FIRENZE– La sentenza del tribunale di Massa Carrara è stata appena depositata ed è clamorosa: l’ex direttore generale della Asl 1 Antonio Delvino è reintegrato a pieno titolo nella sua posizione. Ma è altrattanto clamorsa la risposta della Regione Toscana: “Il decreto che ho firmato rientra nelle mie prerogative e risolve una situazione di confusione che si sarebbe determinata alla Asl di Massa e Carrara a seguito dell’ordinanza del Tribunale del lavoro. Tale ordinanza infatti si esprime su un piano civilistico, mentre il mio decreto si esprime su un piano amministrativo in quanto prevede la decadenza a fronte della mancata ottemperanza del dott.
Delvino all’obbligo dell’equilibrio di bilancio”. Così il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi spiega le ragioni che lo hanno portato a firmare stasera il decreto di licenziamento del dott. Delvino. Delvino aveva rassegnato volontariamente le dimissioni da direttore generale dell’Asl di Massa e Carrara a seguito del disavanzo di esercizio che la Giunta regionale aveva individuato e denunciato. Successivamente lo stesso dott. Delvino ha presentato ricorso al Tribunale del lavoro che si è pronunciato annullando le dimissioni perché viziate nel consenso, in quanto illegittimamente ottenute e ordinando alla Regione l’immediato reintegro nell’incarico di direttore generale.
Il dispositivo di reintegro trova tuttavia impedimento a fronte del grave disavanzo nel bilancio 2009, (previsto art. 3 comma 7 del decreto legislativo 502 del ’92 e successive integrazioni). Tale disavanzo costituisce infatti causa di decadenza come richiamato esplicitamente anche dal contratto di lavoro sottoscritto dallo stesso dott. Delvino. Per queste ragioni il presidente della Regione ha firmato il decreto con cui dichiara il dott. Delvino decaduto per aver occultato il disavanzo di esercizio del bilancio 2009.
Sussistono inoltre le condizioni d’urgenza per l’atto suddetto – anch’esse previste dalla legge – tenendo conto del fatto che nel frattempo si sono determinate nuove situazioni di fatto e di diritto, in particolare per l’avvenuta nomina del nuovo direttore generale dell’Asl di Massa e Carrara. “In merito all’ordinanza – prosegue Enrico Rossi – appare singolare che il Tribunale del lavoro respingendo le eccezioni presentate dalla Regione Toscana abbia equiparato il direttore generale dell’Asl di Massa, il cui rapporto di lavoro è di carattere professionale e contrattuale, ad un qualsiasi rapporto di lavoro dipendente subordinato.
Insomma un direttore di Asl è stato trattato dal Tribunale come se fosse un operaio della Eaton”. La Giunta regionale si riserva, infine, di proporre reclamo al Tribunale per la riforma della suddetta ordinanza. “Rispetto la decisione della magistratura – commenta la consigliera Maria Luisa Chincarini - e aspetto di leggere le motivazioni della sentenza di reintegro del dott. Delvino all’interno dell’Azienda sanitaria di Massa”. “Indubbiamente – continua la consigliera IDV - la vicenda presenta degli aspetti immediati che ci preoccupano e che avranno inevitabilmente delle ripercussioni, sia di carattere economico che organizzativo, visto che a questo punto l’Asl si troverebbe ad avere, paradossalmente, due direttori”.
“Ritengo che le condizioni che hanno portato il Presidente Rossi all’allontanamento del dott. Delvino – continua la consigliera – fossero dettate dalla esigenza di tutelare l’Azienda sanitaria rispetto ad un procedimento giudiziario in corso e di mettersi tutti a disposizione della Giustizia. Oggi apprendiamo che che quell’allontanamento non era giustificato. Sono consapevole dei giorni difficili passati da Delvino, ma faccio appello al senso di responsabilità che gli riconosco affinchè valuti la grave situazione dell’azienda per non trascurare gli interessi che sono poi quelli di tutti i cittadini”. «Tutto quello che abbiamo detto fino ad oggi – ricorda Jacopo Ferri (Pdl) – sembrerebbe confermato dal pronunciamento del giudice.
E’ evidente che il problema della Asl 1 era ed è legato a una serie di fattori che finora la Regione ha finto di non vedere, guardandosi bene dal mettere a fuoco con obiettività la vicenda. Oggi è evidente che le responsabilità non si possono circoscrivere a Delvino ma, anzi, vanno ricercate in altre direzioni, compresi l’assessorato alla salute dell’epoca in cui la voragine di bilancio si è generata e tutti i consulenti dei quali la Regione Toscana si è avvalsa per diversi anni anche nell’operare presso la Asl 1».
Dello stesso avviso il Vicepresidente Mugnai: «Con questa sentenza – afferma – crolla la chiave di lettura che Rossi ha sempre voluto fornire sullo scandalo dei bilanci della Asl 1 di Massa Carrara, quella che ascriveva ad Antonio Delvino, ai suoi predecessori e a pochi altri burocrati le principali sulla vicenda. A quanto pare – conclude Mugnai – il giudice stesso ha avanzato dubbi sulle modalità di allontanamento dell’ex direttore generale. In questo senso oggi il tribunale di Massa fornisce un elemento fondamentale per fare finalmente un po’ di chiarezza sulle reali responsabilità anche politiche in ordine alla vicenda Asl 1.
Credo di non sbagliarmi affermando che ne dovremo vedere ancora delle belle. Forse è necessario ed opportuno iniziare a riflettere sulle responsabilità politiche e della politica in ordine al dissesto della Asl 1».