Casa Buonarroti espone, nella Sala dedicata alla Fabbrica di San Lorenzo, il Modello ligneo per la Facciata di San Lorenzo. In Casa Buonarroti una sezione della mostra, curata da Pietro Ruschi, accompagnando il Modello ad alcuni disegni autografi di Michelangelo e ad una sua lettera. Dal 25 marzo al 6 ottobre 2013 avrà luogo, presso il Museo delle Cappelle Medicee, la mostra “Nello splendore mediceo – Papa Leone X e Firenze“. Fra i temi del percorso espositivo, l’affidamento a Michelangelo del progetto della facciata (mai realizzata) di San Lorenzo e dei lavori della Sagrestia Nuova.
Leone X, Papa della Famiglia Medici, nel novembre del 1515, decise di bandire una sorta di concorso per realizzare una facciata per San Lorenzo. Come narra il Vasari, parteciparono Baccio d’Agnolo, Antonio da Sangallo, Andrea e Jacopo Sansovino, Raffaello e Michelangelo. Fu proprio il Buonarroti, il più inesperto come architetto, a ottenere l’incarico e, attraverso un incessante percorso creativo, nell’arco di circa due anni (1516-1518) egli mise a punto il progetto definitivo.
I lavori ebbero inizio sia con l’estrazione del marmo dalle cave di Carrara e di Pietrasanta, operazione cui il Buonarroti sovrintese personalmente, sia, a Firenze, con i lavori di fondazione. Improvvisamente, nel marzo del 1520, il Papa, forse ansioso di completare la Sagrestia Nuova per collocarvi le spoglie del nipote Lorenzo duca di Urbino da poco scomparso, sollevò Michelangelo dall’incarico, determinando la definitiva sospensione del cantiere. Del progetto michelangiolesco restano sei disegni autografi, alcuni accurati, altri a livello di abbozzo, numerosi schizzi dei blocchi di marmo da tagliare e sgrossare in cava prima di essere trasportati in cantiere e una vasta corrispondenza.
Di essa fa parte la celebre lettera in mostra, dove il Buonarroti, con l’intento di convincere definitivamente il Pontefice, affermò di voler realizzare una facciata “che sia, d’architectura e di schultura, lo spechio di tucta Italia”. La lettera è famosa perché il Buonarroti sollecita la realizzazione dell'opera chiedendo soldi per poterla completare "in un modo o nell'altro, affidandomi il lavoro sulla fiducia o assumendomi a cottimo, decidete voi" La realizzazione della facciata è uno dei piccoli, grandi misteri fiorentini visto che nel corso dei secoli in tanti si sono spesi per coprire le pietre nude della Basilica, dall'Elettrice Palatina Anna Maria Luisa de' Medici a Francesco Mattei da Serravezza: entrambi lasciarono soldi per completare l'opera, ma i denari furono spesi per le ristrutturazioni di san Lorenzo e di altre chiese fiorentine senza mai dare seguito ai lasciti avvenuti per un fine ben preciso. A farsi carico, onore ed onere, di riportare all'attenzione la secolare vicenda è stato Eugenio Giani nominato presidente della Fondazione Buonarroti al tempo della nomina come Assessore alla cultura e poi riconfermato da Matteo Renzi con l'ultima Giunta.
"Il mio sogno - continua a sperare Giani - è di vedere realizzata anche semplicemente in forma scenografica, magari con una installazione nel 2015, l'idea di facciata che fu di Michelangelo e che è stata ripresa probabilmente come ispirazione per la facciata di San Pietro dal meno noto Carlo Maderno" San Lorenzo è un quartiere sempre in procinto di subire un profondo cambiamento che ne restituisca il sapore antico: un percorso che al pari della facciata si è presentato accidentato, a cominciare dai problemi di degrado dell'area limitrofa, fino alla riorganizzazione dei due mercati, quello alimentare e quello storico formato dalle bancarelle che si sono messe di traverso davanti all'ipotesi avanzata da Matteo Renzi di aprire il sagrato al libero transito dei turisti. AntLen