Il Corriere della Sera, domenica 27 novembre, ha pubblicato un articolo intitolato “L’energia e l’acqua. I rincari delle bollette”. Da una classifica di Altroconsumo, associazione indipendente di consumatori, deduce che a Firenze e nei comuni di Publiacqua la bolletta dell’acqua è la più alta d’Italia con un costo annuo medio di 503 euro. “Sono bollette fantasiose, basate su studi teorici e su consumi medi inesistenti pari a 200 metri cubi annui. Se uno dei nostri 370.000 utenti con consumi medi me ne porta una da 503 euro, stia tranquillo, gliela pago di tasca mia”.
Così Erasmo D’Angelis, Presidente di Publiacqua, smentisce la classifica delle tariffe elaborata dall’associazione consumatori Altroconsumo. “A chi conviene continuare a sparare cifre a casaccio? – continua D’Angelis - non è questo il tempo delle verità, anche scomode? Ecco le nostre bollette reali. Nei 49 Comuni serviti da Publiacqua con 1.3 milioni di abitanti, il consumo medio è di 117 metri cubi l’anno e il costo medio della bolletta è di 240 euro, Iva compresa. Dai 30 ai 50 euro in meno rispetto alla bolletta occulta pagata in media ogni anno da ogni famiglia toscana per acquistare acque minerali, e senza lamentarsi.
Purtroppo, a differenza del gas, dell’elettricità o delle telecomunicazioni, in Italia nonostante la forte domanda di controllo pubblico espressa da milioni di italiani nel referendum del 12 giugno scorso, non esiste ancora un’Authority indipendente pubblica dell'acqua con un credibile sistema di controlli e monitoraggio delle gestioni, utile agli utenti e utilissimo alle aziende anche per porre fine ai balletti di cifre assurde. Persino l’Agenzia nazionale, varata in pompa magna con decreto sei mesi fa come unica risposta al voto referendario per rimodulare la bolletta, è incredibilmente sulla carta e il Parlamento non nomina i 3 membri.
Questo vuoto legislativo genera una sorta di ‘terra di nessuno’ che produce incertezze sugli investimenti e alimenta equivoci a non finire. In Italia poi è la sola bolletta che fa quadrare i nostri conti, che paga servizio e investimenti su acquedotti, fognature e depurazione. Cresce quando crescono gli investimenti – conclude D’Angelis - per i quali Publiacqua è in testa alle classifiche nazionali reali con oltre 50 milioni di euro l’anno”.