FIRENZE– Questa mattina con 14 voti a favore, 1 astenuto (il Presidente Leoluca Orlando), 5 voti contrari (PD) la Commissione Parlamentare d’Inchiesta sugli errori sanitari e sulle cause dei disavanzi sanitari regionali ha approvato la “Relazione sul disavanzo della Asl 1 di Massa”.A darne notizia sono il Consiglieri regionali PdL Stefano Mugnai (Vicepresidente della Commissione Sanità) e Jacopo Ferri (già Presidente della Commissione d’Inchiesta sull’Asl 1 di Massa).
“Dalla lettura della relazione prodotta dalla Commissione bicamerale emerge una ricostruzione dei fatti decisamente diversa da quella minimalista che il Presidente Rossi e l’Assessore Scaramuccia hanno cercato di avvalorare in tutti questi mesi. Il quadro delle responsabilità appare molto più ampio e variegato, poiché non si limita a individuare nei vertici dell’Asl 1 gli unici responsabili del più grave scandalo che la sanità toscana abbia conosciuto. In una vicenda di queste proporzioni era in effetti impresa ardua cercar di minimizzare, come è stato fatto dalla Giunta e dalla maggioranza regionale, il ruolo di coloro che avevano responsabilità politica su quanto è accaduto ma anche di coloro che, come esperti o tecnici, avevano un rapporto fiduciario con i vertici politici.
La relazione da questo punto di vista appare estremamente chiara e l’esito del voto in Commissione è emblematico: tutti i Gruppi hanno votato a favore della relazione, guarda caso, gli unici voti contrari sono arrivati dai Parlamentari del PD. Chissà perché?” – concludono Mugnai e Ferri. “La Toscana ha i conti della sanità in pari e, caso unico in Italia, i bilanci delle Asl certificati da agenzie esterne. Per verificare i conti in profondità è necessario fare così e su questo sfido anche tutte le altre Regioni a imitarci.
Ne farò una battaglia personale e sono sicuro che i tecnici che oggi sono al governo capiranno bene cosa intendo”. Questa la reazione del presidente Enrico Rossi alla notizia “Il caso della Asl di Massa – prosegue il presidente Rossi – è esploso proprio grazie alle attività approfondite di controllo svolte dalla Regione. Quanto al mio comportamento personale lo ritengo esemplare. Non appena sono stato avvertito dai tecnici del “buco” di bilancio ho portato tutto all’attenzione della Procura della Repubblica e della Corte dei Conti.
Ho rimosso e sostituito il Direttore generale, ho avviato verifiche sugli ultimi dieci anni di attività della Asl. Ho pareggiato i conti, facendo in modo che nello stesso tempo anche i conti generali della sanità toscana restassero in pareggio. Sfido a trovare una Regione – conclude il presidente - che abbia fatto tutto questo in circostanze analoghe. E sfido le altre Regioni a certificare i bilanci della sanità tramite agenzie esterne come fa la Toscana”. Una trasfusione non necessaria effettuata con sangue destinato ad altro paziente ha determinato, nel luglio scorso, la lunga e drammatica agonia conclusasi con il decesso di una paziente ottantenne di Sansepolcro.
Sulla tragica vicenda accaduta al policlinico senese delle Scotte, Stefano Mugnai, Consigliere regionale del PdL e Vicepresidente della Commissione sanità, ha presentato un’interrogazione urgente per avere dalla Regione Toscana un chiarimento immediato e richiedere la verifica sulle eventuali responsabilità. Dopo circa sette mesi, l’Assessore regionale alla Sanità Daniela Scaramuccia fa sapere di ‘condividere l’interesse dei consiglieri interroganti a voler far luce sui fatti, al fine di accertare la dinamica e valutare le responsabilità di quanto accaduto’ e parla di ‘misure di prevenzione immediatamente operative che offrano soluzioni rapide ed efficaci’.
“Rapide appunto – commenta sarcastico Mugnai – Una tragedia di questo calibro richiedeva a nostro parere un chiarimento immediato, che invece arriva dopo ben sette mesi. Ringraziamo l’Assessore Scaramuccia per aver condiviso il nostro interesse a far luce sull’episodio delle Scotte, ma auspichiamo che la prossima volta ci risponda entro 60 giorni, cioè nei tempi previsti dall’articolo 160 del Regolamento”.L’Assessore alla Sanità ha fornito, inoltre, un’analisi dell’incidente svolta dal responsabile del rischio clinico aziendale, Riccardo Tartaglia, con il supporto del Centro Regionale, “Analisi per niente confortante – dichiara Mugnai – dalla quale emerge che negli ultimi 40 anni il tasso di errori trasfusionali ABO è rimasto pressoché invariato.
‘La mortalità secondaria a reazione emolitica acuta intravascolare da trasfusione ABO incompatibile varia dal 10 al 15% dei casi’, si legge nell’analisi di Tartaglia. Che dire? Non è molto confortante che ancora oggi si verifichino errori simili con tali percentuali – riflette l’esponente del PdL – La vera sfida è diminuire i rischi di questo tipo di disgrazie e prendere provvedimenti specifici per evitare la perdita di altre vite umane”.