L'obiettivo minimo degli organizzatori era portare nelle piazze romane circa 150 mila persone, sulla scia del movimento di giovani e precari nato cinque mesi fa in Spagna. Oggi sono tristi e sconsolanti a causa delle immagini trasmesse da Sky. In centinaia immediatamente hanno iniziano a monopolizzare la manifestazione: alle loro spalle i No Tav, i Cobas e tanti altri, pacificamente indignati. Non solo automobili incendiate, ma anche petardi, fumogeni e tafferugli ieri durante il corteo degli Indignati per le vie della città, finito con lo scontro e 30 feriti sul campo tra indignados e forze dell'ordine.
Il giorno dopo la grande manifestazione romana degli Indignados, trasformata in una giornata di guerriglia a causa di qualche centinaio di violenti, rabbia e sconforto si manifestano anche a Firenze. "Dire che siamo noi gli indignati non rende affatto l’idea dello stato d’animo dei poliziotti –esordisce Francesco REALE, Segretario Generale del SIULP Toscana– il disappunto e la rabbia sono emozioni forti che è difficile contenere. Le scene di guerra civile che hanno caratterizzato la giornata di ieri a Roma sono ancora vive negli occhi di noi tutti oltre che, ma soprattutto, sulla pelle dei colleghi oggetto violenze di ogni tipo frutto di approssimazione e tolleranza senza riuscire a proteggere fino in fondo la cittadinanza.
Purtroppo, della criticità della manifestazione si vociferava da settimane ormai. La sottovalutazione dell’evento da parte del Ministro dell’Interno (che pare ieri si trovasse a Varese…) e la strategia messa in campo hanno concorso al fallimento che è sotto gli occhi di tutti. Non è stato possibile assicurare il diritto di manifestare civilmente a Roma… Poliziotti Carabinieri e Finanzieri hanno fatto, come al solito, da bersaglio ai terroristi che non erano poche decine, ma diverse centinaia.
Soggetti che, avulsi da qualsiasi motivazione culturale, politica o sociale, cercano il morto perché quelle violenze devono essere chiamate con il loro nome – tentato omicidio! L’assalto al blindato dei Carabinieri ha rievocato quanto avvenuto a Genova e la tragedia è stata evitata soltanto per la freddezza dei due colleghi costretti a scappare per evitare di essere linciati e addirittura dati alle fiamme. Forze insufficienti a fronteggiare quelli che oggi non si possono definire ragazzetti arrabbiati, ma sono terroristi ben organizzati… mezzi non adeguati e strumenti di coercizione fisica nonché di protezione inadatti ed insufficienti.
Sono necessarie nuove strategie, nuovi strumenti e nessuna tolleranza rispetto ai nuovi terroristi. Tolleranza zero anche dalla politica che oltre alle dichiarazioni di rito, talune folli con la leggenda metropolitana degli infiltrati, non è in grado di produrre iniziative concrete". “Ancora per molti giorni leggeremo delle devastazioni operate sabato a Roma per mano dei black bloc, questo manipolo di delinquenti che puntualmente mette a ferro e fuoco le città dove si svolgono manifestazioni importanti e pacifiche, di persone che esercitano il loro diritto di esprimere sdegno, preoccupazione, difficoltà - Così il Presidente della Provincia di Firenze Andrea Barducci ha deciso di commentare i fatti romani di sabato 15 ottobre - Ancora per molti giorni leggeremo dei black bloc, poi, improvvisamente, non più; fino alla prossima grande manifestazione.” “Li abbiamo conosciuti a Genova 10 anni fa - prosegue Andrea Barducci - e da allora, puntualmente, ogni volta che per l’Italia si determina un passaggio difficile, eccoli tornare.
È mai possibile che lo stato italiano in dieci anni non sia stato in grado di capire chi sono? Di impedire la loro azione? Che ancora non sia stata individuata una sola responsabilità in anni di puntuali devastazioni? Viene il forte sospetto che ci sia chi ha interesse a mantenere questi delinquenti a piede libero, e non sono certamente le tante persone che sabato a Roma manifestavano per reclamare un cambiamento.” “A tutti loro – conclude il Presidente della Provincia di Firenze – che hanno visto oscurare le ragioni della loro manifestazione e del loro movimento, e alle forze dell’ordine, che insieme ai manifestanti hanno cercato di isolare i violenti, va oggi tutta la mia vicinanza e solidarietà” «Sono indignato degli indignati.
Sono sempre i soliti sfascisti». È quanto dichiara l'europarlamentare della Lega Nord Toscana, onorevole Claudio Morganti, in merito alle proteste degli indignati. Secondo l'europarlamentare leghista, a creare disordine «sono sempre i soliti. Cambiano solo nome: prima erano chiamati 'no global', poi 'tute bianche', poi 'girotondi', poi 'popolo viola' e adesso 'indignados'. La sostanza – chiosa Morganti – non cambia. Il loro obiettivo, oltre a spaccare le vetrine e saccheggiare le città, è di arrivare a tutti i costi al morto, come è successo a Genova.
Non basta la crisi economica che sta investendo il nostro Paese, ma adesso bisogna pensare anche a ripagare ciò che è stato distrutto. I problemi non si risolvono creando guerriglie, ma cercando di collaborare e portare il proprio contributo, anziché incitare questi gruppi di facinorosi. Gli scontri – prosegue l'europarlamentare leghista – sono anche la reazione del voto di fiducia ottenuto dal Governo». Infine, l'onorevole Morganti dà la propria solidarietà alle forze dell'ordine «che hanno dovuto fare gli straordinari, rischiando la vita per fermare questa gente».