Nel 2000, anno del precedente Censimento, in Toscana c'erano 122mila aziende agricole mentre oggi ne sono attive 75mila: il 38% in meno. Un dato in linea con il trend nazionale, ma leggermente superiore alla media dell'Italia (-32%). Nell'analisi dei numeri, forniti dal grande lavoro fatto dall'Istat ogni dieci anni, si nota che la superficie agricola utilizzata, ad esempio, è diminuita solo del 12%. Ciò significa che c’è stato un ridimensionamento del sistema: diminuiscono le piccole aziende e aumentano quelle di dimensioni maggiori.
Le tante trasformazioni di questi anni hanno ridotto il numero di aziende agricole e zootecniche, che si sono accorpate, sono state cedute o che hanno cessato l’attività magari affittando i terreni. E proprio su questo si è soffermato l’assessore provinviale all’Agricoltura della provincia Roselli che ha fatto notare come non ci sia stato un consolidamento del reddito delle aziende. “C’è uno stato generale di sofferenza – ha detto Roselli – e l’obbiettivo del settore è una maggiore capacità di margini di guadagno per queste aziende, che molto spesso sono piccole imprese, perché altrimenti c’è l’abbandono, il ritiro a coltivare soltanto zone più facili, e non ce lo possiamo permettere.
L’economia globale non può spazzare via le piccole aziende”. Tutti i partecipanti al forum Agricoltura del Pd metropolitano hanno segnalato le difficoltà che sta attraversando l'intero settore con sempre minori margini di guadagno per i produttori e gli agricoltori. “L’agricoltura in un Paese e in una regione come la nostra – ha detto l'assessore regionale all'Agricoltura Gianni Salvadori – è motore di gran parte dell’economia, dal turismo a tutto ciò che è collegato al made in Italy in cucina.
E' per questo che Regione Toscana ha messo a punto tutta una serie di azioni a supporto del settore per invertire la tendenza e ridare slancio alla produzione e nuova occupazione: ad esempio i circa 20 milioni destinati al mondo agricolo e agroindustriale nel 2012 per i PIF, i progetti integrati di filiera; i 30 milioni di euro destinati nell’ambito del Pacchetto Giovani a chi vorrà intraprendere un’attività nel settore; ai fondi destinati agli impianti di irrigazione, bacini e laghetti collinari, i 2,5 milioni di euro per i prati da pascolo in montagna”. “A tutto questo – ha aggiunto Salvadori – vogliamo aggiungere il dimezzamento dei tempi delle procedure per le pratiche in agricoltura per agevolare al massimo l’attività.
Tutto questo perché la crisi mette a rischio alcuni valori della nostra identità come la manutenzione di larga parte del territorio agricolo e forestale, tanto che se ne vedono gli effetti negativi ambientali laddove il terreno viene abbandonato dall’agricoltore. E senza l’agricoltura il Paese non cresce e la nostra regione non sarebbe quella che è, con il suo paesaggio così modellato dal lavoro rurale”.