''Carnage'' di Roman Polanski

Un gioco al massacro in un interno e la maschera dell'ipocrisia

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
10 ottobre 2011 14:03
''Carnage'' di Roman Polanski

Tratto dall'opera teatrale God of Carnage (Il Dio della carneficina) scritta da Yasmina Reza, arriva sugli schermi “Carnage”, l'ultimo film di Roman Polanski. L'opera ,che è una riflessione ironica e amara sulla natura umana, tradisce l'origine teatrale e si svolge in un'unica location e in tempo reale. La storia è, infatti, tutta all' interno di un appartamento di New York, in una situazione claustrofobica non inconsueta per il regista. Non è, infatti, la prima volta che Polanski pone i protagonisti dei suoi film in un luogo separato dal resto del mondo (a bordo di una barca nel “Coltello nell'acqua “ o dentro un castello in “Cul de sac”).

Per il regista polacco spesso la separazione sembra necessaria per mettere in scena i suoi drammi più densi. In questo caso l'evento esterno , la lite tra due ragazzini, che è appena accennato, serve ad introdurre la storia che è quella di un rapporto tra due coppie di coniugi, che si incontrano nell'appartamento per parlare della rissa avvenuta a scuola tra i rispettivi figli. Un inizio per così dire “normale “ per risolvere una piccola questione. Il dialogo tra i quattro, inizialmente formale e civile si trasformerà progressivamente in una lite furiosa. L'andamento della storia è un crescendo di battute polemiche, dialoghi serrati, scambi di ruoli e situazioni grottesche.

“Carnage” è un film con soli quattro protagonisti, perché i due bambini rimangono invisibili per tutto il tempo e non a caso. Protagonista è, infatti, la personalità dei genitori, troppo intenti a badare alle apparenze e sostanzialmente menefreghisti nei confronti dei figli . Una sceneggiatura ben congegnata e una regia sempre all'altezza che si avvale di interpretazioni perfette: da Jodie Foster intellettuale impegnata e volutamente politicamente corretta, a John C. Reilly finto buono dall’animo sessista e dal bullismo represso, da Kate Winslet, nel ruolo di una donna frustrata, sino a uno straordinario Christoph Waltz nei panni di un avvocato cinico e strafottente.

La qualità del film è anche nei dettagli, ben curati e apparentemente irrilevanti, che invece concorrono a tratteggiare le caratteristiche dei personaggi. “Carnage“ è una commedia grottesca che fa ridere e riflettere, è forse una critica dell'american dream ma è anche il disvelamento del cinismo , dei rancori e delle miserie che si celano nelle ipocrisie della moderna “civiltà delle buone maniere”. Alessandro Lazzeri

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