Oggi, domenica 23 ottobre, in occasione della giornata conclusiva di France Odeon, prima della proiezione del film "Un balcon sur la mer" di Nicole Garcia, all'Odeon, ha avuto luogo un incontro stampa con Toni Servillo. I giornalisti alla chiusura del festival hanno fatto molte domande all'attore campano. Prima di tutto gli hanno chiesto se si sente un ambasciatore della cultura italiana all'estero: “Veramente con le mie tournée di teatro ho una frequenza annuale all'estero -ha spiegato Servillo- sto per girare un film ad Atene con il maestro Theo Angelopoulos, ho lavorato in Germania e non mi sento affatto ambasciatore.
Più che altro ciò che mi preme è fare sforzi per mantenere viva la nostra vocazione internazionale”. Poi è arrivata Nicole Garcia, attrice e regista fortemente legata all'Italia, sin dall'inizio della sua carriera cinematografica con Orgo di Gillo Pontecorvo. “La mia esperienza con il sistema produttivo francese -ha spiegato Toni Servillo- è molto semplice. Nicole mi ha visto in Gomorra, mi ha chiamato ed è arrivata il giorno dopo a Napoli. La cosa la dice lunga su una regista che le cose non le manda a dire.
In seguito mi ha raggiunto a Palermo, pensate, con una costumista per fare una prova mentre ero in tournée. Abbiamo fatto una lunga passeggiata notturna a Napoli, dove lei non era mai stata. Mi ha raccontato del film e io sono stato sedotto dalla sceneggiatura e da Nicole, che avevo visto in Un weekend su due e L'Avversario. Sono stato sedotto dall'idea di essere diretto da una donna regista, ma anche attrice: il cuore di una donna batte nell'intelletto. Il film lo vedo per la prima volta qui stasera, ma io sono un teatrante militante, quindi sono sempre in tournée.
L'atmosfera sui set è sempre la stessa, la differenza con l'Italia sta nella disponibilità di mezzi, che in Francia c'è e nella volontà di tutelare il cinema d'autore e il proprio prodotto nazionale, molto più che da noi. Con Nicole ho un rapporto concreto, reale, molto, molto felice. Quando si gira un film il set non ha una dimensione nazionale. Ci si sente a casa, in un mondo in cui hai la sensazione di essere a casa. Ma i Francesi hanno sempre guardato con gran simpatia gli attori italiani e spero di aver fatto bene e onorato la fiducia risposta in me”. Qual'è il personaggio del film? “Non è un italiota migrante, o furbo -risponde Servillo- ma un uomo con una forte posizione sociale, determinante tra i due protagonisti del film”.
Quanto di autobiografico c'è nel film? “Prima di tutto sta nel fatto che -risponde Nicole Garcia- il film si svolge nel mio paese natale, l'Algeria. Racconta l'abbandono di un paese che precipita e cambia per sempre, visto dagli occhi di una bambina, come bambina ero io quando succedeva. Per quanto riguarda il personaggio di Toni, avevo proprio bisogno della sua presenza. Ho avuto una rivelazione vedendo Gomorra. Per me Toni era fondamentale, l'ho obbligato a venire e sto pensando a un altro film che lo veda protagonista con un ruolo centrato su di lui”.
E il messaggio del film? “Ultimamente escono molti film sull'Algeria. La Francia ha ancora il senso di colpa della guerra coloniale. Ma il mio film parla del problema dell'esilio. Analizza la parte più ambigua della faccenda: lo sradicamento. Anni fa ho recitato nel film La Question, ero la moglie di un militante comunista. La pellicola ebbe molti ostacoli all'uscita. Oggi il mio paese è cambiato”. E l'ambivalenza tra cinema e teatro? “La grande tradizione del cinema italiano appartiene al teatro -risponde Toni Servillo- combatto perché l'uno sia l'anticamera dell'altro.
Le due arti praticate con nobiltà, facendo in modo che i due pubblici siano orientati dall'uno all'altro mondo, non un cinema mercenario e altrettanto il teatro”. Poi i giornalisti chiedono un parere sull'ultimo film di Paolo Sorrentino “Sono legato da un profonda amicizia con lui -spiega Servillo- Il film è bellissimo ed è valido perché non è un film americano, non ha voluto fare l'americano, ma il suo è lo sguardo di un italiano sul mondo americano”. E Claudia Cardinale? “Vive a Parigi -risponde Nicole Garcia- è una persona allegra e contenta quando si pensa a lei per un film.
Ha una leggerezza che si rispecchia nel suo atteggiamento. E' come una piuma. Quando nei taxi fichiettano il tema di C'era una volta il west lei ride, le fa molto piacere. Non come tante che si disperano pensando alla vita passata”. Di Miriam Curatolo Foto di Antonella Bundu