Un paziente di 60 anni e' morto all'ospedale fiorentino di Careggi in seguito a una trasfusione eseguita per errore. Il drammatico errore è stato commesso, secondo quanto riportato oggi dalla Repubblica, in un reparto del dipartimento del cuore e dei vasi, la chirurgia vascolare, circa due settimane fa. Ancora una volta uno scambio di persona è all'origine di un grave caso di malasanità.
A un cardiopatico ricoverato a Careggi sarebbe stato somministrato sangue destinato a un altro malato. Fatale la reazione allergica. L'uomo, in gravi condizioni per un problema cardiocircolatorio, è deceduto due giorni dopo il ricovero. La Regione apre una inchiesta Una trasfusione di sangue sbagliata. Il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi ha espresso vicinanza e solidarietà ai familiari della vittima. Il consigliere regionale e membro della Commissione Sanità, Marco Carraresi, chiede che sull’episodio, e sulle sue dinamiche, si faccia subito luce soprattutto per quanto riguarda le responsabilità personali.
“E’ necessario assicurare a questa drammatica vicenda – rimarca Carraresi – la massima trasparenza, in modo da capire anche i motivi dei ritardi nell’informazione circa quanto avvenuto”. “Gli errori nel campo della sanità possono accadere (anche se dobbiamo impegnarci tutti affinchè siano sempre meno) – sottolinea l’esponente centrista – ma non è accettabile che qualcuno abbia tentato di tenere segreta la vicenda. Anche perché è il modo peggiore per evitare il ripetersi di episodi del genere”.
“Ci attendiamo – conclude Marco Carraresi – che la giunta regionale faccia chiarezza, così come ha garantito lo stesso governatore Enrico Rossi”. «E’ intollerabile che la giunta regionale e la direzione generale dell’Azienda ospedaliera abbiano taciuto per giorni una notizia tanto tragica, di grave e grande interesse pubblico. Forse, se non fosse venuta alla luce grazie al lavoro della stampa, dello scambio di paziente e della trasfusione fatale effettuata al policlinico di Careggi una settimana fa ancora non sapremmo nulla.
E’ davvero inaccettabile, e su questo noi chiediamo che le figure apicali dell’assessorato alla salute e dell’Azienda ospedaliera valutino l’opportunità di fare un passo indietro»: è durissimo il commento con cui il Vicepresidente della Commissione sanità del Consiglio regionale Stefano Mugnai (Pdl) bolla la condotta della Regione Toscana e dell’Azienda ospedaliero-universitaria di Careggi rispetto alla vicenda che ha provocato il decesso di un paziente sessantenne ricoverato nel reparto di cardiochirurgia vascolare, dove gli è stata praticata una trasfusione destinata ad altro paziente con gruppo sanguigno differente e incompatibile.«Gli errori anche tragici possono purtroppo accadere – argomenta Mugnai che sulla vicenda annuncia un’interrogazione urgente alla giunta regionale – ma è francamente difficile accettare la tragedia provocata a Careggi.
A fronte dell’enormità del caso di malasanità fiorentino va però fatta anche una riflessione sull’assoluta mancanza di trasparenza da parte di chi governa la sanità toscana, che ha scientemente tenuto nei cassetti questa tragedia su cui i cittadini e noi come istituzione, noi come Commissione consiliare competente, avevano il diritto di essere informati. E non è la prima volta che ciò accade: anche in un altro recente importante caso, per fortuna non tragico come le dimissioni dell’ex assessore Daniela Scaramuccia, la notizia è stata tenuta nei cassetti per giorni per poi inevitabilmente filtrare sugli organi di stampa e costringere Rossi a conferenze stampa riparatrici.
E’ il colmo per una Regione che Rossi, a inizio mandato, provò a definire come una casa di vetro. Evidentemente questo vetro si è opacizzato. E non poco».Mugnai rileva tra l’altro come le dichiarazioni rilasciate alle agenzie dal governatore toscano Enrico Rossi e dall’assessore al diritto alla salute Luigi Marroni compongano un’assonanza logica ineluttabile. Rossi infatti afferma: «Ho un rilievo da fare: quando accadono simili tragedie è buona norma darne subito piena informazione».
Marroni dal canto suo afferma: «Sappiamo dall’inizio della questione, le comunicazioni formali sono state fatte subito tutte e sono state rispettate tutte le regole». Mugnai osserva: «Quindi l’assessore e la direzione aziendale sapevano quanto era accaduto a Careggi ma si sono ben guardati dal rendere la notizia accessibile ai cittadini e al Consiglio regionale. Rossi invece sostiene che in questi casi sia necessario dare immediatamente la massima informazione possibile, cosa che non è accaduta.
Qualcuno avrà ora il buon senso di prendere almeno in considerazione l’eventualità di fare un passo indietro? Un’altra domanda: possibile che Rossi non sia stato informato per tempo di questo caso di malasanità? E nel caso di risposta affermativa: è normale che, oltre a non informare cittadini e assemblea regionale, nessuno informi neanche il Presidente regionale? Mah!» Sulla tragica morte del paziente di Careggi si esprime anche il Gruppo regionale della Lega Nord Toscana, a voce di Gian Luca Lazzeri membro della IV commissione Sanità: «Il presidente Rossi, e noi concordiamo, chiede che sui casi di malasanità siano per primi gli uomini della sanità pubblica regionale a darne notizia con spirito critico e si lamenta che su questo drammatico fatto ciò non sia avvenuto.
Essendo il Presidente della Regione Toscana, deve dare seguito a queste parole ed assumere le iniziative del caso. Non può evidenziare pubblicamente un disappunto e non trarne le conseguenze nei confronti dei soggetti che secondo lui erano preposti a darne l’informazione. Stiamo parlando del professor Gensini? Del Direttore Generale Giovannini di Careggi? Dello stesso assessore Marroni? Ma mi chiedo infine: il presidente Rossi quando lo ha saputo? Lo ha saputo subito o la ha letto anche lui sul giornale?»