Firenze - I tempi sono serrati: la casa di cura di Poggio Sereno a Fiesole ha fatto sapere con una lettera che il 30 settembre prossimo, dal momento che le condizioni che hanno prodotto lo stato di crisi non sono mutate, chiuderà i battenti lasciando a casa 32 lavoratori e impoverendo il servizio sul territorio della Asl 10 di Firenze di 60 posti letto. I ricoveri, al momento, sono già bloccati. Per questo, da parte del Vicepresidente della Commissione sanità Stefano Mugnai (Pdl) era arrivata la richiesta di un’audizione urgente dei sindacati all’interno della Commissione stessa.
Ebbene, la richiesta è stata accolta. I rappresentanti dei lavoratori saranno sentiti dalla IV Commissione giovedì prossimo alle 10.30, con una tempestività senza precedenti ma che si rende necessaria alla luce dei fatti.La richiesta del Pdl è chiara, e Mugnai la avanza insieme alla collega del Pdl Stefania Fuscagni (Portavoce dell’opposizione nonché Consigliera Pdl anche al Comune di Fiesole): «Che la giunta regionale esprima sulla vicenda di Poggio Sereno il medesimo impegno profuso per altre realtà aziendali a rischio chiusura, perché quando si parla di occupazione non devono esistere figli e figliastri». L’audizione di giovedì prossimo, del resto, non rappresenta la prima occasione di confronto tra sindacati e Commissione sanità: «Gli incontri sono già stati due – ricorda Mugnai – di cui uno il 16 luglio scorso alla presenza anche del titolare della clinica, del direttore generale della Asl 10 di Firenze Luigi Marroni e dell’assessore al diritto alla salute Daniela Scaramuccia.
Già allora tra i commissari che si occupano di sanità si registrarono forti perplessità circa il corretto adempimento degli obblighi contrattuali reciproci tra Asl e Poggio Sereno». Nei giorni scorsi i sindacati hanno chiesto di essere ascoltati nuovamente, richiesta a cui ha dato voce proprio Mugnai: «Avevo sollecitato una nuova audizione in via d’urgenza, e la richiesta è stata accolta. Su Poggio sereno – ribadisce Mugnai – ci aspettiamo dalla Regione un livello di attenzione pari a quello dimostrato per altre imprese in difficoltà.
Qui i tempi sono non stretti, di più. Per questo bisogna intervenire con la massima rapidità contro una chiusura che implicherebbe la perdita di 32 posti di lavoro sul territorio, ma anche di un servizio sanitario importante, che con i suoi 60 posti letto ha finora contribuito sensibilmente a garantire assistenza in un’area come quella fiorentina che ne ha disperato bisogno».