"Geniale: mentre gli infermieri arrancano tra tagli e straordinari, ecco che la Asl 9 di Grosseto assume in ruolo amministrativo con posizione di dirigente chi? L’assessore provinciale all’ambiente Patrizia Siveri. E come lo fa? Con un turn over che più over non si può, dato che copre l’uscita di due amministrativi in pensione con addirittura tre nuovi ingressi. Gli infermieri, per i quali il turn over è un ricordo sbiadito, sono partiti all’attacco" a denunciarlo sono i Consiglieri regionali Stefano Mugnai (Vicepresidente della Commissione sanità), Alessandro Antichi e Andrea Agresti già al lavoro per predisporre un’interrogazione finalizzata a sollevare il caso direttamente presso la giunta regionale che dovrà spiegare i contorni dell’operazione.
«Contorni che comunque sono già evidenti a tutti – osservano gli esponenti del Pdl – e che consistono nell’esigenza di superare la condizione di incompatibilità tra assessore e dipendente del medesimo ente, la Provincia di Grosseto in questo caso, a cui la Siveri era soggetta ai sensi del D.Lgs. 267/2000. E’ inutile che tentino di raccontarcela. Qui la buccola al naso non ce l’ha nessuno, e gli infermieri hanno tutte le ragioni di indignarsi». Per parte loro, Antichi, Agresti e Mugnai alla fine non sono così sorpresi dalla condotta della Asl 9: «Da tempo continuiamo a ripetere che il male cronico della sanità toscana è quello di essere asservita alla politica – attaccano – utilizzata per finalità differenti rispetto a quelle della cura dei cittadini.
Il ‘soccorso rosso’ della Asl 9 alla Siveri lo dimostra e, del resto, il crac di bilancio alla Asl 1 di Massa fa scuola proprio in questo senso. Altro che tagli del governo centrale: i problemi della sanità toscana sono tutti originati da come la nostra sanità è stata concepita e gestita negli anni». Per altro, il passaggio della Siveri da dipendente della Provincia di Grosseto a dirigente della Asl 9 implica un risvolto particolare per quanto riguarda le retribuzioni: «Al di là del caso specifico, infatti, tecnicamente un assessore, quale dipendente dello stesso ente in cui svolge la sua funzione amministrativa, è giuridicamente obbligato a mettersi in aspettativa non retribuita.
Non così se carica amministrativa e rapporto di lavoro si svolgono in enti differenti – spiega il Pdl – quando allora si può scegliere se entrare in aspettativa oppure continuare a lavorare cumulando, di fatto, stipendio e indennità». La questione politica però è un’altra: «Questa vicenda accade a Grosseto – concludono Antichi, Agresti e Mugnai – ma è la spia di un sistema che, se non vuol collassare, richiede un’inversione di rotta decisa e tempestiva che riporti la cura della persona al centro dei suoi pensieri chiudendo l’epoca in cui la sanità è stata usata anche come strumento di favore politico e consolidamento del consenso».