Una ventina i carri ferroviari che risultavano rottamati, ma circolavano regolarmente sulla rete italiana. Questa l'accusa per la quale la Procura di Firenze ha indagato 12 persone. Ferrovie dello Stato si dichiara parte lesa. Secondo quanto ricostruito dal pm fiorentino, Christine Von Borries, i carri destinati alla demolizione, grazie a falsi documenti redatti da tecnici di Trenitalia venivano venduti ad una ditta attraverso l'azienda che avrebbe dovuto invece eseguire la rottamazione.
Al momento non risulterebbe che i carri coinvolti nell'indagine siano stati coinvolti anche in incidenti ferroviari. Come sarebbero avvenuti i fatti? Grazie a falsi verbali di demolizione e a falsificazioni dei libretti di circolazione. Sempre secondo quanto ricostruito dall'accusa i carri potevano continuare a circolare anche grazie ai controlli irregolari svolti negli anni successivi da alcuni dipendenti della commissione libretti di Rfi, che avrebbero dovuto verificare la sicurezza dei carri. Ferrovie dello Stato Italiane rende noto che degli 11 dipendenti indagati due erano già stati licenziati da Trenitalia mentre, per quanto riguarda RFI, sette sono stati sospesi dal servizio e due sono in pensione già dal 2007.
Rete Ferroviaria Italiana, inoltre, ha già istituito una Commissione di inchiesta interna disciplinare, al fine di accertare le responsabilità dei propri dipendenti che, in relazione a quanto contestato dal Pubblico Ministero fiorentino, hanno operato contro gli interessi dell’Azienda. FS Italiane, nel contempo, come di consueto sta collaborando alle indagini assicurando la massima disponibilità all’Autorità Giudiziaria e al PM. L'inchiesta di Firenze si collega direttamente alla decisione assunta da Trenitalia nel 2007 di chiudere la controllata Ecolog e di allontanare dall’Azienda, nel dicembre 2010, l’ex ad Roberto Cetera, unico dirigente coinvolto nell'inchiesta odierna.
Inoltre, già nel dicembre 2009, a conclusione di un’inchiesta amministrativa sulla vendita di carri da demolire, Trenitalia aveva licenziato un dirigente e due dipendenti, uno dei quali è anche fra gli indagati dell’inchiesta del PM Christine Von Borries. Prosegue dunque l'opera di moralizzazione portata avanti con energia negli ultimi anni da Ferrovie dello Stato Italiane per rendere assolutamente trasparenti i processi ai vari livelli gestionali, denunciando ogni irregolarità e abuso da chiunque provenga.
Le Società del Gruppo FS Italiane che da questa attività sono state danneggiate si costituiranno in giudizio come parte civile in qualità di persona offesa, per tutelare i propri interessi e ottenere il risarcimento dei danni.