Dissequestro della Talpa Monna Lisa parcheggiata da mesi nei cantieri fiorentini dell'alta velocità presso lo scalo ferroviario di Campo Di Marte. La fresa arrivata per scavare il sottoattraversamento fiorentino dopo il dissequestro disposto dalla Procura di Firenze è pronta a mettersi in moto. ''Lo sblocco della fresa sicuramente è un segnale importante per investimenti e lavoro'' ha detto Erasmo D'Angelis, sottosegretario alle Infrastrutture all'assemblea dei soci di Cooplat. ''Bologna - ha ricordato D'Angelis - ha inaugurato il mese scorso il sottoattraversamento dell'Alta Velocità.
Auspico che le aziende che hanno frenato queste opere possano tornare in campo, riprendere i lavori e portarli fino in fondo, perché sia sul versante delle tramvie che dei lavori per il sottoattraversamento ferroviario sono state le aziende ad avere grossi problemi'' ''In due mesi il Governo ha sbloccato i cantieri e apre prospettive'' così Erasmo D'Angelis sul quadro istituzionale ''Stiamo facendo ripartire i cantieri abbiamo in campo 3 miliardi di investimenti sulle opere pubbliche, 300 milioni per la messa in sicurezza dell'edilizia scolastica, altri 300 nei prossimi tre anni per la manutenzione del territorio nei piccoli comuni, risorse sugli ecobonus per le ristrutturazioni e il risparmio energetico in edilizia al 65%, esarà del 65% anche il bonus per le ristrutturazioni antisismiche'' “E’ estremamente positivo che la procura della Repubblica, dopo sei mesi, abbia dissequestrato Monnalisa, la talpa per scavare la galleria Tav a Firenze.
Ora è tempo di riprendere i lavori senza ulteriore indugio”. Lo ha detto Vasco Galgani, presidente della Camera di commercio di Firenze. "Non volendo entrare nella vicenda penale, che dovrà seguire il suo corso – ha aggiunto Galgani -, trovo che sia giusto e responsabile da parte della magistratura dare la possibilità di proseguire i lavori per un progetto approvato dal Governo, firmato da Regione e dagli enti locali e che deve essere realizzato nel più breve tempo possibile con il rispetto di tutte le prescrizioni e senza danni per la città”. Galgani ha poi ricordato che “la Tav a Firenze non è solo un appalto da 1,5 miliardi, il più grande investimento pubblico in questo momento, ma vale anche 90 milioni di opere pubbliche compensative per la città e soprattutto significa dotare il territorio di una formidabile leva per l’occupazione e di un duraturo volano di sviluppo.
Sono proprio le infrastrutture come questa a dare spinta al mercato del lavoro, senza il quale non ci sarà ripartenza, indipendentemente dai provvedimenti che il Governo, la Regione o gli enti locali potranno adottare”. “Tre settimane fa, dopo otto anni di lavori, è stata inaugurata la nuova stazione sotterranea della Tav a Bologna, 32 metri sotto terra e di dimensioni doppie rispetto a quella di Firenze – ha concluso Galgani -. Ci auguriamo che si possa mantenere la data certa del 2016 in cui anche Firenze potrà festeggiare il passaggio del primo treno nella nuova stazione”. Nell’inchiesta sul tunnel Tav sotto Firenze sono indagate ben 31 persone, fra amministratori e dirigenti di Italferr, Rfi, Nodavia e Seli, funzionari e consulenti dei ministeri dell’ambiente e delle infrastrutture e delle autorità di vigilanza. "I filoni dell’inchiesta sono molteplici - sottolinea Ornella De Zordo capogruppo di perUnaltracittà - Si va dai reati ambientali legati allo smaltimento delle terre di scavo, alla sicurezza, all’aumento dei costi dell’appalto.
Le ipotesi di reato sono associazione a delinquere, truffa aggravata, frode in pubbliche forniture, corruzione e traffico di rifiuti. Un pessimo inizio per una pessima opera pubblica che, anche se fosse realizzata a regola d'arte, non porterebbe alcun beneficio ma solo impatti ambientali e sperpero di denaro pubblico in quantità incalcolabile. Un quadro inquietante che pone interrogativi a cui ancora non è stata data alcuna risposta: la fresa è stata dissequestrata semplicemente perché il sequestro doveva servire per una ispezione tecnica, che è ultimata.
Ma la relazione ancora non è stata ancora consegnata: dalle intercettazioni emergono i dubbi degli stessi operatori in merito alla possibilità della macchina di reggere lo scavo, con gravi rischi anche per la sicurezza dei lavoratori. In teoria, la "talpa" potrebbe anche cominciare a scavare. Ecco, ci auguriamo proprio che questo non accada: la sicurezza dei cittadini, dei lavoratori e del territorio non può esser garantita da soggetti su cui gravano ipotesi di reto così gravi. E anche i pasdaràn del doppio tunnel non potranno assumersi la responsabilità, tutta politica a questo punto, di far partire lavori realizzati da chi, come Nodavia, o Seli, ha più di una risposta da dare sulla regolarità dei comportamenti, sull'accuratezza della preparazione di cantieri così delicati, sul rispetto di tutte le normative ambientali e di sicurezza".