Firenze - "L'ultima manovra approvata dal Governo contiene numerosi profili di illegittimità e per questo la Regione Toscana farà ricorso alla Corte costituzionale. Tra le norme che impugneremo c'è anche l'articolo 16, che riguarda, tra l'altro, le premialita' per il taglio dei consiglieri regionali: lo faremo allegando al ricorso una serie di correzioni che allineino le indennità di consiglieri, assessori e presidente di tutte le Regioni a quelle di Toscana e Umbria, le più basse d'Italia.
Sarà questo un segnale di effettiva riduzione di costi, senza il quale altrimenti potremmo prestare il fianco ad accuse non infondate". Lo ha detto l'assessore regionale al bilancio e ai rapporti istituzionali on. Riccardo Nencini intervenendo all'iniziativa "Dalle Comunità montane alle Unioni dei Comuni" organizzata da Uncem svoltasi stamani in Palazzo Panciatichi. Le indennità per consiglieri e assessori regionali negli anni '70 erano infatti uguali per tutti: dal 65% al 90% dell'indennità del parlamentare.
Poi nel tempo ciascuna Regione le ha alzate, la Toscana no. E infatti, ad esempio, se la Toscana oggi per il funzionamento del Consiglio spende 25 milioni l'anno, la Sicilia ne spende 175. "La Regione - ha continuato poi Nencini - da tempo ha elaborato una proposta di legge di riordino istituzionale, la prima in Italia di questo genere, e ha saputo affrontare la materia nel suo complesso, a differenza di altre Regioni che lo hanno fatto per settori, prefigurando il lavoro che stava facendo il Governo.
Ciò non toglie che adesso si debbano fare i conti con alcuni punti deboli. Primo fra tutti la vaghezza della posizione dell'Esecutivo che non riesce a dare un'indicazione precisa su quanto abbia intenzione di fare sul tema. Sciogliere le Province o no? Fondere i Comuni o no?". "Reputo questa riforma necessaria - ha poi aggiunto - perché i tempi e la situazione lo impongono e questa è una crisi durevole. Come ci insegna la storia, le leggi non si modificano mai per tempi troppo brevi perché rischiano di non essere efficaci.
E non si modificano neppure sull'onda della piazza perché non sempre le reali necessità coincidono con quelle di chi urla di più. Ma - sottolinea l'assessore - dobbiamo aver ben presente e spiegare che la democrazia costa più dei regimi autoritari: un'antica novità di cui tener conto al momento in cui si effettuano i tagli". La Regione Toscana ha lanciato a luglio la proposta di legge di riforma e riordino degli assetti istituzionali perché, come ha avuto modo di ricordare Nencini, tredici diversi livelli di governo e enti che insistono su un territorio regionale sono troppi. "Con questa legge - ha concluso l'assessore - vogliamo rivoluzionare un sistema che oggi impone minori costi, maggiore efficienza e più chiarezza e trasparenza.
Peraltro è una riforma che non costerà un centesimo ai cittadini, ma che al contrario porterà benefici in termini di risparmi e di una maggiore efficienza nei processi decisionali".