La vita media dei toscani si è allungata, raggiungendo 79,6 anni per i maschi e 84,7 anni per le femmine. La mortalità per tumori si è ridotta (-1,36%), come quella determinata da malattie cardiocircolatorie (-2,15%) : si conclude con questi risultati il ciclo di programmazione sanitaria 2008-2011 in Toscana. Lo certifica il Laboratorio Management e sanità della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa che ha presentato oggi la sua fatica annuale, il report 2011 del Sistema di valutazione della performance della sanità toscana.
In conferenza stampa l’assessore alla sanità Luigi Marroni e Sabina Nuti, direttore del MeS. Al miglioramento dei dati di salute (in gergo tecnico “risutati di esito”) si affiancano altri due risultati significativi per il sistema: il miglioramento, nell’ultimo anno, dei servizi relativi al 63% dei 160 indicatori presi in considerazione. Questo dato è abbastanza omogeneo sul territorio regionale e questo significa che il sistema sanitario pubblico è in grado di assicurare i servizi i cittadini in modo equo sul piano territoriale, con una attenzione alle specifiche esigenze di ciascuno e soprattutto di coloro che godono di minori opportunità socio-economiche. L’ultimo risultato positivo riguarda la dimensione economica del sistema, che continua a mantenere l’equilibrio di bilancio, un pareggio certificato e ottenuto senza imposte aggiuntive e senza tagli o riduzioni al livello dei servizi.
E tutto questo pur in presenza già di una drastica riduzione delle risorse a disposizione. La tenuta economico–finanziaria del sistema da un lato, e il miglioramento della qualità dei servizi dall’altro sono stati ottenuti grazie ad un insieme di azioni che ha permesso di rendere più coerente l’offerta e di compiere significativi passi avanti nella qualità, appropriatezza e potenziamento dei servizi ospedalieri e territoriali. Gli ospedali I risultati del 2011 testimoniano l’impegno delle aziende sanitarie a ridurre l’uso inappropriato dell’ospedale, sempre più da utilizzare solo per patologie acute.
Si registra complessivamente una riduzione dei ricoveri del 3,54% (da 654.098 nel 2010 a 630.955 del 2011), una riduzione delle giornate di degenza nel 2011 del 3% (da 3.860.796 giornale nel 2010 a 3.741.277 giornate nel 2011) con una degenza media di 5,91, così come una riduzione delle giornate di degenza preoperatoria per interventi chirurgici programmati (da 0,77 a 0,74). Netto il miglioramento dei servizi di ricovero: i re-ricoveri entro trenta giorni per la stessa patologia sono passati da 5,14% a 5,09%, le fratture di femore operate entro due giorni da 55% a 60%.
Questo è il risultato migliore dopo la Provincia autonoma di Bolzano a livello nazionale ed il migliore in assoluto in termini di capacità di miglioramento. U n buon esempio di come la riorganizzazione possa comportare un netto miglioramento dei servizi viene in questo campo da Careggi, che grazie ad uno specifico intervento aziendale è passato, per le percentuali di fratture del femore operate entro 2 giorni, dal 33% del 2011 al 54% nei primi mesi del 2012.
Nei servizi di ricovero ospedaliero grande attenzione hanno avuto le pratiche e gli interventi per garantire la sicurezza del paziente e la gestione del rischio clinico. I pronto soccorso Gli accessi al pronto soccorso sono stati 1.466.294 nel 2011 contro 1.463.491 nel 2010. I pronto soccorso della Toscana migliorano mediamente la qualità dei loro servizi, abbattendo la percentuale degli abbandoni, la percentuale dei codici verdi trattati entro le 4 ore e confermando una buona valutazione da parte degli utenti.
Il volume delle prestazioni ambulatoriali nei presidi pubblici e nel privato accreditato si è invece ridotto del 4% (da 67.319.157 nel 2010 a 64.689.519 nel 2011) Il territorio Il progetto della “sanità d’iniziativa”, per prendere in carico i pazienti cronici fin dalle prime fasi, ha preso avvio e registra i suoi primi incoraggianti risultati. L’ospedalizzazione per diabete si è ridotta del 4,83%, il numero di pazienti diabetici con almeno una misurazione di emoglobina glicata registra un miglioramento rispetto al 2010 di circa il 3%.
Arezzo presenta la best practice nazionale per la gestione del “piede diabetico”. Fa parte della sanità d’iniziativa anche il progetto Attività Fisica Adattata. Unico nel panorama italiano, il progetto AFA prevede occasioni di attività fisica per persone con oltre 65 anni affetti da patologie croniche. Negli ultimi anni sono stati attivati sul territorio regionale circa 2500 corsi, grazie al lavoro di squadra realizzato dalle Società della Salute con gli enti locali, le associazioni, la collettività.
