Società della Salute? L’ennesimo «no grazie» – dopo il centrodestra, la Corte dei Conti, la Corte Costituzionale, i consumatori, gli amministratori locali di varie parti della Toscana – arriva adesso dai sindaci della Piana fiorentina che lancia così l’ennesimo siluro al governatore toscano Enrico Rossi. La soluzione c’è: «Come Pdl – ricordano il Consigliere regionale Nicola Nascosti e il Vicepresidente della Commissione Sanità Stefano Mugnai – abbiamo appena presentato una proposta di legge per abolire questa infelice intuizione avuta da Rossi quando era assessore alla salute.
Beh, sfidiamo i sindaci ad appoggiarci in questa battaglia che portiamo avanti da anni contro organismi che finora hanno assorbito fior di risorse che potevano essere più efficacemente riversate sui servizi sociosanitari propriamente detti». Più che mai oggi che la contingenza rende imperativo ridurre le spese: «Le perplessità avanzate dai sindaci della Piana – affermano Nascosti e Mugnai – sono legittime e sono l’inevitabile conseguenza di una sperimentazione inefficace. Stamani dai giornali apprendiamo che adesso, di punto in bianco, finalmente anche la giunta regionale se ne sta facendo una ragione e medita di tornare sui suoi passi.
Ora, mentre da un lato non vorremmo che sulla Piana Rossi innescasse una partita di giro barattando l’assenso all’abolizione delle Società della Salute contro il placet della Piana alla nuova pista di Peretola, dall’altro ci piacerebbe davvero, per il bene di tutti, se a questa esperienza fallimentare si ponesse la parola fine». L’area della Piana fiorentina, osserva Nascosti, è tra l’altro delicata già di per sé per quanto concerne gli assetti del servizio sanitario territoriale: «Malgrado una popolazione consistente, si tratta di una delle poche zone in cui attualmente la SdS gestisce per intero le prestazioni sul territorio che è totalmente privo, ad esempio, di ospedali di zona.
Ovvio che in un simile contesto affidare la gestione sanitaria ai sindaci o a un organismo unico cambia parecchio le cose». Magari, poi, potrebbe servire procedere non con gli annunci ai giornali ‘amici’ ma con un lavoro complessivo. Anche perché: «La bozza di Piano Sociosanitario ferma ormai da mesi in Commissione sanità dove era in corso di valutazione – racconta Mugnai – fa poggiare l’intero sistema sociosanitario toscano sulle Sds. Abolirle, significa stracciare quella bozza di Piano e riconfigurare integralmente il sistema.
E’ a questo che dobbiamo prepararci? Se sì bene – concludono Nascosti e Mugnai – ma vogliamo saperlo nelle sedi opportune, non dai giornali». «Rossi e Marroni la finiscano con gli annunci sui giornali e riportino la discussione in Consiglio regionale e in Commissione sanità, soprattutto perché se davvero intendono abolire le Società della Salute come noi chiediamo da una vita, allora bisognerà che riformino il Piano Sociosanitario attualmente in bozza»: lo chiede il Vicepresidente della Commissione sanità del Consiglio regionale Stefano Mugnai (Pdl), dopo l’ennesima rassegna stampa a suon di titoli su riorganizzazioni a schema libero della sanità toscana. «Oggi, dopo l’ennesima sollevazione dei sindaci questa volta in arrivo dalla provincia fiorentina, la premiata ditta Rossi-Marroni annuncia un ripensamento sulle Società della Salute.
Intanto – incalza Mugnai – dopo otto anni in cui questi carrozzoni hanno assorbito risorse che potevano essere più efficacemente riversate sui servizi sociosanitari propriamente detti beh, era l’ora, tanto che esiste una proposta di legge del Pdl proprio atta allo scopo. Però non solo: senza le SdS il Piano Sociosanitario la cui bozza è ferma in Commissione da mesi va cestinata e rifatta da capo. Questo lo sanno? Quella bozza è da considerarsi superata? E, nel caso, pensano di parlarne anche con la Commissione e in Consiglio, o intendono procedere con un annuncio qui e una fuga di notizie là a seconda di come tira il vento del consenso? No, giusto per sapere». Che poi, fa notare Mugnai, è un atteggiamento che si spande in mille rivoli: «Riassetto dell’emergenza-urgenza, tagli ai posti letto ospedalieri, ticket nuovamente maggiorati e piani di attuazione da ridiscutere a livello locale: la Regione sta annunciando a mezzo stampa una riorganizzazione del comparto sanitario che, anche lì, non è mai passata nemmeno di striscio né in Commissione sanità, né men che meno al vaglio dell’aula del Consiglio regionale.
