"O si cambia o si chiude tutto" l'avvertimento, che suona come ultimo, quello del commissario Francesco Bianchi che una volta esaminata la situazione del Maggio Musicale Fiorentino ha tratto le "funeste" conseguenze. Il pareggio di bilancio a più riprese evocato dalla Sovrintendente Colombo è ben lontano dall'essere stato raggiunto. Ridurre la spesa: è la parola d'ordine a cominciare da una programmazione che aumenti le alzate di sipario e non perda punti indispensabili all'assegnazione del Fus ma che contemporaneamente tenga d'occhio il risparmio, in secondo luogo la spesa del personale, anche quella troppo ingente va ridotta a cominciare dal taglio dell'integrativo.
Sacrifici che però i lavoratori del Maggio, già gravati dal taglio del tfr, aumento dell'orario di lavoro, e un sofferto accordo per l'incentivo all'esodo volontario di 45 dipendenti, non sono più disposti ad accettare. "Più volte abbiamo denunciato attraverso comunicati, dichiarazioni, interventi sulla stampa, non solo l'inadeguatezza delle gestioni che si sono susseguite nel corso degli anni passati, ma anche e soprattutto la non sostenibilità degli impianti di programmazione che di quelle gestioni ne sono stati l'espressione e il prodotto. Il bilancio 2012 si è rivelato l'ulteriore bilancio inattendibile di questi anni, con differenze sostanziali tra il preventivo -che doveva concludersi in attivo -ed il consuntivo, che, a detta del Commissario, dovrebbe chiudere con un deficit almeno doppio rispetto a quanto dichiarato in conferenza stampa dall'ex sovrintendente Colombo.
Per fare fronte alle necessità del conto economico 2013, il Commissario ha proceduto unilateralmente alla disdetta dell'integrativo aziendale, chiedendo ai lavoratori del Maggio sacrifici per circa 4 milioni di euro da prelevare dalle tasche dei lavoratori in modo strutturale. In caso di risposta negativa entro il 30 Aprile il Teatro verrà messo in liquidazione. Un ultimatum che i dipendenti considerano "una forzatura ed una pressione inaccettabili". "Nel corso degli ultimi due anni, almeno altre 3 volte siamo stati posti di fronte alla necessità di trovare soluzioni che sembravano tutte, o che almeno così venivano descritte dalla Direzione, risolutive, ma che puntualmente si sono rivelate vane!".
Sovrintendenti, certo, ma anche i membri del cda sarebbero responsabili secondo sindacati e lavoratori; quindi le Istituzioni Locali che in qualità di Soci Fondatori, o ad altro titolo, in questi anni hanno erogato risorse alla Fondazione, "le quali dovrebbero interrogarsi, in modo serio, su come queste risorse siano state impiegate". Favorire i contratti a tempo indeterminato e ridurre al minimo quelli a tempo determinato, infine l'apertura di un tavolo di crisi a livello Ministeriale, è la richiesta dei sindacati.