di Nicola Novelli Direttore di Nove da Firenze Si è conclusa ieri a Firenze “Giornalisti e giornalismi”, la due giorni organizzata dall’Associazione Stampa Toscana e dall’Ordine dei Giornalisti al cinema Odeon per discutere del precariato nel mondo dell’editoria. La manifestazione ha avuto il merito di attrarre l'attenzione dell'opinione pubblica sui lavoratori precari, giovani, ma anche veterani delle redazioni, imprescindibile motore del sistema informativo sia su carta, che in radio, TV e internet.
Sottopagati ed economicamente sotto ricatto, questi moderni lavoratori intellettuali sono la grande contraddizione dell'era digitale: dovrebbero garantire il senso critico del paese pur in assenza di un chiaro modello di business che tenga in piedi il settore editoriale. Perciò l’Ast, a coronamento dell'incontro, ha invitato i partiti a portare a conclusione l’iter parlamentare della legge sull’equo compenso e ha lanciato un documento programmatico intitolato la Carta di Firenze. Mai come in questi tempi difficili per l'Italia, siamo convinti di quanto l'informazione abbia un ruolo strategico per il progresso della nostra comunità, nella battaglia per il ripristino della giustizia e dell’uguaglianza.
Da quasi 15 anni, con la nostra redazione animata da volontari, ci battiamo per far fiorire in Toscana un esperimento di informazione indipendente e innovativa. Perciò, sempre alla ricerca di risposte vere e rifuggendo strumentalizzazioni e manipolazioni, sentiamo sinceramente l'obbligo di sfatare un equivoco: cioè che nell'era della comunciazione digitale possa agitarsi nell'editoria on line lo spettro dello sfruttamento marxista nella dicotomia classica capitalista-editore contro proletario-giornalista on line.
Ahimè, sarebbe bello se fosse vero che con l'informazione on line si possono fare soldi a palate. Non avremmo sofferto tanto, tutti i giorni per tre interminabili lustri, nel tenere in piedi, quasi miracolosamente, un giornale on line come Nove da Firenze.