Lavorare affinché la sanità penitenziaria diventi parte integrante del sistema sanitario regionale; integrare sempre di più le esperienze sanitarie e sociali per migliorare la continuità assistenziale; investire per promuovere l’inclusione sociale. Sono questi i punti illustrati in commissione regionale Sanità, presieduta da Marco Remaschi (Pd), dagli assessori alla Salute Daniela Scaramuccia e dall’assessore al Welfare Salvatore Allocca nel corso dell’audizione sul Piano sanitario e sociale integrato 2011-2015. Sul fronte della sanità penitenziaria, l’assessore Scaramuccia ha spiegato che ormai praticamente concluso il trasferimento del personale medico alla Regione ed è già avviato “il percorso di integrazione con il personale del sistema sanitario regionale”.
Al tempo stesso “è in atto il percorso per il trasferimento in carico alla Regione dei locali sanitari prima gestiti dal ministero di Grazia e giustizia, sui quali si sta lavorando all’adeguamento delle strutture”. L’obiettivo della Regione, ha affermato l’assessore, “è quello di garantire ai detenuti gli stessi diritti alla salute che sono garantiti ai cittadini toscani”. È avviato, ma procede con più lentezza rispetto ai programmi iniziali, anche il superamento degli Ospedali penitenziari giudiziari.
Rispondendo poi a una sollecitazione del consigliere Marco Carraresi (Udc), l’assessore ha detto che sarà affrontata anche la questione dell’assistenza ospedaliera per i detenuti di Sollicciano, oggi concentrata quasi esclusivamente sul solo ospedale di Prato. Sul fronte della continuità assistenziale, l’assessore Scaramuccia ha affermato che l’obiettivo del Piano è quello di riuscire ad integrare le esperienze sanitarie con quelle sociali. In questo senso “la sfida è rappresentata dalla presa in carico dei cittadini non autosufficienti, che è una questione più sociale che sanitaria”.
Determinante per il successo saranno “il ruolo dei professionisti, poiché i medici dovranno interagire in rete con gli operatori sociali, e il ruolo delle strutture territorilai quali le Case della salute e le Residenze assistite”. Alla base dell’obiettivo dell’inclusione sociale, come ha spiegato l’assessore Allocca, “c’è il concetto stesso di cittadinanza”. In questo senso l’obiettivo prioritario “è quello di rimuovere gli ostacoli che producono svantaggi sistemici e discriminazioni”.
L’azione del Piano prevede interventi contro l’omofobia, per la parità di genere, per i giovani e a favore degli immigrati “in gran parte cittadini residenti ma che non hanno diritto di voto”. Per quanto riguarda gli immigrati, l’obiettivo di fondo “è quello di rendere loro possibile l’accesso a tutti i servizi che la Regione mette in campo”. Per questo il Piano prevede la promozione dell’associazionismo straniero, il coinvolgimento delle seconde generazioni, il rafforzamento dei punti informativi e l’apprendimento della lingua italiana.
“Dovremo anche affrontare con decisione la questione spinosa e drammatica della popolazione Rom”, ha aggiunto Allocca, “perché è arrivato il momento di superare le politiche del dove alloggiarli o farli risiedere per avviare, invece, politiche che diano risultati sul fronte dell’inclusione sociale”. Rispetto alle problematiche legate alla presenza dei Rom, dopo le sollecitazioni della consigliera Maria Luisa Chincarini (Idv), Allocca si è detto disponibile ad affrontare la questione in un’apposita seduta della commissione. Il presidente Marco Remaschi ha dichiarato che “l’audizione degli assessori ha permesso alla Commissione di approfondire capitoli importanti del Piano sanitario e sociale integrato, sul quale ci metteremo al lavoro non appena riceveremo la delibera di adozione”.