“Una Autorità che ci costa quasi 800mila euro l’anno, attiva progetti su massima richiesta dei Comuni e su minima richiesta dei cittadini, tratta temi alcuni dei quali davvero stravaganti, si lagna del poco personale di cui dispone e quindi anche delle risorse. Una Autorità che fa il paio con una legge “manifesto”, una legge funzionale al sistema di produzione del consenso che si sostanzia tramite rivoli di fondi a sostegno di azioni sparse sul territorio. Ecco, credo che sia il caso di mettere fine alla sola realtà finanziata dalla Giunta che non ha conosciuto la razionalizzazione delle risorse”.
Così Stefania Fuscagni, portavoce dell’Opposizione in Consiglio regionale, a commento della presentazione del rapporto annuale 2010 dell’Autorità per la Partecipazione. “Un rapporto che giunge con netto ritardo, dopo mesi di attesa in deroga alla stessa legge istitutiva. Che cosa emerge, oltre al ritardo che di per sé sta a significare una gestione non ottimale? Emerge che il dubbio circa la scarsa utilità di questa Autorità si è trasformato in certezza. Entro nel merito: nel 2010 l’Autorità ha sostenuto 27 progetti per un totale di 774.768 euro, di questi 19 sono ancora in corso, uno solo è terminato mentre sette sono stati revocati.
Non solo – prosegue la Portavoce dell’Opposizione - il vero elemento che misura il fallimento delle intenzioni, non necessariamente cattive, è che coloro che richiedono e ottengono i finanziamenti, dal 2008 al 2010, sono in stragrande maggioranza – il 68% - Enti Locali, mentre solo il 9% dai cittadini. Richieste e conseguenti denari. Non basta: è opportuno ricordare che siamo di fronte alla stessa Autorità che sostiene il processo partecipativo per la moschea di Firenze con un sostegno di 75.000 euro.
Un percorso partecipativo che, nonostante i soldi investiti, ci lascia ogni giorno più perplessi”, conclude Fuscagni.