Picasso, Morandi, Chagall, Klee e Matisse, il suo preferito, l’artista che sente più vicino alla sua sensibilità, queste alcune delle suggestioni che possiamo ritrovare nella pittura di Jean-Blaise Evequoz, artista dalla personalità poliedrica che è stato travolto dalla magia del colore prima di incappare in un futuro che era stato già scritto. Nato in Svizzera e cresciuto in una famiglia di professionisti, pareva chiaro a tutti, sin dall’adolescenza, che Jean-Blaise sarebbe divenuto un avvocato affermato; e per un po’ così sembrava fino a quando, ad appena sei mesi dalla conclusione dei studi studi in giurisprudenza, ha detto no a quella vita già decisa prima che fosse troppo tardi, per cedere alla fascinazione di tavolozza, pennelli e scalpello.
Oltre a un futuro sicuramente roseo come avvocato, Jean-Blaise per amore dell’arte ha messo da parte anche una promettente carriera da schermidore professionista, grazie alla quale, per disputare le varie gare, ha potuto visitare i musei di tutto il mondo avendo la conferma che, in realtà, ciò che amava era l’arte. Raggiunta quella consapevolezza, Firenze è stato il luogo eletto a costituire il punto da cui partire a livello prima di tutto formativo: “Quale città migliore della culla europea dell’arte per affrontare quel percorso storico nell’arte di cui avevo bisogno?” dichiara il pittore quando si parla di Firenze.
Proprio dal capoluogo toscano ha inizio il rapporto con i grandi pittori che hanno segnato la storia dell’arte mondiale; ma quale approccio ha utilizzato, mi chiedo io: “Ho iniziato rinnegando tutti - ci dice Evequoz - tornando quasi al Rinascimento, copiando i grandi affreschi del Cinquecento, di cui Firenze è il contenitore più generoso al Mondo. A parte questi grandi, Rembrandt è stato uno degli autori da me studiato a lungo”. L'arte del Novecento, però, è stata la sua vera e propria fonte di ispirazione che gli ha fatto scoprire di condividere con Matisse l'attrazione per il colore puro, ma apprezza anche l'arte astratta, anche se questa lascia in lui un senso di incompiutezza che non lo appartiene, per questo si sente estremamente vicino a Matisse.
É senza dubbio, comunque, che Jean-Blaise Evequoz sia un pittore emozionale e non concettuale che, mediante l'ispirazione ai grandi maestri del Novecento, ha dato vita a una pittura totalmente sensitiva. Dopo i tanti anni di studio alla ricerca della sua pittura ideale, Evequoz dichiara: “Oggi non ho più problemi estetici perchè ho risposto a tutte le mie domande in merito. Sono più libero, non penso più al passato, abbandonando il controllo razionale del disegno, lascio la pittura farsi sulla tela”. Valentina Passaro