Completato il quadro delle aree non idonee all’installazione di impianti fotovoltaici a terra e di quelle idonee alle varie potenze di impianto in tutte le dieci province toscane. Sono state infatti approvate dalla Giunta regionale, su iniziativa dell’assessore al governo del territorio Anna Marson, le individuazioni delle zone non idonee all’interno di coni visivi e panoramici con una immagine storicizzata e delle aree agricole di maggior pregio paesaggistico e culturale per le Province di Livorno, Lucca e Pisa, nonché le diverse perimetrazioni all’interno alle aree Dop e Igp per le Province di Livorno e Pisa.
La provincia di Lucca, per le aree Dop e Igp, ha infatti ritenuto l’intero territorio provinciale meritevole di essere salvaguardato e non ha dunque proposto deperimetrazioni. Con l’approvazione degli atti relativi alle tre province, completati e perfezionati in collaborazione con la Giunta regionale, si è ottemperato a quanto previsto dall’art.7 della legge regionale 11 (“Disposizioni in materia di installazione di impianti di produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili”) approvata il 21 marzo scorso.
Dopo il parere del Cal (Consiglio delle autonomie locali), che sarà consultato il giorno 19 ottobre, le proposte di individuazione delle aree non idonee al fotovoltaico a terra saranno trasmesse al Consiglio regionale per l’approvazione. A quel punto sarà disponibile la mappatura completa, su tutto il territorio regionale, delle aree non idonee all’inserimento degli impianti fotovoltaici a terra e di quelle idonee alle varie potenze di impianto. E la cartografia delle diverse aree sarà consultabile sul sito della Regione Toscana. Il mix di fonti rinnovabili utilizzate nella produzione di energia elettrica appare in rapido mutamento, con un notevole incremento dell’eolico e delle bioenergie, ma in termini relativi la crescita più consistente ha riguardato il solare fotovoltaico.
E’ questa la fotografia scattata dall’Area Research di Banca Monte dei Paschi di Siena, che in una rapporto dedicato osserva come la crescita di tale comparto in Italia stia proseguendo a ritmi molto elevati anche nel 2011, nonostante la crisi economica in corso; nei primi 9 mesi dell’anno, risultano entrati in esercizio quasi 117.000 impianti per una potenza allacciata di oltre 7 GW (più del doppio dell’intero 2010). Secondo il GSE (Gestore dei Servizi Energetici), la potenza fotovoltaica installata alla fine del 2011 potrebbe raggiungere i 12 GW e il numero di impianti salire a 350.000 unità: l’Italia si porterebbe al primo posto nella graduatoria mondiale della potenza entrata in esercizio nel 2011, superando di tre volte il corrispondente dato della Germania, Paese leader del mercato del fotovoltaico. Il ritmo di crescita in questo particolare settore è trainato dagli incentivi e dalle agevolazioni contenute nel “Conto Energia” (di cui nel 2011 è entrata in vigore la quarta edizione), differenziate oltre che per tipologia di impianto solare, anche per data di attivazione dell’impianto. Nella ricerca gli analisti di Banca Monte dei Paschi evidenziano che investire nel fotovoltaico offre un rendimento intorno al 5% in termini reali, con un vantaggio economico soprattutto se l’intervento viene effettuato nel 2011 (piuttosto che nel 2012); anticipare infatti l’attivazione dell’impianto di pochi mesi determina un break even inferiore, proprio a causa della riduzione delle tariffe incentivanti di circa il 15% nel primo semestre 2012.
In particolare, nel caso di un impianto ad uso domestico con scambio sul posto (compensazione tra i valori dell'energia elettrica prodotta e quella prelevata), se si realizza l’investimento ad ottobre 2011, il pay back è di 14 anni, posticipando l’investimento nel 2012 il pay back è di 15 anni. Anche il tasso interno di rendimento in termini reali, dei due investimenti, a 30 anni, è diverso; nel primo caso è di 5,22%, nel secondo di 4,66%. Se il calo del costo iniziale dell’impianto, in sei mesi, fosse tale da compensare l’effetto della minore incentivazione, la redditività del progetto rimarrebbe costante o subirebbe una lieve riduzione.
Nell’analisi effettuata emerge inoltre come il rendimento economico sia fortemente influenzato anche dalla posizione dell’impianto. A causa del diverso irraggiamento solare dell’Italia, a parità di caratteristiche tecniche, gli impianti fotovoltaici hanno infatti una maggior resa al Sud, determinando così un diverso ritorno dell’investimento a seconda della zona geografica interessata. Al Nord prevalgono i piccoli impianti su tetti (lastrici o coperture varie) a carattere familiare scambio sul posto, mentre al Sud prevalgono i grandi impianti (c.d.
“centrali fotovoltaiche”), progettate per l’immissione totale in rete. Ipotizzando un investimento di 20.000 euro, al Nord si ha un pay back di 15 anni e un TIR (Tasso Interno di Rendimento) del 4,84%, mentre al Sud con lo stesso investimento iniziale, si ha un pay back di 11 anni e un TIR del 7,83%. Un dato molto significativo: ritorno economico e tempi di break even migliorano rispettivamente del 62% e del 30%. Resta comunque preponderante il ruolo del Nord nei pannelli fotovoltaici; infatti secondo i dati del GSE alla fine del 2010, nel Nord risultava ubicato circa il 58% delle installazioni, mentre nel Sud il 25%.
Infatti, la Lombardia è la regione con il maggior numero di impianti ma, in termini di potenza installata, il primato spetta alla Puglia. Per quanto attiene alle regioni del Centro, la Toscana è leader per numero di impianti fotovoltaici installati, pari al 5,8% del totale. Se tuttavia si prende in analisi la potenza degli impianti, la regione, con una percentuale del 4%, cede il proprio primato al Lazio (7%). L’analisi prende anche in considerazione i rendimenti economici di diverse tipologie di impianti (ad uso domestico e grandi impianti) assistiti da finanziamenti bancari.
Nonostante il costo del finanziamento, il TIR in termini reali a 30 anni, è di circa il 4% (3,69%) per gli impianti ad uso domestico, e per i grandi impianti di circa il 3% (al lordo della tassazione sul reddito).