Sarà più facile per le imprese farsi anticipare i soldi che devono riscuotere dalla pubblica amministrazione, bloccati dal patto di stabilità interno. Anche tutti. E costerà meno di adesso. Sarà possibile grazie ad un protocollo d’intesa firmato stamani dalla Regione, le associazioni degli enti locali toscani – ovvero Upi, Anci e Uncem -, Unioncamere Toscana e sistema bancario. Un modo per assicurare liquidità alle aziende che lavorano con il pubblico. In particolare l’accordo è stato siglato per adesso, come capo capofila di più gruppi, da Banca Mps Leasing&Factoring, Banca Infrastrutture Innovazione e Sviluppo, Cassa di risparmio di Firenze, Credito cooperativo di Cambiano, Cassa di risparmio di Volterra, Cassa di risparmio di San Miniato, Cassa di risparmio di Lucca, Pisa e Livorno, Centro factoring, Banca popolare dell’Etruria e del Lazio, Banca Federico del Vecchio e Banca di Lucca e del Tirreno. Il problema è noto.
Comuni e enti locali hanno a volte in cassa le risorse per fare investimenti ed aprire cantieri, ma sono costretti a rinviare gli interventi di mesi per rispettare il patto di stabilità imposto dal governo, di anno in anno più aspro: perchè quegli investimenti formalmente andrebbero ad aumentare il deficit nazionale. Ma ci sono anche situazioni più paradossali: di imprese che hanno ultimato opere pubbliche e non possono essere pagate da Comuni e enti locali, che i soldi in cassa anche in questo caso ce li hanno e li hanno anche impegnati, ma hanno già esaurito a giugno o settembre il plafond di spesa autorizzato dal governo e si trovano nella situazione di dover quindi rinviare tutti i pagamenti all’inizio dell’anno prossimo. “Un corto circuito – annota l’assessore toscano al bilancio e che tiene anche i rapporti con gli enti locali, on.
Riccardo Nencini – che, oltre a ritardi nei lavori, crea evidenti danni all’economia e alle aziende, in difficoltà nel pagare fornitori e lavoratori. Una soluzione arriva con questo accordo, che consente di sbloccare l’impasse. Già ora le aziende potevano rivolgersi alle banche e cedere il credito per farsi anticipare quanto dovuto: ma ora lo potranno fare più velocemente e con procedure più snelle, soprattutto con costi e tassi di interesse decisamente più favorevoli”. Spread e interessi Basta dare un’occhiata agli spread massimi che le singole banche si sono impegnate ad applicare per capirlo: oscillano dall’1,5 al 3 per cento.
I più bassi (1,5%) sono quelli di Banca infrastrutture innovazione e sviluppo, Centro factoring, Cassa di risparmio di Firenze. Banca Mps Leasing & factoring e Credito cooperativo di Cambiano applicheranno il 2,5 per cento e la Banca di Lucca e del Tirreno il 2,9 per cento: tutti gli altri il 3 per cento. Lo spread, che è il margine di guadagno dell’istituto, si somma ai tassi Euribor in vigore. E così, a conti fatti, un anticipo di tre mesi, se l’ente certifica che pagherà entro tale termine, costerà oggi alle imprese al massimo tra lo 0,76 e l’1,12 per cento: tra il 3 e il 4,6 per cento se lo stesso ente si impegna a pagare non prima di un anno. Procedure più semplici La Regione, dopo l’accordo di oggi, contatterà anche il consiglio nazionale dei notai, per definire, se possibile, tariffe agevolate per le formalità inderogabili previste dalla normativa nazionale per la cessione dei crediti.
Fin da ora, grazie all’intesa siglata stamani, alle imprese creditrici non sarà comunque più chiesta dalle banche alcuna garanzia. Inoltre gli istituti applicheranno in automatico le condizioni del protocollo firmato oggi, se migliori, a tutti quegli accordi che eventualmente Comuni, Province o Comunità montane avessero già autonomamente raggiunto con uno o più istituti di credito. L’intesa vale un anno ed è rinnovabile.