La residenza Sanitaria Assistita "Le Civette" rischia di chiudere, l'iter è stato sospeso, ma i fatti indicano altro, tanto che l'Assemblea degli operatori viene svolta all'esterno poiché sono stati "sfrattati" dalla stanza riunioni interna al complesso sanitario. "La Cooperativa ci ha rifiutato la richiesta" lamentano i lavoratori. Gli operatori della cooperativa che si occupa di assistere i degenti hanno ricevuto il 22 settembre una lettera di licenziamento che dava il termine ultimo di operatività per il 31 ottobre "salvo anticipo al 15".
Licenziamenti poi "revocati" dalla ASL il 26 con invito alla Cooperativa Quadrifoglio che ha in gestione i locali di avvisare i lavoratori. "Revoca che - ricordano i legali dei lavoratori - non è ancora pervenuta ai singoli". Il 30 settembre un accordo tra le parti in causa; ASL, Società della Salute, rappresentanze sindacali Cgil e Cisl e Cooperativa ha sancito la revoca dei licenziamenti e la ricollocazione dei lavoratori, coloro che risulteranno in esubero dopo la riorganizzazione della RSA, in strutture ricomprese nel territorio fiorentino. Un accordo che ha lasciato tanto amaro in bocca visto che dei 73 impiegati, solo 35 si sarebbero trovati d'accordo con i sindacati..
trovarli però, questi presunti sottoscrittori del patto, è impresa ardua. Ottenere la sospensione, in attesa di capire come avverrà il ricollocamento degli operatori, non equivale ad aver scongiurato il male peggiore. Nella struttura definita "fiore all'occhiello" e da poco ristrutturata con finanziamenti regionali, trovano accoglienza diversi degenti che pagano il proprio ricovero in relazione al personale trattamento pensionistico. Loro sono il male peggiore, forse. Perché chiudere la Residenza? La risposta non la conosce apparentemente nessuno.
L'alternativa però esiste. La beffa. Si tratta dello stabile realizzato a Ponte di Mezzo: 2 milioni di euro per una struttura in cui le ambulanze non possono deambulare e pertanto inadatta all'uso. Il futuro? "Probabilmente uffici della ASL" raccontano i diretti interessati. Quindi ci sono al momento palazzine sovraffollate di personale? "Tutto intorno a noi è pieno di Uffici, molti completamente vuoti e davanti a 'Le Civette' - sottolineano le lavoratrici della Cooperativa - c'è il centro tecnico della ASL e nei due piani abbiamo sempre visto non più di quattro persone contemporaneamente". L'assessore comunale Stefania Saccardi ha chiesto notizie alla stessa Azienda Sanitaria Locale ed ha previsto per lunedì 10 un resoconto accurato della vicenda attorno ad un tavolo istituzionale. I familiari dei degenti sono stati contattati telefonicamente.
A ciascuno è stata prospettata l'ipotesi di uno spostamento 'indolore' presso altra struttura, la più gettonata quella di Montedomini, con posti letto già occupati e personale interno già impiegato. Alle stesse condizioni economiche? "Certo, sicuro.. speriamo". Spostare un soggetto con simili patologie in un ambiente totalmente nuovo, non è consigliabile. A dirlo non sono i parenti animati da svogliatezza, ma professori ed esperti di psichiatria. "Quando porto a casa mia madre - racconta il figlio di una degente - lei, che da anni quasi non parla, inizia a chiedermi di 'tornare a casa'" Altra beffa.
A pochi metri da "Le civette" c'è la Residenza "I Girasoli", roba che a leggerle così sembra d'essere tra i rustici della campagna toscana. Residenza aperta, funzionale, ma si tratta di uno stabile praticamente inagibile a causa della scarsa manutenzione operata nel tempo. "Se piove filtra l'acqua dal soffitto - ci spiega la direzione - non rispondiamo alle norme minime di sicurezza, mancano anche gli estintori alle pareti". La vostra situazione organizzativa? "Noi aspettavamo di trasferirci a..
'Le Civette'". "San Salvi non è qualcosa che si può misurare per metri quadrati - ci spiega Claudio Ascoli, voce e mente creativa dei Chille de la Balanza, il gruppo teatrale presente da diversi anni all'interno dell'area ex-manicomiale - ma racchiude un vero e proprio Borgo antico con la sua storia ed i suoi credi", con le sue zone d'ombra e le sane o insane riflessioni. "Tante cose non si spiegano o non si possono spiegare - continua - ascoltiamo alcune parole di rassicurazione, ma in realtà ci troviamo a vivere altro.
La palazzina che ci ospita è stata da noi mantenuta in vita nonostante nel tempo si sia fatto di tutto per limitarci e per farci chiudere (attualmente il sostegno economico da parte del Comune è stato ridotto del 75%). 'I girasoli' nello stesso periodo, struttura pubblica di eccellenza, ha subito un crollo impressionante fino a ritrovarsi nello stato attuale di inagibilità" di Antonio Lenoci