“Nel 2009 abbiamo avuto il pareggio di bilancio, così nel 2010 e nel 2011. Con il nuovo assessore lavoreremo per averli in pareggio anche nel 2012, nonostante le difficoltà crescenti del paese e le prospettive di ulteriori tagli da parte del Governo. I bilanci delle Asl sono certificati. E’ stata una scelta moderna, un processo lungo, che ci ha consegnato una sanità comprovatamente sana e che ha solide basi economiche e finanziarie. Siamo avanti 7 anni rispetto al resto d’Italia”. Sono alcune delle affermazioni del presidente Enrico Rossi, intervenuto al Consiglio regionale straordinario sul tema della sanità. “Circa la vicenda della Asl di Massa e Carrara non vedo nulla di nuovo rispetto al già discusso.
I fatti sono emersi grazie a un giovane funzionario che ha chiesto all’Azienda spiegazioni circa crediti vantati in una gestione stralcio. L’assessore Scaramuccia mi ha avvertito e io ho immediatamente azzerato i vertici, ho commissariato la Asl, ho sporto denuncia alla Magistratura e alla Corte dei conti, ho firmato le carte perché i responsabili corrispondano secondo legge e per via civile all’ammanco. Ho tenuto un comportamento esemplare e cristallino e sfido qualunque altro amministratore, in casi analoghi, a sottoporsi a verifica di legalità, come abbiamo fatto perché non abbiamo nulla da temere e citare in danno i responsabili”. “Andando a richiedere le carte in dipartimento – ha proseguito il presidente – la Guardia di finanza è riuscita a trovare i verbali degli incontri che da assessore svolgevo trimestralmente con i vertici delle Asl per controllare l’andamento economico dei bilanci, incontri che in un primo tempo avevano prevalentemente al centro gli aspetti economici e poi, con il passare degli anni, quelli qualitativi dei servizi.
Carte sudate, che dimostrano la fatica esercitata per monitorare la situazione.” Il presidente Rossi ha quindi letto e consegnato ai gruppi consiliari una serie di verbali delle riunioni svolte dal 2005 al 2008 in qualità di assessore con i vertici della Asl di Massa e Carrara, i dg Scarafuggi, Delvino, il direttore amministrativo Giannetti, oltre che funzionari regionali e del MeS del Sant’Anna di Pisa. Verbali da cui risultano le dichiarazioni del direttori generali, i loro impegni per portare a pareggio i disavanzi tendenziali e gli interventi assicurati dalla Regione a questo fine.
In particolare nel luglio del 2005 l’allora direttore Scarafuggi portò al tavolo regionale in una riunione del 26 luglio un disavanzo tendenziale di 5 milioni. Ciò provocò la richiesta immediata dell’assessore di un piano di rientro, la cui verifica venne svolta il 31 ottobre. Ne risultò un sostanziale rispetto degli impegni, pur con qualche difficoltà. Tra gli altri documenti il presidente Rossi ha citato una lettera del 2009 inviata dalla dottoressa Carla Donati, allora responsabile degli aspetti economici finanziari per il dipartimento, alla Asl 1 in cui contestava un disavanzo tendenziale di 640.000 euro, fatto che contraddiceva le dichiarazioni di pareggio rese da parte dei vertici aziendali.
La risposta fu che ciò dipendeva dal mancato recupero delle spese della Fondazione Monasterio e che comunque l’Azienda si stava adoperando per il pareggio. “Dunque io c’ero – ha concluso il presidente – sono stato vigile e ho fatto il mio mestiere. Altri no”. “Sono qui per lavorare, mi sento fiducioso e pieno di speranza, di positività. Il nostro sistema sanitario è un’àncora, un solido pilastro, un punto di riferimento”. Luigi Marroni, nuovo assessore al diritto alla salute, affronta il suo prima consiglio regionale – una seduta straordinaria interamente dedicata alla sanità e alla vicenda della Asl di Massa – con serenità, equilibrio, pacatezza.
“E’ per me un grande onore essere qui, ho un profondo rispetto per questa assemblea – dice nel breve saluto iniziale – Ed è con grande senso di responsabilità che mi accingo ad assumere questo incarico. Potete contare sul mio impegno e la mia disponibilità”. Con i giornalisti, Luigi Marroni affronta subito le questioni “calde”: i tagli, la tenuta economica, il Piano sanitario e sociale, la vicenda della Asl di Massa. Lungi dallo sgomentarlo – come suggeriscono i giornalisti – questi problemi, assicura lui, “sono fonte di riflessione e impegno, ma anche di rinnovato entusiasmo”.
