“Quanto apprendo oggi dalla stampa mi sconcerta. Sui diritti costituzionali non si scherza, e ieri sera la direzione del Maggio fiorentino, per contrastare lo sciopero delle maestranze, ha passato il segno. Se oggi dovesse essere confermato, quando porrò la domanda in modo esplicito alla sovraintendente, che si è ricorso a personale esterno per impedire gli effetti dello sciopero, ci troveremmo di fronte ad un intollerabile comportamento antisindacale su prerogative costituzionaalmente garantite.
Al di la di come la si possa pensare sull’opportunità o meno dello sciopero. Come membro del Cda in rappresentaza della Regione sento il dovere di dire ai lavoratori del Maggio, e alle istituzioni che vi sono principi e regole che non possono in alcun caso essere oltrepassati e per i quali la Regione non può dare alcuna copertura”. L’assessore regionale alla cultura Cristina Scaletti richiama tutti alla necessità di sanare una situazione e di mantenere corrette relezioni sindacali, “senza le quali i problemi del Maggio non sono risolvibili”. “Oggi pomeriggio non mancherò di illustrare nei dettagli la mia posizione al consiglio di amministrazione – aggiunge l’assessore Scaletti -.
Abbiamo offerto alle parti, insieme al collega Simoncini, strumenti utili ai tavoli di mediazione, da cui sembrava si potessero trarre motivi di trattative serie senza giungere ad eccessi e delegittimazioni. Esistono problemi gravi che erano e restano legati certamente a politiche nazionali di spesa che colpiscono in particolare la cultura e alla necessità comunque di rendere i bilanci delle istituzioni culturali sostenibili. Lo sforzo da fare a livello locale è di giungere ad una gestione condivisa, che consenta di risolvere questi problemi di cui a nessuno deve sfuggire l’urgenza e la delicatezza.
Tutti, sottolineo, dobbiamo avere questa consapevolezza”. “Invece di affrontare i disagi dei lavoratori, il Comune di Firenze e la Sovrintendente del Maggio Colombo incentivano la guerra tra poveri, con le uniche conseguenze di impoverire il patrimonio culturale della città e del Paese e di favorire in ogni occasione una precarizzazione del lavoro e uno spregio ai diritti fondamentali dei lavoratori”. È il commento di Roberto Rizzo, Responsabile del Dipartimento Lavoro-Welfare Idv Toscana, a proposito della situazione del Maggio Musicale Fiorentino.“Quanto è avvenuto ieri sera è inaccettabile”, spiega Rizzo.
“Il tentativo di sostituire i lavoratori del Maggio in sciopero con personale esterno non solo è un comportamento antisindacale, ma anche un messaggio che sembra sposare e favorire le politiche di annientamento dei diritti e destrutturazione del lavoro degne del peggior Governo Berlusconi, in spregio allo Statuto e alla Costituzione”.“Questo grave abuso – aggiunge Cinzia Niccolai, Coordinatrice cittadina Idv Firenze – non soltanto è uno schiaffo ai lavoratori e alla loro dignità, ma un pericolosissimo atto d’irresponsabilità per la violazione delle normative di sicurezza sui luoghi di lavoro.
L'apertura del teatro ieri sera, oltre a creare un pericoloso precedente di violazione delle norme di sicurezza, ha messo a rischio l'incolumità sia degli spettatori che degli orchestrali, in mancanza della squadra di viglilanza aziendale, che non poteva essere certo sostituita con addetti esterni”.“Siamo tornati indietro di cento anni”, commenta il Responsabile del Dipartimento Cultura Idv Toscana, Pasquale Petrella”. “Tanto più se si pensa che a presiedere il Cda c’è il sindaco di Firenze Matteo Renzi che, alla luce di quanto accaduto, bisogna chiedersi se possa ancora definirsi un esponente di sinistra.
Far svolgere il concerto di Zubin Mehta e Rudolf Buchbinder calpestando la dignità dei lavoratori in sciopero ha gettato un’ombra anche sulla performance di questi due grandi artisti”.“Alle manifestazioni e agli scioperi – concludono i dirigenti Idv - non si risponde con simili atteggiamenti esclusivi e autoritari, ma è dovere, soprattutto delle Istituzioni, saper trovare una sintesi tra tutti gli attori coinvolti per individuare una via di uscita che, nonostante l’innegabile crisi a livello nazionale, non disperda un valore come il Maggio Musicale ma bensì lo rafforzi.
Come Italia dei Valori siamo vicini ai dipendenti del Maggio Fiorentino e ci auguriamo che venga al più presto ripristinata la giusta dialettica fra direzione e sindacati”. "I ‘sacrifici’ che si chiedono ai lavoratori e lavoratrici del Maggio non possono essere anche rinforzati dalla totale cancellazione del diritto indisponibile allo sciopero. La decisione assunta ieri dalla sovrintendente Colombo in occasione del concerto di Zubin Metha, ovvero quella di utilizzare personale esterno, ci sembra inopportuna e grave.
Non è pensabile sostituire il lavoratore e la lavoratrice in sciopero con altro personale. E’ un comportamento assolutamente antisindacale, con profili anche di reato, la cui valutazione ovviamente spetta a chi di competenza, ma su cui politicamente non è possibile tacere" - lo dichiara Mauro Romanelli, Consigliere Regionale FdS/Verdi e componente della Commissione Cultura del Consiglio. "A questo punto, riteniamo che la Colombo non sia la figura più adatta a gestire un’istituzione importante come il Maggio Musicale poiché ci sembra che l’unica cosa che sia stata capace di fare sia stata alimentare continue tensioni con lavoratori e lavoratrici e con i sindacati.
Ricordiamo la telecamera sul palco che consentiva di controllare i lavoratori direttamente da un monitor posto sulla sua scrivania, ricordiamo le vicende del Giappone al momento dell'allarme radioattività a Tokyo" "Pensiamo quindi che debba dimettersi: si devono ripristinare corrette relazioni, mettere ad un tavolo tutti i soggetti interessati, trovare soluzioni condivise. Non può farlo chi ha solo saputo scontrarsi" - conclude Romanelli. Il presidente Andrea Barducci ha chiesto un incontro a Mario Primicerio, rappresentante della Provincia di Firenze nel consiglio di amministrazione del Maggio Musicale Fiorentino, per avere notizie in merito ai provvedimenti che sarebbero stati presi per contrastare lo sciopero delle maestranze.
“Il ricorso a personale esterno per impedire gli effetti dello sciopero, qualora venisse confermato – afferma Barducci – sarebbe un episodio gravissimo. Saremmo di fronte ad un comportamento antisindacale ancor più grave perché compiuto in seno ad una delle più importanti istituzioni culturali fiorentine”. “Sul piano dei diritti dei lavoratori - aggiunge l’Assessore provinciale al Lavoro, Elisa Simoni - in Italia è stata avviata una pericolosa parabola discendente, sorretta anche da modifiche normative giustificate ipocritamente dalla crisi, e che mostrano in questi giorni come non mai tutta la loro impotenza e inadeguatezza”.“Ci auguriamo “– aggiungono insieme Barducci e Simoni - che dalle istituzioni e dai partiti si mettano in atto tutti gli strumenti per fermare una pericolosa deriva anticostituzionale”.