E ciò – rincara l’esponente del Pdl – malgrado all’ordine del giorno dei lavori della Commissione IV vi sia una nostra mozione che su richiesta espressa della maggioranza non abbiamo sottoposto al voto dell’aula per lavorarci tutti assieme. Ma ora su quella si nicchia in attesa di chissà che la maggioranza conquisti chissà quali equilibri, e poi vediamo le pagine dei giornali zeppe di proclami che bypassano completamente il normale iter istituzionale e le prerogative del Consiglio regionale». “Sarebbe stato più saggio, per la Regione Toscana, non aspettare la scure della spending review ed operare in modo oculato e incisivo i tagli possibili e necessari.
Purtroppo non lo si è fatto, e non si è ascoltato la nostra pressante richiesta di individuare e eliminare gli sprechi e le inutili duplicazioni. Lo si cerca di fare adesso, purtroppo con grave ritardo”. Così il consigliere regionale e segretario provinciale dell’Udc Firenze, Marco Carraresi, in merito alla nuova contrapposizione che sul piede di guerra i sindaci della zona fiorentina che accusano il governatore Rossi di essersi smarcato dalla sua creatura, la Società della Salute. “Era evidente che un organismo rimasto in “sperimentazione” per otto anni – aggiunge Carraresi – e gravato da numerose contraddizioni e limiti, non poteva funzionare.
Ora, in tutta fretta, si dovrà rimetter mano ai settori finora assegnati alle SdS”. Se la Regione, anziché difendere la sua “creatura” nata male e cresciuta peggio, “avesse preso atto per tempo dell’errore, sarebbe stato assai più produttivo”. Secondo l’esponente centrista, “più in generale, anche nella nostra Regione c’è bisogno di far di più per tagliare sprechi e spese inutili, combattere clientelismi lobbistici, e soprattutto per rivedere la governance del sistema sanitario a tutti i livelli, perché – insiste il segretario provinciale dell’Udc Firenze – e' lì che spesso si annidano i costi più rilevanti del sistema con un inutile appesantimento burocratico.
Tagliare senza modificare i modelli di organizzazione e di gestione potrebbe risultare del tutto inutile ai fini di una effettiva economia di scala. Mentre una razionalizzazione può essere fatta e si può risparmiare senza necessariamente ridurre i livelli di assistenza, ma anzi utilizzando i fondi risparmiati per intervenire dove la risposta ai bisogni è ancora assolutamente inadeguata”. In un momento così drammatico per l’economia è giusto combattere qualsiasi forma di spreco negli ospedali e negli ambulatori, puntando su una rinnovata responsabilità del personale (e con un sistema di controllo efficace e tempestivo, che inizi con una più appropriata richiesta di approfondimenti diagnostici e includa un uso migliore dalla gestione dei farmaci).
“Con coraggio si dovrà effettuare – a detta di Marco Carraresi –una valutazione seria sui piccoli ospedali, per determinare quali convenga convertire ad un uso più rispondente ai nuovi bisogni emergenti nella popolazione. Si tratta di concentrare negli ospedali più grandi i servizi che richiedono tecnologie sempre più sofisticate e di conservare invece a dimensione più umana le strutture che si occupano di quei problemi che richiedono una più intensa assistenza personalizzata”. Questo percorso di razionalizzazione andrebbe infine effettuato coinvolgendo nella valutazione e nelle scelte l’intero sistema sanitario, “a cominciare dagli operatori, ai quali è richiesto, come a tutti, una capacità –non solo organizzativa ma anche culturale- di rimettere in discussione modelli e abitudini che devono essere adeguati alle necessità del momento, e alla richiesta di un rinnovato senso di responsabilità da parte di tutti i soggetti”.