di Ornella De Zordo, consigliera comunale PerUnaltracittà-lista di cittadinanza Le condizioni in cui sono costretti i "rei", o presunti tali, è uno degli indicatori della civiltà di un popolo. La festa della Toscana si celebra ogni anno nel giorno in cui è stata abolita la pena di morte nel Granducato, primo caso in Italia. Eppure si assiste ad un deterioramento continuo - nella sostanzale indifferenza - delle condizioni di vita nelle carceri, e ad un incremento delle morti fra i reclusi o i fermati.
A Firenze, nei primi due mesi del 2012, a 226 anni dalla abolizione della pena capitale, si sono registrati 4 morti, due a Sollicciano, due nelle celle della Questura, l'ultimo ieri. Al di là dell'accertamento di eventuali responsabilità dirette o indirette, è del tutto evidente che la situazione è insostenibile, e occorre uno sforzo straordinario per un cambiamento radicale, a partire dalla abrogazione di norme berlusconian-leghiste quali quelle sulle droghe, sull'immigrazione, sulla recidiva, ma anche nella considerazione dei diritti dei reclusi, donne e uomini che devono essere messi in condizione di scontare una eventuale pena senza rinunciare alla propria dignità e sicurezza.
Come intendono attivarsi le istituzioni che si dichiarano democratiche perché questa drammatica e insostenibile situazione cambi radicalmente? Perché ognuno deve fare la sua parte e non demandare agli altri responsabilità che non vuole assumersi. A meno di non collocarsi dichiaratamente in una subcultura in cui il diritto è prerogativa esclusiva del potente di turno: contro questa subcultura saremo sempre al fianco di chi si oppone e lotta affinché "Nessuno tocchi Caino".