Firenze – Confermare le misure già avviate dalla Giunta con la “Carta dei tirocini e stage di qualità nella Regione Toscana”, ma anche disciplinare in maniera compiuta e più articolata una materia che rientra pienamente nella competenza regionale. L’assessore alla formazione, Gianfranco Simoncini ha illustrato all’aula il documento preliminare alla legge che introdurrà modifiche in tema di tirocini e stage in regione. La legge, ha aggiunto, sarà trasmessa entro fine mese all’attenzione del Consiglio.
Partendo dall’esperienza avviata la scorsa primavera con la “Carta” – che ha tra l’altro previsto la possibilità di dare al tirocinante una borsa di studio a titolo di rimborso spese con contributo a carico della Regione -, Simoncini ha chiarito l’obiettivo della prossima modifica al Testo unico in materia di formazione: “Migliorare l’accesso dei giovani al mercato del lavoro, evitando abusi e utilizzo distorto di tipologie di contratto destinate invece a fornire occasione di formazione”.
L’assessore ha ricordato inoltre che le misure previste nella manovra del Governo restringono la possibilità di tirocinio ai laureati e diplomati entro i 12 mesi dalla laurea o dal diploma e per un periodo non superiore a sei mesi. “Se la diposizione sarà convertita in legge la impugneremo dinanzi alla Consulta – ha detto Simoncini - perché la materia è di competenza regionale e perché, nel merito, non siamo d’accordo a restringere l’accesso al tirocinio”. Venendo alla situazione in Toscana i dati evidenziano in questi anni di crisi un significativo incremento dei rapporti di tirocinio “a scapito del ricorso all’utilizzo di forme contrattuali di lavoro strutturate, come il contratto di apprendistato”, ha spiegato l’assessore.
Si calcola che in Toscana, nel 2010, si siano stipulati 15mila convenzioni di tirocinio (il 37 per cento in più rispetto al 2009) che hanno coinvolto circa 11mila tirocinanti (il 24 per cento in più rispetto al 2009), dei quali solo il 22 per cento ha ricevuto una borsa di studio a titolo di rimborso spese. “Ebbene – ha aggiunto Simoncini – degli 11mila tirocinanti poco più di 1000 ha ottenuto alla fine del tirocinio un contratto di lavoro subordinato, e tra questi solo 96 un contratto a tempo determinato”.
Paolo Marini (Fed.Sinistra-Verdi) ha ricordato i “molti casi di dequalificazione affrontati da giovani laureati usati per scopi diversi da quelli indicati nello stage”. Serve una legge in materia specialmente in una situazione in cui, ha detto Marini, gli stessi giovani sono di fatto “ricattati, stretti tra la precarietà e la legge sulla previdenza, per cui nel 2030 non riusciranno ad avere una pensione superiore a quella sociale pur avendo fatto i versamenti”. “D’accordo con il percorso individuato” e con “la necessità di riempire il vuoto legislativo in una materia di competenza della Regione” si è dichiarato Gian Luca Lazzeri (Lega Nord Toscana), che ha peraltro invocato l’introduzione di ulteriori criteri (rispetto all’obbligatorietà della borsa di studio, annunciata da Simoncini) per evitare la creazione di “precari del tirocinio” , quasi fosse la nascita di una “nuova professione”.
Secondo Rudi Russo (Idv) è essenziale “intervenire per evitare un uso sleale e scorretto” degli stage. Il governo nazionale, ha aggiunto, interviene con la Finanziaria “in modo maldestro e da dilettanti” visto oltretutto che la competenza in materia è affidata in Costituzione alle Regioni. Nel merito, poi, “si va a restringere l’accesso a strumenti di lavoro per una vasta platea di soggetti; la Regione Toscana invece, con strumenti puntuali, prevede ad esempio l’attivazione di tirocini a favore di persone diversamente abili”.
Per Ivan Ferrucci (Pd) il documento preliminare merita di essere condiviso anche perché incarna “l’impegno della Regione per l’inserimento dei giovani nel mondo del lavoro”. In Toscana, insomma, “si stanno facendo delle scelte” ma è chiaro che serve poi che certi strumenti si “trasformino in un percorso stabile”. Serve cioè, oltre gli obiettivi, che la politica nazionale predisponga “elementi di strutturazione contrattuale” dei rapporti di lavoro avviati. Essenziale, per il consigliere Giuseppe Del Carlo (Udc), “dare speranza a diversi giovani in attesa del posto di lavoro” grazie ad “un primo inserimento che può assicurare altri sbocchi”.
Del Carlo si è dichiarato d’accordo con Simoncini ad impugnare la legge del Governo che intende “limitare a diplomati e laureati la platea di coloro che possono accedere ai tirocini, tagliando fuori chi abbia altri e diversi attestati professionali”.