“C’è la questione urgente della tenuta economica dell’anno in corso – dice – ma stiamo anche studiando obiettivi di più ampia portata. Vogliamo continuare il lavoro già intrapreso sul fronte della qualità, dell’accesso dei cittadini. A proposito della riduzione delle risorse in corso, dobbiamo attuare nuovi meccanismi di gestione, continuando nel lavoro che facciamo da anni e che ora è ancora più cruciale. A queste dichiarazioni seguiranno atti precisi”. Il nuovo assessore rassicura sul fatto che, per quanto lo riguarda, l’iter del nuovo Piano sanitario e sociale non dovrebbe subire interruzioni, informa che “farà di tutto per avere ottimi rapporti con la commissione sanità”, e si dice “sicuro che ciò sarà possibile”.
Quanto all’Asl di Massa, “la dottoressa De Lauretis sta facendo un eccellente lavoro. Aveva presentato un piano di rientro di 3 anni, che sta procedendo e che entro il 2013 dovrebbe essere completato”. Dichiarazione del Vicepresidente del Consiglio regionale della Toscana Roberto Benedetti (Pdl): «Fortuna che negli anni in cui era assessore Rossi è sempre stato presente a verificare e controllare come stamani ha raccontato all’aula del Consiglio regionale: allora si vede che o non ha capito, o l’hanno preso in giro e non ha capito nemmeno che lo stavano prendendo in giro» «Siamo a una “svolta di boa”: bisogna aprire una nuova stagione di confronto tra la Giunta e il Consiglio Regionale.
C’è una situazione di crisi. Sono noti i contrasti tra il Presidente Enrico Rossi e l’assessore all’Urbanistica Anna Marson e i malesseri tra lo stesso Rossi e alcuni esponenti regionali del Partito Democratico. Solo con un nuovo rapporto tra il Presidente Rossi e le forze di maggioranza e opposizione si può lavorare per il bene dei cittadini, soprattutto in un periodo in cui c’è tanta disaffezione verso il mondo della politica». È il commento del consigliere regionale della Lega Nord Toscana, Gian Luca Lazzeri, a margine del consiglio straordinario convocato dopo le dimissioni dell’assessore al diritto alla salute, Daniela Scaramuccia, e gli sviluppi della vicenda giudiziaria sul dissesto dell’Asl di Massa. «Oramai – chiosa l’esponente del Carroccio –, Giunta e Consiglio viaggiano su due linee parallele e i segnali d’insofferenza sono sempre più visibili.
A Rossi compete la responsabilità della gestione, della scelta degli assessori e dei manager della Regione; al Consiglio, invece, l’indirizzo e il controllo. Il Presidente della Regione deve creare occasioni d’incontro sulle grandi questioni della nostra Regione: sanità e crisi economica. Serve, quindi, un nuovo rapporto biunivoco tra il Consiglio e la Giunta. Un esempio? Mi piacerebbe che si tenesse un incontro almeno una volta al mese tra Rossi e i vari capigruppo di maggioranza e opposizione come è successo nel caso di Fidi Toscana». Poi, Lazzeri parla della vicenda dell’Asl 1 di Massa.
«Nulla di nuovo sotto il sole. Le posizioni si sono cristallizzate. C’è un unico fatto nuovo rappresentato dai verbali rinvenuti dalla Guardia di Finanza che, naturalmente, possono essere letti dando agli stessi il significato che si vuole. Il problema della sanità è che quando muore una persona perché è stata curata male, ciò è un problema di tutti». Sulla nomina del nuovo assessore, Luigi Marroni, l’esponente leghista inizia con una battuta. «Con Marroni – spiega – ho solo due problemi personali: il primo è che è troppo alto; il secondo è che nel cognome ha una “r” di troppo».
Ma, a parte gli scherzi, anche Lazzeri, nonostante la stima nei confronti dell’ex direttore generale dell’Asl fiorentina, avrebbe preferito «un assessore politico a causa del deficit di rapporti tra Enrico Rossi e le varie forze politiche. La crisi politica che sta attraversando il centrosinistra a Siena, Arezzo e Livorno e i malumori in Regione sono dovuti anche alla mancanza di confronto tra gli esponenti politici dei vari partiti». Sintesi dell’intervento in aula del Vicepresidente della Commissione IV (Sanità) Stefano Mugnai (Pdl): «La difesa esposta dal presidente Rossi sul caso del crac dei bilanci nella Asl1 di Massa Carrara rispetto al suo ruolo di assessore richiede alcune puntualizzazioni.
