Questa mattina davanti a Palazzo Vecchio i dipendenti dell'Azienda di trasporti fiorentina hanno protestato nuovamente contro la privatizzazione con la consegna di calze contenenti carbone vero, ed annunciando lo sciopero dell'11 gennaio. A ritirare il 'premio' solo il consigliere Eros Cruccolini di Sel, reo secondo i sindacati, di essersi astenuto durante la votazione sulla privatizzazione. "Ho preferito così per poter combattere la privatizzazione dall'interno della maggioranza" ha spiegato l'ex presidente del Quartiere 4. Le calze, tutte contraddistinte dalla foto del singolo consigliere, sono rimaste appese davanti a Palazzo Vecchio fino a quando gli agenti della Polizia Municipale non sono giunti per strapparle via.
Il consigliere Michele Pierguidi è riuscito a staccare all'ultimo istante utile la calza gialla con la propria foto. I sindacati hanno realizzato un volantino distribuito da oggi sui mezzi pubblici ed affisso alle pensiline, in cui rimproverano i consiglieri comunali di maggioranza per aver esultato in piazza Annigoni per festeggiare l'esito del Referendum contro la privatizzazione dei beni di servizio pubblico, per poi votare la privatizzazione del servizio pubblico fiorentino. Alessandro Nannini coordinatore della RSU di Ataf, Massimo Milli della Cgil e Amerigo Leoni della Faisa Cisal hanno anche ribadito la volontà di scioperare il giorno 11 gennaio continuando così la protesta sull'iter avviato dal Comune di Firenze per privatizzare l'azienda. "Gli utenti accusano Ataf dei ritardi, delle corse saltate e di tanti aspetti che possono essere migliorati - spiega Alessandro Nannini - ma non abbiamo sentito nessuno favorevole alla privatizzazione, perché molti sentono Ataf come un'azienda storica di Firenze, sentono la garanzia del servizio gestito da un soggetto pubblico e temono l'idea di un privato che possa gestire diversamente le cose.
Gli scioperi continueranno, vedremo nell'assemblea del 9 gennaio come proseguire una lotta che riguarda i dipendenti ma anche tutti i cittadini". Massimo Milli: "Siamo arrivati anche a questo.. è stato consegnato carbone a tutti i 29 consiglieri che il 22 hanno votato ed approvato la privatizzazione dell'Azienda. Non contesto ciò che è avvenuto sull'ingresso del privato e la separazione dell'Azienda, perché faceva parte di un progetto che Cgil aveva sostenuto, ma è una questione di tempi.
Tutto doveva arrivare dopo la gara regionale, e la creazione dell'Azienda unica. Il nostro dissenso è per la non condivisione di quanto espresso in una seduta che definisco come un grave errore politico. La tempistica ha spiazzato anche le forze sindacali che fino ad un certo punto hanno creduto più di altre ad un percorso percorribile"