Lusi vs Renzi, non è un caso chiuso. Non era finita dopo le dichiarazioni del senatore, non era chiusa neppure con la replica piccata del sindaco di Firenze candidato, segreto ma non tanto, di una nuova Italia ed una nuova politica. Luigi Lusi è stato ascoltato in commissione del Senato, quella che decide se procedere o meno nei confronti di un servitore dello Stato che gode di immunità fino a scelta contraria, e qui ha confermato di aver pagato a Matteo Renzi delle fatture "70.000 euro in due fatture" ce ne sarebbe stata anche una terza sulla quale avrebbe influito, secondo il tesoriere della Margherita, l'ultima parola contraria di Francesco Rutelli. Nella notte un post di Renzi su Facebook che torna a difendere la posizione dell'abolizione del finanziamento pubblico e non si sottrae alle accuse rimandandole al mittente "Non ho paura dei ladri.
I ladri non dovrebbero stare in Parlamento" annunciando poi una serie di querele in partenza, direttamente a Lusi ed anche a quanti si sono dimostrati pronti ad attaccarlo come chi ha paventato il suo interessamento in un ipotetico giro di "bustarelle". Eventuali risarcimenti? "Andrebbero al Pediatrico Meyer" Matteo Renzi è sorridente, ma si trova costretto ancora una volta a fare i conti della casalinga ed elenca la propria dichiarazione dei redditi ricordando lo stipendio di circa 50 mila euro annui, il mutuo sulla prima casa acceso da poco con la Cassa Di Risparmio di Firenze, lo stipendio della moglie insegnante, e l'auto di famiglia.
Resta aperta la questione della lista dei sostenitori privati per quella che è stata la campagna elettorale di Renzi "Se PD, DS o Margherita mi avessero dato dei soldi non ci sarebbe stato niente di male, li ho anche chiesti ma non me li hanno dati.. è giusto che quei soldi andassero ad iniziative politiche ed elettorali piuttosto che essere 'distratti' per altri fini personali. Fatto sta però che non me li hanno dati ed invece sono stato finanziato da privati. Al momento non ho ottenuto le liberatorie per poter fare i nomi, non tutte almeno..
e non sarebbe giusto fare solo alcuni dei nomi interessati" "Lusi dovrebbe dimettersi" è il consiglio, commento che il rottamatore rilancia al suo accusatore. C'è un complotto contro il futuro candidato Renzi? "Non lo so, siamo nel Paese dei complotti.. Io so che l'opinione pubblica è con me perché sono certo che alle prossime elezioni verrà votato qualcuno che adesso sostiene di abolire il finanziamento pubblico". Tipo lei? "Vedremo.. - quando scappa scappa, poi si corregge - del mio futuro è presto parlare, specie in una giornata come oggi in cui siamo tutti di buon umore". "Per fare la necessaria chiarezza su una vicenda che da tempo sta collegando sulle prime pagine nazionali il nome del sindaco di Firenze con lo scandalo Lusi, faccio a Renzi una proposta concreta: che renda noti i finanziamenti ricevuti e le spese sostenute chiarendo anche i rapporti con i soggetti esterni che hanno contribuito alla sua campagna elettorale" così interviene Ornella De Zordo capogruppo in consiglio comunale e candidata a sindaco.
"Visto che Renzi propone giustamente che i tesorieri di tutti i partiti 'mettano on-line tutti soldi che hanno dato e a chi, con fatture, bonifici e assegni', metta lui stesso on-line la documentazione relativa alle voci di entrata e uscita del bilancio della sua campagna elettorale. Il minimo per il Sindaco di un comune open data. Sarebbe un ottimo modo per far cessare un ping pong di accuse e smentite verbali che, come è fin troppo evidente, non dissipa dubbi ma li infittisce". Questo l’intervento del capogruppo PdL Marco Stella: "Dopo aver esibito al congresso del PdL la famosa lista ed aver annunciato (oramai mesi fa) di renderla pubblica, ancora nessuno è riuscito a vederla, e onestamente siamo stanchi delle solite chiacchiere del sindaco: ora si faccia chiarezza su finanziatori e sulla vicenda Lusi.
Ieri sera a Palazzo Madama Lusi avrebbe detto: "Renzi ha richiesto dei soldi, circa 100 mila, anzi 120 mila euro suddivisi in tre fatture, poi Rutelli mi ha chiesto di non pagargli la terza e così ho dato a Renzi solo 70 mila euro". Renzi, che è stato tra i primi a prendere le distanze da Lusi dopo lo scandalo, si è sempre scordato che Lusi è uno dei firmatari della Leopolda, e non ha mai fatto completa chiarezza sulla vicenda. Tiri fuori l’elenco dei suoi finanziatori per gli eventi alla Leopolda, per la sua campagna elettorale e sgombri ogni tipo di equivoco su presunti finanziamenti presi da Lusi; sarebbe veramente imbarazzante scoprire che il rottamatore ha usato il più vecchio dei metodi per vincere primarie e campagna elettorale, cioè facendosi finanziare con i soldi dei rimborsi elettorali ai partiti. Ci auguriamo che alla prossima iniziativa dei rottamatori, che dovrebbe essere a Rimini, il sindaco Renzi faccia firmare prima ai suoi finanziatori la liberatoria, così ci sarà massima trasparenza e nessun equivoco”. «Caro Matteo Renzi, aiutaci a crederti e rispondi alle cinque domande che ti pongo fin dal 3 di marzo scorso»: così il Consigliere regionale del Pdl Giovanni Donzelli attacca nuovamente su Twitter Matteo Renzi dopo le ultime dichiarazioni rilasciate da Luigi Lusi.