Noi apprendiamo questa mattina di un grande lavoro di controllo e monitoraggio durato tanti anni, ed è ancor più sconfortante che alla luce di tutto questo nessuno sia stato in grado di capire ciò che stava accadendo a Massa. Serve un grande sforzo per convincersi, secondo l’impostazione che Rossi sta dando sul dissesto di Massa, che ciò che aveva iniziato a fare di sbagliato il primo direttore generale lo continui a fare chi arriva dopo di lui. Non se ne capisce il motivo, non si capisce quale interesse possa avere un direttore generale, anzi due direttori generali – tutte persone scelte da lei compresa la persona che lei definisce questo signore ma che lei conosce molto bene e che ha continuato ad esercitare sua funzione in altra asl – a taroccare i bilanci dell’Azienda sanitaria che dirigono». «Passo alle dimissioni dell’ormai ex assessore alla salute Daniela Scaramuccia: con l’ex assessore non ce le siamo mai mandate a dire, ma ne conservo il ricordo di persona squisita ed estremamente competente.
Non solo, perché in un sistema un po’ chiuso come è quello della sanità Scaramuccia rappresentava un elemento di novità. Stando ai fatti, in sostanza, quel dissesto a Massa Carrara si è prodotto nei lunghi anni in cui assessore era l’oggi presidente Rossi, ma è emerso nei pochi mesi in cui era assessore Daniela Scaramuccia. Quel buco si è formato nei lunghi anni in cui lei, presidente Rossi, andava raccontando all’universo mondo che grazie a lei noi toscani avevamo la sanità con i conti in pareggio, carta che è risultata vincente per la sua elezione alla guida della Regione a poche settimane dalla quale è poi guarda caso emersa la voragine». «Ora: 300 milioni sono tanta roba.
Oggi su tutti i giornali nazionali leggiamo dell’ammanco nelle casse della Margherita ma si tratta di una cifra di proporzioni ben lontane dall’enormità di Massa. Noi non abbiamo mai creduto che la voragine abnorme nei conti della sanità massese si potesse ridurre a una vicenda di ruberia e peculato. I toscani ora si aspettano di sapere dove siano andati a finire, tutti quei soldi. Perché con la sanità, in Toscana, al di là dell’erogazione del servizio si fanno tante altre cose: la si usa come ammortizzatore sociale, come volano economico… questa impostazione, tutta impressa dall’allora assessore Rossi, ha prodotto la situazione odierna che oggi, in questa contingenza, non ci possiamo più permettere.
E invece Rossi prosegue sulla via della continuità: anche il fatto di nominare assessore alla salute di nuovo un tecnico che viene dal sistema, al di là della stima alla persona, non segna quel distacco tra ruolo amministrativo-gestionale e ruolo politico che sarebbe opportuno e necessario. Solo per la Asl di Massa, guarda caso, lei distingue bene i due ruoli per attribuire agli amministratori le responsabilità totali». «Ma Massa non è la causa delle criticità che la sanità toscana oggi presenta: ne è l’effetto, ed è un effetto dovuto all’impostazione impressa da Rossi alla sanità toscana e di cui Rossi tende a mantenere il controllo, essendone evidentemente orgoglioso.
Ma le criticità ci sono. Noi come Commissione Sanità abbiamo incontrato sui vari territori famiglie, operatori, associazioni, attori della sanità a tutti i livelli che chiedono discontinuità per un semplice esercizio di buon senso legato al fatto che il contesto oggi è mutato. Invece il Piano sociosanitario che stiamo valutando mantiene un’impostazione conservatrice che non mette in discussione questi nodi che richiedono scelte coraggiose. Ciò non ci lascia molto speranzosi». «Oggi il presidente Rossi sta cercando di far credere, una volta di più, che a Massa la responsabilità dei fatti su cui indaga la procura sia di alcuni amministratori, per altro da lui scelti.
E’ chiaro che alla base di tutto c’è la volontà politica che Rossi aveva all’epoca di costruire un castello di carte sulla sanità toscana con i conti in pareggio, ma negli anni in cui Rossi è stato assessore la sanità ha fatto servizio sanitario ma ha fatto anche altro. Questo è sbagliato, e di questo Rossi ha esclusiva responsabilità».