Nuovo drammatico appello del Garante dei diritti dei detenuti circa la situazione di insostenibilità nel carcere di Sollicciano dovuta al sovraffollamento, alle carenze dei beni primari e alla possibilità di garantire cure e assistenze ai detenuti. "Assordante il silenzio dell’Amministrazione penitenziaria - è la critica dei consiglieri provinciali di Rifondazione comunista Andrea Calò e Lorenzo Verdi - Quale protesta per le situazioni disumane nel Carcere il Garante decide di trasferirsi in mezzo ai detenuti finché la questione della dignità di queste persone non sarà affrontata".
Rifondazione Comunista nell’esprimere pieno sostegno alle iniziative promosse dal Garante dei diritti dei detenuti Franco Corleone invita l’Amministrazione Provinciale "ad assumere iniziative più incisive e rilevanti sul tema del sovraffollamento e dei diritti delle persone". Esaustivi i numeri sono “infatti 1011 i detenuti (oltre a 6 bambini) rispetto al limite massimo previsto per legge che sarebbe di 447 persone”. Una situazione al limite che rischia di mettere definitivamente al collasso l’intero sistema carcerario.
Oltre al sovraffollamento “si aggiungono poi la mancanza del personale, lo scarso igiene e l'indifferenza sui diritti dei carcerati”. Sul tema dell’indifferenza il Garante è più che esplicito e punta il dito sul “silenzio assordante dell'amministrazione penitenziaria alla quale ho personalmente richiesto la costituzione di una 'unità di crisi' per far fronte a piccole riforme che sorreggano la dignità dei reclusi”. Sul tema delle riforme interne e necessarie all’istituto penitenziario il Garante porta alcuni esempi quali “l'introduzione di una tessera telefonica per chiamare i familiari e la costituzione di un supermercato interno per consentire la spesa ai detenuti” argomenti tra l’altro sostenuti nel corso di alcune audizioni tenute con la Commissione Provinciale Politiche Sociali.
Oltre alla scarsità dei beni primari c’è il problema irrisolto delle cure ospedaliere e dell’assistenza sanitaria in generale. Siamo di fronte ad una carenza strutturale che configge apertamente con le norme di tutela sanitaria previste dalla Costituzione e dalle leggi. le carceri italiane sono diventate delle discariche sociali: la soluzione- proposta da Corleone- è capire chi merita davvero di stare in prigione e chi in comunità di recupero. I veri problemi - sottolinea Corleone - sono i beni primari come acqua, cibo e cure ospedaliere.
Le carceri italiane sono diventate delle discariche sociali:” La soluzione è capire chi merita davvero di stare in prigione e chi in comunità di recupero; le carceri italiane sono diventate delle discariche sociali” La proposta, dunque, è quella di coinvolgere i Comuni e le associazioni di volontariato locali, perché si rendano disponibili luoghi di accoglienza e lavori socialmente utili, creando poi a livello nazionale una unità di crisi. Per protestare sulle condizioni disumane del carcere di Sollicciano e contro la cortina di silenzio dell'amministrazione penitenziaria il Garante ha deciso “di trasferirsi in mezzo ai detenuti finché la questione delta dignità di queste persone non sarà affrontata”.
Mentre si rinnova l’invito del Garante ad adeguare il sistema di protezione sanitario nel Carcere apprendiamo che è stato sottoscritto un protocollo tra Regione Toscana, Asl e Amministrazione penitenziaria per assistere i detenuti. Si tratta di linee di indirizzo per la prevenzione del suicidio in carcere, applicative di in una delibera regionale che vuole rafforzare la qualità della salute dei detenuti per il biennio 2011-2012. Le linee di indirizzo varate dalla Regione prevedono che in ogni presidio carcerario si realizzi un piano di accoglienza qualificato, con un'équipe multiprofessionale e la creazione di un percorso personalizzato per tutti i nuovi arrivati, in particolare per quei soggetti che risultano a rischio di suicidio.
Che l'amministrazione penitenziaria e l'area sanitaria individuino congiuntamente percorsi di uscita dal carcere per i detenuti che risiedono nel territorio dove si trova l'istituto. L'accoglienza dei detenuti prevede un triage medico-infermieristico all'arrivo (anche con personale con esperienza di salute mentale), per individuare i bisogni sociali, psicologici e psichiatrici; nel caso emergano situazioni di rischio o particolare disagio, sarà necessaria anche una valutazione specialistica. Gli scriventi Consiglieri Provinciali di Rifondazione Comunista nell’esprimere il proprio sostegno all’iniziativa intrapresa dal Garante dei diritti dei detenuti Franco Corleone a fronte del nuovo drammatico sovraffollamento nel Carcere di Sollicciano e soprattutto a fronte della latitanza dell’Amministrazione penitenziaria nel sollecitare la giunta provinciale ad onorare la realizzazione degli impegni dichiarati e assunti nelle sedi istituzionali e pubbliche sui temi che riguardano la condizione degli istituti penitenziari della Provincia di Firenze a partire dal carcere di Sollicciano chiedono al Presidente della Provincia di Firenze e all’Assessore competente di riferire sulla situazione di grave sovraffollamento presente nel carcere suddetto, sulla mancanza dei beni primari, sulle carenze igienico sanitarie e sulle carenze di personale.
Altresì chiediamo di sapere, a fronte di questa ennesima denuncia da parte del Garante, cosa l’Amministrazione Provinciale è intenzionata a fare nei confronti di una Amministrazione penitenziaria che, con la sua inerzia rischia di aggravare le condizioni dei detenuti proprio sul versante della detenzione e dei diritti sulla persona e cosa sta facendo l’Osservatorio del settore carcerario. In questo contesto, di palese violazione dei diritti sulla persona, e a fronte di un protocollo stilato tra Regione Toscane, ASL e Amministrazioni Penitenziarie per assistere i detenuti e contrastare il fenomeno dei suicidi chiediamo di sapere il ruolo che l’Amministrazione Provinciale assumerà per rendere applicativo detto protocollo.
Infine chiediamo che la Giunta provinciale si esprima sulla proposta del Garante di creare una sorta di coordinamento tra comuni e associazioni perché si rendano disponibili luoghi di accoglienza e lavori socialmente utili".