Ferdinando de’ Medici,figlio del granduca Cosimo III e di Margherita Luisa d’Orléans era destinato a essere Granduca di Toscana, ma gli fu negata questa possibilità . La sifilide contratta a Venezia nel 1696, lo condusse alla follia e quindi alla morte nel 1713, prima di salire al trono. Se la storia non lo ricorda come sovrano,lo rammenta come figura di spicco del tardo Seicento. Ferdinando si distinse ,infatti,per l’amore per la cultura nel senso più pieno del termine. I suoi interessi di collezionista d'arte e di mecenate, uniti a a quelli per il teatro, per la musica, per la scienza, fecero del giovane principe un vero e proprio faro nella Firenze del tempo. In occasione del terzo centenario della morte la Galleria degli Uffizi gli dedica una mostra importante ,che , come ha dichiarato Cristina Acidini, è-“un' immersione nell’arte, nel gusto, nella curiosità e nel capriccio di un’intera epoca che vuole rendere omaggio a questa straordinaria personalità, eclettica e articolata, presentandone le caratteristiche salienti in merito al collezionismo artistico ma anche alla passione per lo spettacolo”. Nelle sale al piano nobile della Galleria vengono presentate opere e documenti significativi della vicenda biografica del Delfino toscano che, premorendo al padre, appunto il 31 ottobre 1713, non ebbe pieni doveri di Stato, potendo così sviluppare quelle passioni che lo accompagnarono nella pur breve vita. Le prime sezioni, una delle quali iconografica, dedicata all’immagine del principe, illustrano gli interessi giovanili per la musica e per il teatro e i luoghi di tale interesse, soprattutto la villa di Pratolino, palcoscenico ideale per gli ozi e i divertimenti del principe.
Accanto a lui i suoi musici, i suoi librettisti, gli uomini che si occuparono della sua educazione che fu affidata ai ‘migliori ingegni’ della Firenze tardo secentesca. Una sezione è poi dedicata alle nozze del principe con Violante Beatrice di Baviera, alle cerimonie fiorentine del tempo, ai lavori di adattamento della reggia di Pitti che subì un massiccio restauro documentato in mostra da disegni e altre memorie. Nelle sale successive, dedicate alla prima fase del collezionismo artistico di Ferdinando, sono presentati quei pittori graditi al giovane principe, verso i quali l’erede al trono mostrò una preferenza che in alcuni casi, come quello di Anton Domenico Gabbiani, non venne mai meno e non subì eclissi, anche quando i gusti di Ferdinando, allo scadere del Seicento, si orientarono verso le scuole extra-toscane. Due settori nei quali il principe si distinse con particolare incisività, nel campo del collezionismo e del mecenatismo, furono la natura morta e la scultura.
Nel primo Ferdinando mostrò un gusto decisamente scelto, individuando in Bartolomeo Bimbi quello che meglio di altri poteva ben rappresentare la corrente più moderna, compiutamente barocca, di questo filone artistico. Al contempo, grazie a una fitta rete di consulenti, il principe tenne d’occhio il mercato ‘straniero’, peninsulare come europeo, facendo arrivare in collezione le opere dei più brillanti artefici che per lui produssero sensazionali capolavori, spesso eseguiti a Firenze. Nel campo della scultura Ferdinando protesse i maestri locali, quelli formatisi a Roma all’Accademia medicea, privilegiando Giuseppe Piamontini, Giovan Battista Foggini, Balthasar Permoser e Massimiliano Soldani Benzi che produssero per il Delfino alcuni dei loro capolavori, la maggior parte dei quali è visibile insieme, per la prima volta, nelle sale della mostra. Un altro aspetto che l’esposizione degli Uffizi intende evidenziare è quello del collezionismo di opere antiche .