La best practice spetta in questo caso a Empoli. La Carta sanitaria elettronica Molti dei risultati sono stati conseguiti anche grazie alla disponibilità di un sistema informativo in continua espansione e capace sempre più di misurare i processi e i risultati. Significativo in proposito l’avvio della Carta Sanitaria Elettronica per il cittadino, che permetterà nel tempo di raccogliere tutte le informazioni significative in un “fascicolo” elettronico, in cui sarà possibile tenere la memoria storica delle prestazioni e prescrizioni farmaceutiche del paziente. Come funziona il “bersaglio” Il Sistema di valutazione e valorizzazione della performance della snaità toscana messo a punto dal MeS è nato nel 2003 con una fase sperimentale applicata a 4 Aziende e nel 2005-2006 è stato esteso a tutte le altre.
Negli anni successivi il sistema è stato fatto proprio da un network di Regioni: Liguria, Umbria, Veneto, Valle d’Aosta, Province autonome di Trento e Bolzano, Marche e Basilicata. E’ stato creato anche un network internazionale di cui fanno parte Galles, Portogallo, Olanda, Regione Valenciana e Provincia dell’Ontario. Nel sistema toscano vengono presi in considerazione 160 indicatori, elaborati con il coinvolgimento costante dei professionisti del sistema, suddivisi in sei “dimensioni”: la valutazione dei livelli di salute della popolazione, della capacità di perseguimento delle stretegie regionali, la valutazione socio-sanitaria, la valutazione esterna espressa dai cittadini utenti, la valutazione interna espressa dal personale delle aziende sanitarie e infine la valutazione dell’efficienza operativa e della performance economico finanziaria. Per rappresentare i livelli raggiunti dalle aziende è stata scelta la metafora grafica di un bersaglio, con al centro il colore verde, indice di ottima performance relativamente ai vari indicatori, e con le altre fasce colorate che segnalano una performance buona (verde chiaro), media (giallo), scarsa (arancione) e quella più esterna che segnala la performance molto scarsa (rosso).
Come criteri di riferimento per il confronto sono considerati gli standard internazionali riconosciuti, gli standard fissati a livello regionale e il riferimento alla media regionale. “Dovremo cambiare molte cose per non far cambiare questo trend positivo”. Così l’assessore alla sanità Luigi Marroni ha concluso oggi la presentazione del Report sul Sistema di valutazione della performance della sanità toscana relativo al 2011. “Faremo di tutto – ha proseguito – per mantenere e migliorare i servizi, e stiamo studiando un progetto complessivo che prende in considerazione molti interventi, sia sul versante della riorganizzazione e del risparmio sia su quello delle entrate”. “Quanto al 2011 – ha detto Marroni – il rapporto mostra un trend positivo degli indicatori di qualità, di efficienza e di appropriatezza, e un equilibrio economico finanziario assicurato dai bilanci certificati.
Anche il sistema del “bersaglio”, che è uno strumento forte di governo del sistema, ci aiuterà a raggiungere gli obiettivi imposti dalls spending review”. Secondo Sabina Nuti, direttore del MeS, uno dedi punti di debolezza tra i tanti punti di forza del sistema sono le liste di attesa, soprattutto per alcune visite specialistiche e sulla diagnostica “pesante”, Tac e risonanze magnetiche, sulle quali però incombe anche il problema di una altissima inappropriatezza.
“Stiamo lavorando con i professionisti – ha aggiunto la professoressa Nuti – per mettere a punto in maniera condivisa il criterio indicato dal ministero, cioè quello di differenziare le prestazioni in base alla loro urgenza. Quindi bisogna fare un grande lavoro, patologia per patologia, per definire che cosa è veramente urgente e per assicurare così a tutti i cittadini un servizio equo e omogeneo. Quanto alle altre indicazioni del governo, ad esempio quella di rapportare costi e numero dei ricoveri, in questo modo si rischia – ha concluso Sabina Nuti – di premiare paradossalmente le Regioni che di ricoveri ne fanno tanti, ma non quelle che invece ne fanno pochi, buoni e di alta complessità”. L”assessore Marroni ha riservato un ultimo accenno al Piano sanitario: “E’ valido – ha affermato – e ha seguito un ottimo percorso di condivisione.
Ora nella fase finale ci stanno cambiando le cose tra le mani e bisognerà tararlo nuovamente, vedremo in quale misura”.