di Nicola Novelli “Chi comanda Firenze“ è il titolo del libro con cui il giornalista fiorentino Duccio Tronci analizza “la metamorfosi dei poteri e i suoi retroscena attraverso la figura di Matteo Renzi”. Un bell'esercizio di memoria storica che ripercorre gli ultimi 10 anni di politica locale per sottolinearne i comuni denominatori in cui si sono incrociati interessi economici e di potere. Il filo rosso che lega un capitolo all'altro è la permanenza a ogni livello del governo locale (comuni, province e regione) del Partito Democratico.
Caratterizzato dal radicamento di una generazione di amministratori toscani all'interno della macchina burocratica, delle banche e del sistema imprenditoriale centrato sulle cooperative. E una crescente vocazione agli affari in affinità con il campo politico apparentemente avverso, tale da competere per dimensione con il malaffare nazionale. Perché una costante dal 1999 a oggi è stata la scelta del centrodestra di esprimere (a Firenze come per la Regione) candidati deboli, che non hanno mai messo in discussione la vittoria garantita del PD. Gli esiti rovinosi di questa stagione politica sono contrassegnati, a livello regionale, dall'inchiesta sulla ASL di Massa, che fa emergere un ammanco di € 400 milioni, sul piano economico dalla crisi finanziaria della banca MPS, soverchiata dal debito di € 740 milioni conseguente alla gestione di Giuseppe Mussari. Se il personaggio che da il titolo al libro è Matteo Renzi (probabilmente per ragioni di cassetta) in realtà il vero protagonista è la parabola degenerativa del partito egemone in Toscana, di cui Renzi è solo l'ultima espressione.
Onestamente, nello scenario disastrato raccontato da Tronci, Matteo Renzi più che un epigono locale di Silvio Berlusconi, come è stato raffigurato con intento demonizzatore dalla vulgata bersaniana all'epoca delle primarie, appare piuttosto il pallido apprendista stregone del potere PD, contrastato dai suoi amici di partito altrettanto che dai partiti nemici. Forse nel timore che la sua ascesa potesse mette in discussione proprio quegli equilibri economici consolidati, che il libro elenca e mette in luce, con stile sintetico, ma esauriente. Per intendersi salta agli occhi la sproporzione degli importi contestati dalla gestione pubblica di Matteo Renzi, a paragone con le vicende amministrative legate al suo predecessore Leonardo Domenici, o ai presidenti di Regione coevo e precedente.
L'appalto della comunicazione della Provincia di Firenze a Florence Multimedia è costato e 9 milioni? La sua trasferta in USA per reperire sponsor privati alla ricerca dell'affresco scomparso di Leonardo in Palazzo Vecchio ammonta a € 12.000 di spese? Ma gli scandali urbanistici scoppiati nel corso della stagione fiorentina del cemento hanno dimensione economica decupla, se non 100 volte più grande, e hanno condotto al rinvio a giudizio di decine di persone e già a qualche condanna.
Storie che portano il nome delle imprese edili Quadra, BTP, Consorzio Etruria, Consorzio Toscano Costruttori. Vicende immobiliari che hanno per teatro luoghi ormai celebri, quali l'ex manifattura tabacchi, il cinema Multiplex (finanziato da MPS e Intesa e ora gestito da Medusa e Benetton), l'ex panificio militare (immobile pubblico rilevato a trattativa privata da una società partecipata BTP e CE), l'auditorium Parco della Musica (che al termine costerà € 250 milioni), l'area di Castello, dov'è stata realizzata un'operazione da 1,4 milioni di metri cubi sui 168 ettari di proprietà di Fondiaria SAI, oggi sotto il controllo -guarda caso- del gruppo assicurativo-finanziario Unipol.
Simile storia per i 14 mila mq. dell'ex filiale Fiat di viale Belfiore, clamoroso “buco nell'acqua” dell'edilizia fiorentina. Emblematici del cortocircuito politico, i rapporti incrociati nei progetti Autostrada Tirrenica e Bretella autostradale Lastra a Signa-Prato dell'ex assessore regionale PD Riccardo Conti con l'ex ministro PdL Altero Matteoli, per tramite di Vito Gamberale, AD della società F2i, partecipata da MPS e CDP. L'ex assessore dalemiano ai trasporti anima una associazione politica che ha ricevuto finanziamenti da MPS, BCC di Cambiano, Toremar, Porto di Livorno, Lazzi, Autostrade SpA, Legacoop, CoopLat, Consorzio Etruria, tutti soggetti vigilati dallo stesso assessorato regionale che Conti guidava. La tramvia di Firenze ha invece la dimensione finanziaria delle grandi opere nazionali.
Per realizzare i pochi chilometri della Linea 1 nell'arco di 8 anni, sono stati spesi € 260 milioni. Con un costo medio/Km. paragonabile a quello dei cantieri TAV nel tratto Bologna-Firenze, che si stima potrebbe essere costati complessivamente oltre € 5 miliardi. E fa rabbrividire che con questi stessi presupposti si avvi il cantiere per il sotto-attraversamento di Firenze, che infatti potrebbe costare € 1,5 miliardi. Se queste devono rimanere le dimensioni di spesa, verrebbe quasi da gioire se dovessero decadere i finanziamenti nazionali ed europei per la tramvia Linee 2 e 3.
Come sarebbe da rivalutare anche la privatizzazione di Ataf realizzata da Renzi. Il nuovo stadio realizzato alla Mercafir costerà 200 milioni? Almeno cambierà destinazione d'uso a un'area in dismissione, mentre la precedente localizzazione a Castello avrebbe cementificato 80 ettari di pianura verde. Quale sarà il futuro dell'aeroporto di Peretola? E dell'inceneritore a Casa Passerini? Saranno realizzati davvero i parcheggi sotterranei nella piazze del Carmine e Brunelleschi? Che fine faranno le partecipate comunali, Quadrifoglio e Centrale del Latte? Come sarà risolto l'immane deficit del Teatro del Maggio Musicale Fiorentino? Il libro di Duccio Tronci aiuterà il lettore a formarsi un'opinione del presente sulla base dell'esperienza passata.
Con lucidità e disincanto. Emancipando l'elettore toscano dal caratteristico approccio da “tifoso della politica”. Grazie anche all'agghiacciante appendice, che acutamente Tronci decide di dedicare all'inspiegabile vicenda della Cooperativa agricola del Forteto, maturata grazie alla mancata vigilanza degli enti pubblici, nonostante la messa in guardia magistratura e persino della Corte europea di Giustizia. “Chi comanda Firenze” sarà presentato al pubblico martedì 11 giugno (alle ore 18) alla libreria Feltrinelli in via Cerretani.
Oltre all’autore saranno presenti i giornalisti Marco Lillo, del Fatto Quotidiano, Giuseppe Mascambruno, ex direttore de La Nazione, e Alessandro Rossi, ex direttore del Nuovo Corriere di Firenze.