“La Toscana è l’unica regione in Italia che ha una legge sulla partecipazione, questa legge è attiva dal 2008 e costa circa 800.000 euro l’anno. Noi non contestiamo la bontà del principio, anzi pensiamo che le democrazie moderne si fondino sul protagonismo dei cittadini e proprio per questo vogliamo chiarezza circa i costi, i risultati e gli esiti dei percorsi attivati” . Così Stefania Fuscagni portavoce dell’opposizione in consiglio regionale annunciando l’attivazione, su in pulso della portavoce dell’opposizione stessa, dell’indagine conoscitiva sulla legge regionale 69/2007, nota come legge sulla partecipazione. “Fare chiarezza sui processi partecipativi attivati dalla Regione Toscana è l’obiettivo che sta al cuore della seconda indagine conoscitiva che ho attivato come portavoce dell’opposizione.
Dopo il focus sulla formazione professionale che ha portato alla luce problematiche, criticità e possibili soluzioni in un punto strategico e fondamentale, ora procediamo nell’analisi di un settore delicato quale quello della partecipazione. Un tema - prosegue Fuscagni - politicamente ‘sensibile’, che spesso rischia di essere mortificato e anche strumentalizzato specialmente quando esistono meccanismi di finanziamento che legano la Regione agli enti locali e che coinvolgono direttamente i cittadini.
Al di là delle perplessità che spesso abbiamo manifestato circa l’applicazione della legge, da parte dell’Opposizione non c’è nessuna volontà inquisitoria o di sterile polemica , al contrario: a noi - conclude Fuscagni - interessa solo mettere i processi partecipativi dentro una casa di vetro, rendendoli efficaci ed efficienti nel solo interesse dei toscani che hanno diritto ad una partecipazione massimamente vera e quindi libera. Un diritto che tutti noi, maggioranza e opposizione, dobbiamo garantire a partire da una valutazione oggettiva e serena circa la legge in vigore”.