“I dati definitivi dell’ultimo trimestre 2010 dimostrano che in provincia di Firenze stanno diminuendo le ore di Cassa integrazione ordinaria, un dato in controtendenza ma che non deve indurre ottimismo perché in realtà è solo cambiato il tipo di ammortizzatore sociale utilizzato come sostegno al reddito. Infatti sono cresciute moltissimo le ore di Cassa integrazione straordinaria e della Cig in deroga” afferma l'assessore provinciale al lavoro e alla formazione, Elisa Simoni. Se si scompone il dato territoriale nelle tre tipologie di Cassa Integrazione notiamo che a fronte di un saldo negativo (-26%) dell’ordinaria, si registra la contemporanea forte crescita della Cig straordinaria (+379%) e di quella in deroga (+303%). Parallelamente nel 2010 aumentano del 70% i tirocini attivati nell’area fiorentina.
Sono stati 3616 i tirocini avviati nei 12 mesi del 2010, a fronte dei 2.122 del 2009; 2130 tirocinanti, pari al 59%, sono donne. 492 tirocinanti (pari al 13,6%) sono stranieri, per lo più albanesI, statunitensi e rumeni. A livello territoriale, il tirocinio è molto diffuso nelle aree di Firenze città (64,7%), Sesto Fiorentino (20,7%) e Scandicci (6,5%) e scarsamente impiegato dalle aziende di Figline, Pontassieve, Borgo San Lorenzo e San Casciano che complessivamente raggiungono l’ 8% dei tirocini totali.
L’età media del tirocinante è compresa tra i 19 e i 25 anni (49,5% del totale). Seguono i giovani tra i 26 e i 34 anni (35,2%, pari a 1272 unità). E’ altresì importante rilevare come le persone con un’età superiore ai 35 anni risultino essere 349 (9,7%) di cui 120 con un’età superiore ai 45 anni, a dimostrazione della disponibilità dei lavoratori ad acquisire una professionalità differente rispetto alle precedenti esperienze. I settori nei quali i tirocini sono maggiormente richiesti sono il manifatturiero, il commercio e l’amministrazione pubblica, che insieme superano il 50% del totale.
La maggior parte dei tirocini tra quelli iniziati e conclusi nel 2010 ha una durata compresa tra 1 e 4 mesi (52%). Il 39,1% ha una durata superiore ai 4 mesi, mentre solo il 9% ha una durata inferiore ad un mese. Per quanto riguarda l’orario di lavoro, i tirocini attivati nel 2010 sono essenzialmente a tempo pieno (80%). "L'aumento repentino dei tirocini indica a mio avviso un uso distorto dello strumento. Fanno riflettere sia l'età dei tirocinanti sia i settori di utilizzo, peer esempio il commercio, dove l'aspetto formativo in relazione al arggiungimento della professionalità è marginale". Sono stati inoltre approfonditi gli esiti lavorativi e occupazionali di 360 tirocinanti, per capire cosa succede a conclusione del periodo di lavoro-stage.
I tirocini finiscono per lo più per il raggiungimento della data stabilità nella convenzione (213 del campione di 360), mentre per 53 la causa del termine è la volontà stessa del tirocinante, che non considera l’attività utile per il proprio percorso formativo o perché trova una migliore occasione in un’altra azienda. Dall’analisi emerge che ben 209 tirocinanti (58,1%) non hanno avuto successivamente alla conclusione del tirocinio nessuna comunicazione da parte delle aziende. Prendendo in esame coloro che hanno avuto un movimento successivo alla conclusione del tirocinio, si registra quindi una situazione variegata: 30 hanno avuto un rapporto di lavoro di almeno 1 mese in una qualifica simile a quella del tirocinio in un’altra azienda; 46 hanno avuto un rapporto di lavoro di almeno 1 mese in una qualifica diversa da quella del tirocinio, 28 un altro tirocinio nella stessa azienda, 24 un altro tirocinio in un’azienda diversa.
40 tirocinanti al termine della convenzione hanno avuto un rapporto di lavoro con l’azienda che li ha ospitati. Analizzando i contratti di lavoro successivi alla conclusione del tirocinio si nota che la tipologia più utilizzata è quella dell’apprendistato (27,5%) e del contratto a tempo determinato 25%; mentre i contratti a tempo determinato sono il 20%. “Il tirocinio rimane uno strumento interessante di formazione e di inserimento lavorativo ma è evidente che è ncessario che sia regolamentato per evitare le storture.
Valuto positivamente il percorso attivato dalla Regione – spiega Elisa Simoni - che si pone l'obiettivo di rivederne l'intero sistema”.