Ammannati e Vasari per la città dei Medici, ma anche per noi

Il volume a cura di Cristina Acidini e Giacomo Pirazzoli racconta una prospettiva artisitica stupefacente, sino a un presente in cui l'eredità vacilla

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
25 marzo 2012 18:27
Ammannati e Vasari per la città dei Medici, ma anche per noi

Insieme ad altri artisti della corte medicea, Bartolomeo Ammannati e Giorgio Vasari hanno concorso a realizzare la maggiore concentrazione urbana di opere d'arte al mondo. Una densità sorprendente in rapporto con le dimensioni di Firenze, allora una città di 50 mila abitanti. E' evidente come la classe dirigente fiorentina di quel tempo intendesse eprimere il proprio sviluppo civile in primo luogo nella dimensione artistica, culturale ed estetica, concentrando in poche centinaia di metri botteghe artistiche di incredibile qualità. Un contributo alla comprensione della stagione più strordinaria della nostra città è offerto da “Ammannati e Vasari per la città dei Medici” volume a cura di Cristina Acidini e Giacomo Pirazzoli, edito di recente dalla fiorentina Polistampa per la Banca CR Firenze.

Il progetto promosso dal Gruppo bancario, intende rivelare nel sistema urbano fiorentino elaborato da Vasari e Ammannati una volontà che lega l'architettura alle arti sviluppatesi contemporaneamente in città. C'è -a detta dei curatori Acidini e Pizzaroli- un'equilibrata consapevolezza nel lavoro dei due artisti, che mette in armonia il proprio intervento con le presenze architettoniche precedenti, tracciando una prospettiva stupefacente per i secoli successivi, sino ad un presente in cui la loro eredità vacilla in un pasaggio dimentico del delicato rapporto tra i colori della natura e l'intervento urbanistico dell'uomo. Il percorso di immagini e testi si rivolge a un vasto pubblico di lettori a conclusione delle celebrazioni del quinto centenario della nascita dei due artisiti nel 2011.

Si inserisce nel solco della rilettura del Rinascimento maturo fiorentino, avviata con le grandi mostre medicee della Firenze capitale europea della Cultura nel 1980. E ridefinisce questo periodo storico come una straordinaria stagione in cui artefici geniali sopravanzano le aspettative di lungimiranti committenti. Il libro si trasforma cosi in una passeggiata nella Firenze del '500, attraverso storiche vedute urbane, dall'interno della basilica francescana di Santa Croce (Vasari) alla piazza della Signoria (la fontana di Ammannati e il rinnovamento vasariano del salone dei Cinquecento), agli Uffizi del Vasari, fino al corridoio omonimo.

Senza dimenticare il Giudizio Universale di Vasari, che riveste l'interno della cupola del Duomo, e il ponte Santa Trinita dell'Ammannati. Di là d'Arno il cortile di Ammannati a Palazzo Pitti, mentre le chiese dei Santi Apostoli e di Ognissanti godono del riordino del Vasari. I due insomma sono tra i principali artefici di questa concentrazione artistica, come hanno concorso a riaffermare le mostre, i convegni, i restauri dispiegati in città nel corso del 2011. Un'annata critica importante che il volume “Ammannati e Vasari per la città dei Medici” sembra incorniciare e conchiudere con ricchezza iconografica e facilità di lettura.

Come nel capitolo in cui il critico Sergio Risaliti racconta la stagione della ricostruzione postbellica di Firenze, attraverso la leggendaria ricerca della smarrita testa della Privamera scolpita da Pietro Francavialla a corredo del Ponte Santa Trinita, fatto saltare dalle truppe tedesche in ritirata. di N. Nov.

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