Una trasfusione non necessaria effettuata con sangue destinato ad altro paziente ha aperto la strada a un’agonia di giorni conclusasi con il decesso choc di una paziente ottantenne di Sansepolcro: è accaduto l’altro ieri al policlinico senese delle Scotte e ora sulla vicenda, di cui si sta già occupando la magistratura, dovrà far luce la Regione Toscana. A chiamarla a questo compito un’interrogazione depositata oggi dal Vicepresidente della Commissione sanità del Consiglio regionale Stefano Mugnai (Pdl) e dal Consigliere regionale del Pdl Claudio Marignani, che chiedono espressamente all’assessore al diritto alla salute Daniela Scaramuccia e al governatore Enrico Rossi «risposte immediate e chiare sull’accaduto», oltre che di «appurare con le dovute verifiche se ci siano responsabilità certe».
Non solo, però, perché Mugnai e Marignani domandano anche «azioni per evitare il ripetersi di queste tragedie». Tutto, però, dopo aver ricostruito in narrativa le troppe stazioni dell’autentica via crucis patita dall’anziana donna, «ricoverata nel reparto di cardiologia del policlinico di Siena Santa Maria alle Scotte il 30 maggio scorso per cardiopatia valvolare con stenosi aortica severa e stenosi valvolare mitralica e precisamente». «La paziente – si legge nell’interrogazione – è stata operata il 09.06.11 con successo, e sono state impiantate due valvole biologiche.
Le condizioni al 10.06.11 dei valori generali risultavano migliori del previsto. In seguito, l’11.06.11 è stata effettuata trasfusione con sangue non compatibile destinato ad altro paziente (la paziente non ne aveva bisogno). Ancora, al 18.06.11 la paziente ha avuto emorragie interne. Il 22.06.11 è stato asportato l’intestino crasso. L’08.07.11 la paziente ha subito un ulteriore intervento per risistemare lo sterno, che si era staccato». Non solo: «Nelle ultime settimane la paziente era stata sottoposta alla terapia intensiva con la macchina per dialisi, in quanto aveva perso la funzione renale».
L’atto finale il 27 luglio scorso, con il decesso alle ore 18. «Preso atto che la procura della Repubblica di Siena ha aperto un’inchiesta» e «ritenuto doveroso appurare come mai si sia arrivati a questa tragedia», Mugnai e Marignani sottopongono adesso il caso alla giunta regionale. Per capire cosa sia accaduto. E perché non accada ancora.