Ferdinando non si limitò infatti a raccogliere opere di artisti contemporanei ma, si interessò costantemente della pittura cinque-secentesca, italiana e non, facendo arrivare a Firenze una mole enorme di dipinti, molti dei quali capolavori che oggi fanno la ricchezza dei musei fiorentini. In questo settore, l’intraprendenza collezionistica del principe raggiunse livelli mai visti in famiglia. Ferdinando, pur di assicurarsi i grandi capolavori sacri ancora conservati nelle chiese di Firenze, della Toscana ma anche in altre zone d’Italia, procedette con una frenetica ‘campagna-acquisti’ di prestigiose pale, fornendone le copie, finanziando interi restauri delle strutture che contenevano gli originali, comprando e pagando salati alcuni capolavori sommi dell’arte occidentale. E’ grazie a Ferdinando, infatti, che oggi possiamo ammirare nei musei fiorentini, agli Uffizi come a Pitti, opere quali la ‘Madonna dal collo lungo’ del Parmigianino, la ‘Madonna delle arpie’ di Andrea del Sarto, la ‘Pala Farnese’ di Annibale Carracci, la ‘Visione di Margherita da Cortona’ ,la ‘Pala Dei’ di Raffaello, il ‘Martirio di Santa Caterina’ di Riminaldi, la ‘Discesa di Cristo dalla croce’ di Cigoli . Accanto a queste opere spesso monumentali, il principe sviluppò anche altri filoni collezionistici.
Ad esempio, nella villa del Poggio a Caiano dette vita, sul finire del XVII secolo, a un ‘gabinetto di opere in piccolo’ nel quale fece confluire dipinti di ridotte dimensioni riempiendo le pareti dal pavimento al soffitto, esemplificando così, in maniera quanto mai originale, scuole, maestri e tecniche pittoriche varie e articolate: in mostra, il ‘gabinetto’ del Poggio è ricostruito e due pareti di questo vedranno rialloggiati i dipinti nella sistemazione voluta dal Principe. La sezione settima della mostra presenta le preferenze del principe per la grande scultura fiorentina di fine secolo ed in pittura il rinnovarsi del gusto di Ferdinando verso scuole 'straniere' ben più moderne di quella locale, quali la veneta - amatissima già in gioventù - la bolognese e la ligure (con opere di Crespi, Cassana, Fumiani, Sebastiano e Marco Ricci, Magnasco e Peruzzini) i cui maggiori protagonisti vennero a Firenze e produssero per il principe alcuni dei loro capolavori. La mostra si conclude con una sezione dedicata agli anni finali di Ferdinando: si presentano gli esiti del suo collezionismo artistico, i disegni relativi al monumento celebrativo che si pensava di erigere in sua memoria, i bozzetti connessi a questo progetto, i materiali sulle esequie. La mostra,che è visitabile sino al 3 novembre, è corredata da un bel catalogo edito da Giunti ed è a cura di Riccardo Spinelli .
L'esposizione è promossa dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali con la Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici della Toscana, la Soprintendenza Speciale per il Patrimonio Storico, Artistico ed Etnoantropologico e per il Polo Museale della città di Firenze, la Galleria degli Uffizi, Firenze Musei e l’Ente Cassa di Risparmio di Firenze. Alessandro Lazzeri http://www.unannoadarte.it/ Sconti per chi viaggia con Trenitalia per visitare a Firenze la mostra Il Gran Principe.
Ferdinando de’ Medici (1663 - 1713) collezionista e mecenate, in programma da oggi fino al 3 novembre nella Galleria degli Uffizi. I clienti Trenitalia e i soci CartaFRECCIA, la carta fedeltà gratuita per chi viaggia in treno, possono acquistare il biglietto della mostra a un prezzo ridotto esibendo al botteghino il proprio biglietto di viaggio o la tessera. Trenitalia infatti è a fianco di Firenze 2013. Un Anno ad Arte, il programma di otto esposizioni temporanee nelle più illustri Gallerie del Polo Museale fiorentino. Raggiungere in treno Firenze riserverà inoltre, ai clienti Trenitalia, agevolazioni e sconti negli acquisti presso i bookshop museali e nel servizio autoguide della mostra oltre alla garanzia di ingresso prioritario, evitando così eventuali file d’attesa. Il Gruppo Ferrovie dello Stato Italiane, con questa partnership, conferma l’impegno a favore della cultura e al fianco di grandi istituzioni di fama internazionale, come la Biennale di Venezia, l’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, di cui è socio fondatore, la Fondazione del Maggio Fiorentino, la Fondazione Palazzo Strozzi di Firenze, la Fondazione Ravello, il Complesso del Vittoriano. È una vocazione quasi naturale per un’Azienda radicata da oltre un secolo nel tessuto economico e sociale del Paese, che conta oggi circa 71mila dipendenti, e trasporta ogni anno 600 milioni di passeggeri su un network ferroviario di oltre 16.700 chilometri, di cui 1.000 ad Alta Velocità.