di Nicola Novelli FIRENZE- L'annata trascorsa è stata davvero memorabile per il PD di Firenze, una città che è tornata dopo molto tempo al centro dell'attenzione politica nazionale. Ma i prossimi 12/14 mesi potrebbero non essere da meno dei precedenti, per svariate ragioni. Molto dipenderà dall'esito della crisi nazionale, con il responso che le prossime settimane ci faranno conoscere sul fronte del Quirinale e su quello di palazzo Chigi. Comunque vada, il partito di Bersani e Renzi avvierà dal prossimo autunno il percorso congressuale e, inevitabilmente a giugno 2014 giungeranno a scadenza la consiliatura comunale e la legislatura europea.
Dunque appena definito il nuovo assetto interno il PD fiorentino affronterà una doppia campagna elettorale, comunale e continentale. A queste potrebbero aggiungersi l'incognita di elezioni anticipate a livello nazionale e, stando ai ben informati, persino a livello regionale se la giunta guidata da Enrico Rossi dovesse traballare sotto il peso della crisi finanziaria della sanità toscana e degli imprevedibili sviluppi del crac del Monte dei Paschi di Siena. Che passi faranno in questo scenario Matteo Renzi ed Enrico Rossi? Saranno ancora in primo piano i segretari del PD, regionale Andrea Manciulli, eletto deputato, e metropolitano Patrizio Mecacci? Il dipanarsi della matassa politica fornirà le risposte, intrecciandole con tanti temi di gestione del territorio che, proprio in questa fase si riaccendono con impatti significativi su Firenze.
In particolare ne sottolineiamo due: il sequestro giudiziario del sottoattraversamento di Firenze con il treno ad alta velocità e lo sblocco giudiziario dell'operazione immobiliare a Castello, con la possibile seconda pista aeroportuale a Peretola. Vediamole nel dettaglio. All’indomani dei sequestri della magistratura nei cantieri Tav, quale che sia l'esito dell'inchiesta giudiziaria, sono molti i dubbi che aleggiano sui cantieri in ordine allo smaltimento dei rifiuti estratti dalla galleria, allo scarico delle acque reflue, al rispetto della normativa sull’inquinamento acustico e atmosferico e nonché alle normative UE sui cantieri.
La sensazione è che ancora una volta l'indagine abbia trovato gestori della grande opera e controllori politici non all'altezza del compito assegnato loro dalla legge. E' soprattutto a tali quesiti politici che gli amministratori locali devono saper dare una risposta: è possibile gestire i cantieri della TAV a norma di legge? E se sì, i costi delle corretta gestione dei cantieri sono compatibili con la crisi della finanza pubblica e i vincoli comunitari? Un'opera che non potrebbe costare meno di un miliardo di euro era già a grave rischio di sopravvivenza ben prima dell'intervento della Procura della Repubblica. Il paradosso è che all'epoca della corsa a Palazzo Vecchio, nel 2009, né il candidato di sinistra, Matteo Renzi, né quello di destra, Giovanni Galli, si dichiararono a favore della stazione 45 metri sotto terra agli ex Macelli.
Adesso invece il sindaco Renzi è costretto a rimpallarsi la responsabilità dei controlli carenti con la giunta regionale. Di recente il Sindaco ha affermato che sulla TAV ”se qualcuno ha fatto tutti i controlli che doveva fare questo è il Comune”. Ma gli ultimi controlli della polizia municipale fiorentina risalgono al 2010, sull'allestimento e preparazione dei cantieri, e poi solo per quanto riguarda le polveri e il fango sulle strade, rilasciati dai camion in uscita dai cantieri. Al di là delle sfortunate rassicurazioni del Comitato di garanzia per l’informazione e la comunicazione, il sindaco non ha avuto la forza politica di effettuare propri controlli sui cantieri TAV.
Chi, o cosa gli e lo ha impedito? E quali decisioni prenderà adesso insieme al PD toscano, in relazione, o indipendentemente dagli esiti dell'inchiesta? Nelle settimane scorse Matteo Renzi ha lanciato un appello per "ripensare" la funzione dell'area di Castello e per "evitare quell'eccesso di cemento che vi era stato immaginato … sia perché cambia la direzione della pista, sia perché adesso c'è un piano strutturale a volumi zero che cambia le cose”. Due giorni dopo è arrivata la sentenza di primo grado che assolve l'ex assessore PD, Graziano Cioni e il costruttore milanese Salvatore Ligresti e condanna solo l’ex assessore Gianni Biagi.
In seguito alla sentenza l’area è stata dissequestrata e Unipol-SAI, il nuovo proprietario dell'area immobiliare di Castello, controllato dalla Lega delle Cooperative, ha manifestato la disponibilità a ridurre i volumi previsti dai piani urbanistici del passato. I quotidiani locali hanno dato conto di un pranzo tra Matteo Renzi e Carlo Cimbri (amministratore delegato del gruppo assicurativo bolognese). Di che altro hanno parlato l'esponente PD e il finanziere delle coop? Le opportunità economiche in gioco nell'area di Castello/Peretola sono enormi.
Oltre al potenziamento dell'Aeroporto di Peretola, in procinto di fondere la società di gestione con quella dell'Aeroporto di Pisa, c'è l'enorme Scuola dei Carabinieri (700.000 mc.), di cui si potrebbero mettere in discussione le funzioni previste: si parla perfino di un interessamento del proprietario della Fiorentina, Diego della Valle per realizzarvi il polo commerciale congiunto al nuovo stadio che sorgerà sopra l'ex mercato ortofrutticolo di Novoli. Nel 2008 Della Valle aveva presentato un progetto su Castello firmato da Massimiliano Fuksas, che prevedeva un complesso di 80 ettari, la Cittadella viola, con uno stadio da 50 mila posti, un centro commerciale, una galleria di negozi, un museo, un parco ricreativo, oltre ad attività ricettive e residenze. Ma mentre il PD fiorentino progetta su Castello/Peretola, lo stesso partito nei comuni limitrofi trema, perché le operazioni speculative finiranno per danneggiare gli abitanti delle aree urbane vicine, sia a causa delle nuove traiettorie di atterraggio/decollo della seconda pista aeroportuale, sia perché dopo un lungo percorso partecipativo della Regione per un Parco agricolo della Piana, adesso la giunta Rossi ha introdotto una variante che comprende l'ampliamento dell’aeroporto di Peretola con la pista convergente/parallela, nonostante sia osteggiata dai cittadini e dagli amministratori di Sesto Fiorentino, Calenzano, Campi Bisenzio e Prato, dove il PD vorrebbe riconquistare il comune, ma teme le ripercussioni delle scelte regionali.
Una battaglia tutta interna al Partito Democratico toscano che si combatterà nei prossimi mesi, dentro e fuori i congressi. Saranno mesi importanti, in cui il Partito Democratico sarà attraversato da interessi contrapposti, dal punto di vista ideologico, tra corrente renziana e maggioranza dei Bersaniani, qui incarnata da Rossi, dal punto di vista territoriale, tra interessi contrapposti di Firenze, forse alleata con Pisa, contro le città dell'interland coalizzate con Prato, di attenzione ai soggetti economici che sinora si sono più mostrati vicini e sensibili alle esigenze del partito.
Quali scelte e quali soggetti godranno del sostegno di Lega delle Cooperative e di Unicoop? Montepaschi continuerà ancora a svolgere un ruolo significativo a livello locale? Oppure i leader politici troveranno nuovi equilibri grazie ad inediti interlocutori economici? Lo scopriremo nel corso di una avvincente stagione di politica locale che pare soltanto all'inizio.