Claudio Fantoni saluta Matteo Renzi e lascia la Giunta, il posto di Assessore al Bilancio, al Patrimonio e alla Casa, nella gestione di una amministrazione pubblica non propriamente la delega meno importante. "Chi è chiamato a governare Firenze - scrive nella lettera di dimissioni irrevocabili - penso da sempre che debba essere al servizio della città e non che la città sia a servizio e uno strumento utile al perseguimento di ambizioni personali" questa la freccia che scocca in direzione del leader Matteo Renzi, e non è la prima. Fantoni già 30 giorni fa si era detto preoccupato per la mancata copertura di alcune spese messe a bilancio, ma il sindaco lo aveva rassicurato a suo modo con una risposta multimediale in cui dichiarava la corretta gestione dei conti.
Non è bastato, e se non ti fidi della parola del tuo sindaco non puoi fare l'assessore. "Ho continuato a svolgere ostinatamente il lavoro affidatomi fino nelle ultime ore - ha aggiunto Fantoni - ma, con particolare riferimento a insanabili divergenze in ordine alle procedure e alle azioni da mettere in atto relative alla gestione finanziaria dell’ente, quindi alla sicurezza dei conti, non posso che considerare venute meno le condizioni perché io possa proseguire coerentemente nell’esercizio delle deleghe affidatemi, quindi nel rapporto di collaborazione con il sindaco Matteo Renzi". In Consiglio comunale molto spesso Fantoni si è trovato da "solo contro tutti", assieme a Rosa Maria Di Giorgi è, forse, l'assessore che è stato più presente al confronto, prestatosi spesso a dare delle risposte ai consiglieri durante il dibattito in aula.
Adesso l'ex assessore dichiara che tornerà a lavorare al Maggio Fiorentino dove è entrato con un Concorso pubblico. Nonostante la crisi del settore e del Teatro in particolare, nonostante il rischio della cassa integrazione, non ne vuole sapere di un accordo per esser riciclato su altre poltrone. Fantoni preferisce l'imprevisto piuttosto che la probabilità in quello che sembra ancor più il Monopoli di Matteo Renzi. Le "ambizioni personali" colpiscono ancora. Renzi tormento ed estasi.
Tormento in casa sua, estasi appena fuori dal confine fiorentino. C'è chi aspetta di poterlo votare alle Primarie del PD, chi lo vede già Presidente del Consiglio a prescindere dalla maglia che deciderà di indossare, mentre a Firenze resta alta la tensione con i collaboratori. La prima a lasciare è stata l'assessore allo Sport Barbara Cavandoli, poi Cristina Scaletti con delega all'Ambiente che è passata in Regione Toscana, ne è seguito Angelo Falchetti, assessore al bilancio poi presidente di Mercafir, poi Elisabetta Cianfanelli che si occupava di Turismo, ed infine Giuliano Da Empoli che ha lasciato la Cultura in mano allo stesso Renzi. "Il nuovo nome a breve" non si è scomposto il primo cittadino che già nella giornata di lunedì potrebbe presentare il nuovo assessore ai conti del Comune di Firenze.
Sarà l'ennesima 'faccia nuova' a Palazzo Vecchio? Ant Len