione dei prodotti immunobiologici (CRIVIB) dell'Istituto Superiore di Sanità .
Uno dei pool in oggetto deriva da plasma raccolto in Toscana in aferesi, l'altro deriva da plasma raccolto in Toscana e Friuli Venezia Giulia da sangue intero che sono confluiti in un unico ordine di processo di frazionamento. Il sistema sangue italiano, che pone la massima attenzione alla qualità e alla sicurezza, ha dimostrato anche in questo caso di saper intercettare i problemi che si presentano, prima che si trasformino in pericoli per la salute. Ciò non minimizza la rilevanza del problema, sia dal punto di vista etico per la non utilizzazione del plasma generosamente donato da tanti donatori, sia dal punto di vista organizzativo ed anche del danno economico. La priorità in questa fase, di concerto con il Centro Nazionale Sangue e l'Istituto Superiore di Sanita', e con la collaborazione di tutte le strutture trasfusionali, è la ricostruzione di come questa rarissima evenienza possa essere accaduta ed i conseguenti provvedimenti tecnici.
La Regione Toscana ha insediato uno specifico gruppo di lavoro per la gestione dell’evento .