Nelle sue cinque domande Donzelli chiedeva: 1) Chi ha finanziato e finanzia, con quali importi, la campagna per le primarie, per la candidatura a Sindaco, le iniziative alla Leopolda e l'attività, compreso la sede di Noi Link? 2) Esistono e in tal caso chi sono, fornitori o finanziatori delle tue iniziative politiche che avevano collaborato, senza bando o gara, con la Provincia durante il tuo mandato di Presidente o in questi anni in cui sei Sindaco con il Comune o con sue partecipate? 3) Puoi escludere che Lusi abbia saldato fatture a Web & Press o Tabloid, magari a tua insaputa, il cui importo poi potrebbe essere stato usato per coprire servizi svolti per tue iniziative politiche? 4) Dal 2005 al 2009 la Provincia quante volte, per quali servizi e per quali importi si è avvalsa dei servizi di Web & Press e di Tabloid? 5) "Prima Firenze", il quotidiano distribuito durante le primarie era diretto da Francesca Padula, socia di Tabloid, ed edito dal tuo comitato elettorale.
Avevi raccontato che gli articoli erano scritti dai tuoi volontari. Puoi escludere con certezza che chi ha scritto i contenuti abbia ricevuto compensi da parte di Web & Press o Tabloid per quel lavoro? "Ci sentiamo di fare alcune considerazioni - interviene Aduc - non ci si puo' riempire la bocca sulla libertà di espressione su Internet, e poi pensare che il libero pensiero degli utenti (anche in forma cosi' sintetica come su Twitter) possa essere oggetto di azione penale. Un uomo pubblico che querela per diffamazione sottolinea solo la sua debolezza e insicurezza.
Soprattutto perché in questo caso, gli utenti di Twitter non sono certo la fonte della notizia. Il cittadino che scrive su Twitter che Renzi ha preso soldi da Lusi si limita di tutta evidenza a riportare quanto scritto da molti quotidiani. Semmai dovrebbe querelare questi ultimi, e non certo i singoli cittadini che discutono liberamente di una notizia, vera o falsa che sia. E’ purtroppo una brutta abitudine della nostra classe politica, e non solo, quella di minacciare querele a destra e a manca per mettere a tacere cose non gradite, vere o false che siano.
Piuttosto che utilizzare la parola e i fatti per convincere il pubblico - in fondo, dovrebbe essere proprio questa la qualità essenziale della Politica- si preferisce zittire con minacce di azioni legali, multe e risarcimenti. Aduc mette a disposizione la propria assistenza. Come sempre facciamo ogniqualvolta vi sia un attacco alla libertà di espressione su Internet". Malpezzi, segretario provinciale Rifondazione Comunista, attacca Renzi: “Come mai il paladino del nuovismo si serve dei vecchi metodi?” “Sebbene ancora non ci sia grande chiarezza - ed è un eufemismo - sulla questione del finanziamento alla campagna elettorale di Matteo Renzi, una cosa sembra già evidente, ossia l’atteggiamento ambiguo e pericolosamente incoerente del nostro Sindaco.
Se da una parte va sbandierando di essere fermamente contrario ai finanziamenti ai partiti, dall’altra - sulla stampa - parrebbe ammettere di essere andato a bussare alla porta dell’ex tesoriere Lusi proprio per ricevere finanziamenti per la sua campagna personale. In altre parole il senso sembra essere (e anche qui l'ambiguità regna sovrana): se i soldi ci sono e mi vengono dati, io me li prendo, anche se sono ideologicamente contrario e pronto a gridare allo scandalo se lo fanno altri! Il nuovo che si serve del vecchio, insomma, ma solo finché gli fa comodo e rimane tutto sotto silenzio.
Poco importa se quei soldi gli siano stati utilizzati o no. Quello che conta, oggi, è la discrepanza tra le parole e gli atti di Renzi, inammissibile in un amministratore pubblico, in un Sindaco. In tutta questa vicenda ha mostrato un atteggiamento contraddittorio e opportunistico, che non aiuta la seria riflessione che invece dovremmo fare in merito alla riforma dei partiti: rendere trasparenti i bilanci, regolamentare e vincolare i tanto disprezzati finanziamenti pubblici, che in realtà sono un elemento importante per la qualità della democrazia nel paese.
Perché non ci siano solo i ricchi o i demagoghi a fare politica. Sono questi gli argomenti che andrebbero affrontati, evitando per una volta di scadere nel degradante populismo che tanto va di moda in Italia e ormai anche a Firenze.”