Lievito madre, farina di grano tenero e acqua. Tre e solo tre sono gli ingredienti del pane toscano. Naturalmente “sciocco”, perché in Toscana il sale nel pane non ci va. Ed è per questo alimento tipico che il prossimo 8 febbraio alle ore 15,30 sarà data lettura della proposta di disciplinare per la richiesta della Dop in occasione della riunione di pubblico accertamento nell’Aula Magna dell’Università di Firenze, Facoltà di Agraria Piazzale delle Cascine,18. All’incontro parteciperanno due funzionari del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, la Regione Toscana, e i rappresentanti del Consorzio di promozione e tutela del pane toscano richiedenti la Denominazione di origine protetta.
Il disciplinare proposto per la produzione del “Pane toscano Dop” ripercorre le sapienti fasi di una lavorazione antica che, tramandata nei secoli, tutt’oggi regala un pane ricco di sapore e profumo con la crosta croccante e la mollica ben alveolata, che ben si accompagna alla saporita cucina toscana e dà vita ai suoi piatti più noti come la ribollita o la pappa al pomodoro. Tutta un’altra storia, insomma, rispetto ai pani ottenuti da lavorazioni rapide, anzi rapidissime, o a quelli precotti e surgelati. “Presto un marchio renderà il nostro pane riconoscibile” commenta l’assessore regionale all’agricoltura, Gianni Salvadori .
“Garantire questo alimento ai consumatori è stato l’obiettivo che, fin dall’ottobre 2001, ha fatto avviare la richiesta di riconoscimento Dop, con il contributo determinante delle istituzioni scientifiche toscane. Credo anche che la Dop al nostro pane – ha proseguito l’assessore – renda un tributo alla storia e alla cultura di questa regione, fatte da tanti agricoltori che seminano il grano, da tanti mugnai che lo trasformano in farina e ne conservano il germe, ricchezza nutrizionale fondamentale e caposaldo del buon e mangiare toscano”. Tutti gli operatori della filiera del pane, dal coltivatore di grano al mugnaio al panettiere, sono coinvolti nel progetto di disciplinare che verrà letto per valutare e condividere un percorso ancora non concluso.
Dopo la lettura, il disciplinare verrà pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale italiana per portarlo a conoscenza di tutti gli operatori nazionali e, successivamente, sarà inviato a Bruxelles per l’ultima fase comunitaria dell’iter burocratico ed entrare a far parte come Dop tra gli oltre 1000 prodotti tipici, vanto dell’intera Europa.