Sono stati presentati stamattina a Firenze, a Palazzo Strozzi Sacrati, i risultati del periodo di sperimentazione del servizio post-divorzio. Il progetto, curato dall’associazione di promozione sociale Co.Me.Te., nata all’interno dell’Istituto di Terapia familiare di Firenze, e sostenuto dalla Regione (25 mila euro il contributo), è partito alla fine del 2010 nel solo territorio del comune di Firenze. Tra gli obiettivi della sperimentazione la possibilità di replicare il progetto in altre realtà del territorio, attraverso una forte integrazione pubblico-privato.
Servizi offerti: mediazione familiare, consulenza e sostegno per il superamento dei problemi legati a separazione e divorzio, aiuto alle famiglie ricostituite, sedute di psicoterapia individuali e di coppia. Gli incontri individuali e di coppia hanno coinvolto 103 adulti (46 coppie e 11 genitori singoli separati) con 85 figli. 556 le sedute totali, in media 10 per ogni caso, 6 le sedute di gruppo. Il servizio ha operato in stretta collaborazione con i servizi sociali del Comune di Firenze dal quale sono stati infatti inviati 14 genitori e 9 figli.
Tra le persone che hanno fatto ricorso al servizio vanno segnalate 3 coppie immigrate o miste, 2 genitori singles di famiglie immigrate e 7 figli di famiglie immigrate e miste, 11 coppie ricomposte e 3 singles di famiglie ricomposte, 20 figli di famiglie ricomposte, 1 genitore e 1 figlio di famiglia ricomposta omosex. Per quanto riguarda l’età degli adulti, in 54 casi è compresa tra i 40 e i 50 anni, altri 47 tra i 30 e i 40 anni. Per i figli, oltre la metà hanno tra 0 e 11 anni, in 31 casi tra 11 e 18, in 6 tra 18 e 27. “La disgregazione del nucleo familiare – ha detto l’assessore al welfare Salvatore Allocca – è un fenomeno che deriva da una crisi più complessiva del nostro sistema sociale.
Governare la separazione, il distacco dai figli, dagli affetti, è diventato indispensabile per evitare che da questo evento si possa precipitare in situazioni drammatiche. Per ora si è trattato di una sperimentazione ma vorremmo che il progetto possa avere un futuro, anche con l’inserimento all’interno del Piano Sanitario Sociale”. “Lo spunto per arrivare a questa esperienza – ha aggiunto Giancarlo Francini, presidente dell’associazione Co.Me.Te. e coordinatore del progetto – ci è arrivato lavorando a contatto con le persone coinvolte e con gli operatori, percependo il grado di insoddisfazione nei confronti degli strumenti disponibili per dare sostegno in caso di separazione.
Quando questo avviene cambia la struttura della famiglia ma i legami restano, anche se si trasformano. Abbiamo elaborato l’idea del servizio con l’obiettivo di salvare i legami. La collaborazione con la Regione e la sinergia con i servizi sociali comunali sono state fondamentali”. Insieme ai servizi sociali comunali si sono svolti 8 incontri, individuali e generali. Inoltre, su richiesta sempre dei servizi sociali comunali, sono stati organizzati due incontri di formazione-informazione che hanno coinvolto 30 assistenti sociali.
Il contatto con la struttura del Comune di Firenze è stato costante. La maggior parte delle persone sono arrivate al servizio grazie a contatti privati: avvocati, colleghi ed ex clienti, amici e conoscenti. Solo in 8 casi l’approdo è stato reso possibile dai servizi pubblici. Durante la sperimentazione è stato constatato che l’intervento è necessario non soltanto quando la situazione di disagio si è già creata, ma soprattutto in fase preventiva, per limitare i danni, affettivi e relazionali, alle persone coinvolte ma anche sociali ed economici alla comunità. A questo scopo occorre: informare e sensibilizzare le coppie fin dall’avvio del procedimento di separazione, coinvolgendo il Tribunale attraverso l’attivazione di gruppi informativi sulle tematiche giuridiche e psicologico-relazionali dell’affidamento condiviso, di gruppi di approfondimento sulla gestione della genitorialità e sui problemi dei figli da parte dei genitori separati/divorziati, compresa la situazione delle famiglie allargate ricostituite; formare gli assistenti sociali dei Comuni su questi temi, in modo possano utilizzare le conoscenze nel lavoro di tutti i giorni; potenziare l’informazione pubblica rivolta alle coppie sulla importanza di avere sostegno, sulla prevenzione del disagio relazionale, sui servizi pubblici e privati esistenti; far emergere la complessità e la varietà del tema dando visibilità e riconoscimento alle nuove famiglie ricostituite e a tutti i soggetti coinvolti, come ad esempio i nonni, che sempre più spesso sono chiamati a sostituire i servizi mancanti e sempre più spesso si trovano ad avere un ruolo di primo piano, dal lato affettivo ed educativo. In Toscana, secondo gli ultimi dati diffusi dall’Istat e riferiti al 2009, le separazioni sono state 5461 (5889 nel 2008).
Il numero medio di separazioni per 1000 matrimoni si attesta sui 329,1 (169,7 nel 1995). I divorzi sono stati 4138, contro i 4164 del 2008. La durata media di un matrimonio è di 14 anni.