Artista fra i più notevoli e inquieti del secolo, Ammannati fu un tipico interprete dell'intellettualismo manieristico e dell'amore per la "bella maniera" italiana. Adesso una mostra in corso al Bargello sino al 18 settembre intende celebrare lo scultore e architetto fiorentino con la mostra “l'acqua ,la pietra e il fuoco” Il titolo allude alle tre importantissime Fontane, che l'Ammannati realizzò per commissione del duca Cosimo I: quella destinata al Salone dei Cinquecento in Palazzo Vecchio; quella per la Piazza della Signoria (ovvero "del Biancone"); e quella per il giardino della Villa medicea di Castello.
La mostra si focalizza nel cortile del Bargello, nella ricostruzione della fontana marmorea che avrebbe dovuto essere installata nel Salone dei Cinquecento in Palazzo Vecchio , composta di sei grandi statue di divinità, che nei secoli ha ornato i giardini granducali di Pratolino e di Boboli, prima di giungere smembrata al Bargello. Infatti, il progetto iniziale, così suggestivo, di una fontana all'interno della Sala Grande fu interrotto nel 1560 per realizzare invece la Fontana di Piazza - o del "Biancone"- pure affidata all'Ammannati, al quale il Duca commissionò pochi anni dopo anche la Fontana della sua Villa di Castello, con il gigantesco Ercole e Anteo di bronzo al centro del giardino e vari animali all'interno della grotta.
La mostra, in collaborazione con la Facoltà di Architettura dell'Università di Firenze, è dedicata a queste tre fontane, che bene illustrano la politica del Granduca nella valorizzazione estetica e spettacolare dell'acqua. Altre opere scultoree dell'Ammannati (quali la celebre Leda e il Cigno, il Monumento Nari, il Genio Mediceo, il Marte gradivo, la Venere del Prado…), oltre a disegni, progetti, documenti, completano l'esposizione. Complemento non irrilevante di questo progetto è un breve documentario (realizzato da Mediateca Toscana per la regia di Massimo Becattini), che viene proiettato nell'ambito della mostra: dove si illustrano in particolare le fasi salienti dell'esecuzione della copia della statua di Giunone: copia che verrà poi montata nel cortile del Bargello nella posizione originale della figura, al culmine della Fontana della Sala Grande Scultore importante anche se discusso dai suoi contemporanei per il suo anticlassicismo,(memorabili le critiche mossegli da Benvenuto Cellini) Ammannati fu uno degli artisti ufficiali del ducato mediceo .
''Assai meno noto di Vasari, che negli studi e nella percezione comune è stato avvantaggiato dalla sua posizione di celeberrimo storiografo delle arti e biografo degli artisti,- ha dichiarato Cristina Acidini -Ammannati fu nondimeno uno degli artefici, esperti e versatili, che modellarono il cuore cinquecentesco di Firenze quale è giunto fino a noi, agli ordini del duca Cosimo de' Medici''.Nel 1563 Cosimo I de' Medici fondò l'Accademia e Compagnia dell'Arte del Disegno di cui l'Ammannati fu eletto membro.
E fu sempre Cosimo I a commissionargli lavori di ampliamento di Palazzo Pitti di cui disegnò la vasta corte con ordine tripartito e l'ampliamento dei giardini retrostanti. Nel 1559 vinse il concorso per la fontana del Nettuno in piazza della Signoria, grazie all'aiuto di Eleonora di Toledo, e scolpì quindi il cosiddetto "Biancone" che la sormonta. Oggi la sua opera di scultore,è stata rivalutata ed è ormai considerato come uno degli artisti più importanti del manierismo toscano. Alessandro Lazzeri