Primo Maggio 1947. Nella piana di Portella della Ginestra, in provincia i Palermo, qualcuno spara sulla folla che festeggia la festa del lavoro e la vittoria elettorale del Blocco social-comunista. 12 morti, 27 feriti. Di questa strage verrà ritenuta responsabile la banda di Salvatore Giuliano. La sentenza del processo stabilirà che “la spinta fondamentale al delitto va pur sempre cercata nell'interesse a fermare la penetrazione comunista nelle campagne per conservare le vecchie strutture agrarie, interesse che era proprio anche di altri”. Ma dal momento che non si può affermare che tutte le persone presenti a festeggiare il primo maggio ci fossero per motivi politici quella riunione può essere considerata una festa campestre e quindi sparare sui contadini non fu un atto politico.
Quindi nessun mandante da ricercare. Una storia archiviata senza risposte chiare, piena di morti, di bugie, testimoni scomparsi, dichiarazioni ritrattate, documenti trafugati e segreti di stato. Una storia complicata. Una storia italiana. Portella è l'inizio di quella che in seguito verrà chiamata strategia della tensione. Apre una nuova fase della storia di questo paese. La svolta politica che ne seguirà, con l'esclusione delle sinistre dal governo, è il prodotto di un fitto intreccio tra interessi locali, nazionali e internazionali, convergenti nella scelta anticomunista che contrapporrà per decenni il blocco occidentale al blocco socialista. Lo spunto per raccontare questa storia sulla scena ce l'ha fornito la Fondazione Buttitta mettendoci a disposizione il testo inedito “Portella della Ginestra” del poeta Ignazio Buttitta.
Si tratta di un'opera mai rappresentata, conservata per più di mezzo secolo nell'Archivio storico delle Edizioni Avanti, presso l'Istituto Ernesto de Martino. Ci siamo permessi di giocare liberamente con il testo lasciandoci stimolare dalle atmosfere che contiene più che dal disegno drammaturgico, tenendo sempre presente l'insegnamento più importante che Buttitta ci ha lasciato: la letteratura come strumento per proporre una visione del mondo, come mito da condividere con altri, da agire per la trasformazione della realtà. Abbiamo sviluppato quindi le suggestioni che anche altre opere di Buttitta ci davano, da “La mia vita vorrei scriverla cantando” a “Colapesce” fino alle raccolte di poesie “Pietre nere”, “Io faccio il poeta”, “Lu pani si chiama pani”. Il risultato drammaturgico è quindi una contaminazione continua di storia e poesia, cronaca, azione e canto.
Il poeta lo portiamo sempre con noi, sulla scena, in ogni gesto, ogni nota, ogni silenzio, ogni sguardo, attraverso il cuore e l'ingegno di Tano Avanzato. Chi cammina curvato torce la schiena, se è un popolo torce la storia! Da “Un secolo di storia” Ignazio Buttitta (“Io faccio il poeta” 1972) Biglietto intero € 15,00 Biglietto ridotto € 12,00 "PORTELLA DELLA GINESTRA" liberamente ispirato all'omonimo testo di Ignazio Buttitta con Antonio Bertusi, Antonio Branchi, Giovanni Carli, Riccardo Naldini, Matteo Procuranti e la partecipazione di Tano Avanzato e Erminia Terranova con la collaborazione artistica di Cristina Occhione drammaturgia e regia Virginia Martini una produzione di Blanca Teatro, Archivi della Resistenza, Fondazione Buttitta, Occupazioni Farsesche con la collaborazione di Istituto Ernesto de Martino